Enoregioni italiane: Abruzzo di Montagna

29/11/2017

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.

Nella Regione Abruzzo è possibile individuare  tre  enoregioni: Colline Teramane, Fascia Adriatica, Abruzzo di Montagna.

 

ABRUZZO DI MONTAGNA                  

L’enoregione, che si sviluppa perlopiù nell’Aquilano, è composta da un’area più piccola al confine con la provincia di Frosinone, alle falde dei Monti Ernici, ed un’altra, più vasta, che si presenta come un altipiano circondato dalle vette del Gran Sasso e della Maiella: la Valle Peligna, bagnata dai fiumi Aterno e Sagittario. Le sue terre rigogliose, sorgenti d’acqua, parchi e riserve naturali, sono attraversate dalla Strada del vino Tremonti e Valle Peligna che passando le gole di Tremonti e l’Altopiano di Navelli tocca due zone montane a produzione vinicola: quella di Ofena, definita il "forno d’Abruzzo" per il suo microclima, e la conca Peligna, citata dal conterraneo Ovidio come assai fertile per l’uva. La prima documentazione sulle origini del montepulciano d’abruzzo (autoctono tra i più diffusi sull’intero territorio nazionale, a lungo confuso con l’omonima toscano) risale ad uno scritto dello storico Michele Troia risalente al XVIII sec., ma il vitigno è qui presente da tempo immemore e come per altre regioni la viticoltura locale è debitrice degli Etruschi che ne introdussero la coltivazione verso il VII-VI sec. a.C. Risale all’epoca romana la presenza del trebbiano nell’Italia centrale, quando Plinio descriveva un bianco locale (trebulanum, dal lat. trebula, con il significato di casale o fattoria), un vino “casereccio” utilizzato dagli stessi contadini, ma è nel XVI sec. che viene attestato un bianco Trebulanum prodotto proprio in queste zone.

Vini locali. Oggi il Montepulciano d’Abruzzo doc rappresenta da solo oltre l’80% del totale delle doc abruzzesi ed è tra le prime tre denominazioni prodotte in Italia, mentre il Trebbiano d’Abruzzo doc, che ha rinnovato nel tempo tecniche di produzione e uvaggio, può vantare considerevoli gradi di complessità e struttura, insoliti per il vitigno da cui è ricavato. Disponibile in quest’area anche nelle  sottozone Terre dei Peligni e Alto Tirino, il Montepulciano d’Abruzzo doc (pure Riserva) è un vino rosso rubino intenso con lievi sfumature violacee, tendente al granato con l’invecchiamento, profumi intensi ed eterei di frutti rossi e spezie, gusto secco, tannini spiccati e grande equilibrio. Consigliato con primi piatti saporiti,  bolliti, brasati, arrosti e umidi di carni rosse, cacciagione e formaggi a pasta stagionata. Dal sapore asciutto, vellutato e armonico (con retrogusto gradevolmente mandorlato nei tipi  Superiore e Riserva), colore giallo paglierino e profumo intenso e delicato, il Trebbiano d’Abruzzo doc è ideale con antipasti e primi piatti a base di verdure e uova, paste e risotti in bianco,  tacchino e carni bianche in genere, piatti di pesce (guazzetto alla marinara, baccalà i ferri) e formaggi delicati.

Piatti e prodotti tipici. Ad accompagnare i vini locali non mancano prodotti semplici ma unici come pecorino, ricotta e caciocavallo, legumi, ortaggi e miele, in aggiunta alle carni di pecora e capra che caratterizzano le ricette più gustose.Il paniere dei prodotti  di qualità propone infatti il formaggio caciofiore aquilano, l’agnello del Centro Italia igp, il pane casereccio aquilano, l’aglio rosso di Sulmona, la carota dell’Altopiano del Fucino igp, lo zafferano dell’Aquila dop,  i liquori aromatizzati alle erbe, l’olio extravergine d’oliva delle Valli Aquilane, i gustosi spinaci selvatici chiamati orapi e i cascigni, una piantina molto apprezzata in queste campagne. Oltre ai piccoli frutti tipici delle aree montane, qui si trova un albero assai raro nelle altre regioni: l’autentico gelso nero (Morus nigra), dalle foglie spesse scure e i frutti grossi e succosi. A tavola: sagne e fagioli, maccheroni alla chitarra, capretto cacio e ova, pollo allo zafferano, ngorda (patate cotte sotto la brace del caminetto), verdure di campagna cucinate nella “frissora“ di ferro, polenta e pizze di granoturco, patate e fagioli nell’assogna (rifritti nello strutto) e, a fine pasto, i friabili torroncini a base di mandorla, mostaccioli, pizzelle e coperchiole (cotte su un ferro arroventato e farcite con marmellata d’uva e mele cotogne), i natalizi caucenette, caviciuni e scarponi  (sfogliate fritte ripiene di mosto cotto, crema di castagne o marmellate), scarponi (specie di mostaccioli a base di mosto cotto) e amaretti sia secchi che morbidi. Consumata in passato solo per le grandi occasioni, la scruppella è un dolce fritto di pasta lievitata aromatizzata con pepe e semi di anice, la cui preparazione può richiedere anche più di un giorno. (di Alessandra Calzecchi Onesti) 

DENOMINAZIONI:

DOC: Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo, Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo    

IGT: Colline Pescaresi, Terre di Chieti, Terre Aquilane o Terre de L’Aquila