Diamo il benvenuto al Comune di Tissi

21/11/2019

L’Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Tissi (SS). Il toponimo, che si conserva inalterato dal Medioevo ad oggi, è di etimologia sconosciuta e di probabile derivazione preromana. Tissi ebbe una popolazione di antichissime origini, come attestano i reperti rinvenuti nel suo territorio. Mosaici, vasche, canali, giarre,monete puniche e romane, sepolture piene di ossami, appartenenti forse ai membri di una stessa famiglia, da altri sepolcri vennero tratti lucerne,scodelle e vasi. Nel 1528 in seguito ad una pestilenza venne distrutto e rimase deserto per molti anni. Lo ripopolò Don Giacomo Manca, signore della Baronia d’Usini, fabbricandovi alcune case e donandole con gli annessi terreni a famiglie povere di Ossi. La leggenda narra che alcuni pastori nomadi smarrirono una vacca pregna e per giorni la cercarono invano. La rinvennero finalmente assieme al suo nato in un folto macchione sotto una grotta da cui scaturiva l’acqua limpida e fresca. L’amenità del luogo li indusse a sceglierlo come nuovo soggiorno e piantare le prime capanne, queste crebbero prima in numero e poi divennero case coll’accorrervi di nuovi pastori attirati dall’abbondanza dei pascoli e dalla mitezza del clima. La leggenda, si capisce, non si ferma alla modestia di un piccolo paese ridente e magari agiato, ma, siccome la cosa poco costa, lo innalza all’onore di una grande città, la città di Largaria che si estendeva dall’attuale "Monte e Tissi" fino alla punta estrema di Zipirianu e de D’Attentu per una lunghezza di oltre tre chilometri da sud-est a sud-ovest. Eppure in tutta questa leggenda vi sono tre cose vere perchè esistenti. La prima: i reperti e le tombe rinvenute di una popolazione antichissima. La seconda: la fonte, successivamente trasformata in pozzo e oggi fontana. La terza: il nome di Largaria, vasta regione comprendente i villaggi di Tissi, Usini e di Uri. Sulla colonna che regge la pila dell’acqua benedetta nella Chiesa di Santa Maria in Usini si legge, infatti, la seguente iscrizione: "1499 – HOC OPUS FIERI FECIT MATHEUS VARGIUS – PLEBANUS DE USINI DI LARGARIA".

Paese di oltre 2000 abitanti nella parte settentrionale della Sardegna (Logudoro), alla sinistra del rio Mascari (affluente del rio Mannu di Porto Torres), è situato in un territorio è prevalentemente collinare a 235 mt sul livello del mare. Distante dal capoluogo di Provincia soltanto 8 Km, la sua popolazione è in continua crescita. L’abitato è caratterizzato da case basse che si affacciano su strade regolari. Sulla via principale sorge la Chiesa di Santa Vittoria, festeggiata a metà maggio: dell’originaria costruzione romanica a navata unica di dimensioni modeste, rimane la facciata, costruita con blocchi di calcare tagliati a spigolo vivo che realizzano dei filari regolari. Poco distante c’è la Parrocchiale di Sant’Anastasia (XII secolo), che apparteneva in passato all’Abbazia vallombrosana di San Michele di Plaiano: anch’essa ha subito un rifacimento nel XVII secolo, che ha stravolto il precedente impianto romanico ora ‘leggibile’ solo all’esterno nei conci squadrati con decorazioni a lesene e archetti ciechi; il portale è sormontato da un arco a tutto sesto e alterna calcare chiaro a vulcanite scura. A fianco del campanile sorge l’Oratorio di Santa Croce: la patrona è celebrata a metà settembre. I due culti risalgono ad epoca bizantina. Le più antiche attestazioni della presenza umana nel territorio di Tissi si trovano in un’area poco a nord del paese, abitata sin dal Neolitico recente (3300-2700 a.C.). Qui si trovano una decina di grotticelle funerarie scavate in gran parte in banconi di roccia e raramente su pareti verticali, in particolare la domus de Janas di Ziprianu ‘e Fora, un ipogeo pluricellulare, che originariamente si articolava in sei vani, con superfici levigate. All’età del Bronzo risalgono la famosa Tomba di Giganti di Sas Puntas, con stele scolpita sulla roccia, e il nuraghe del Monte Sant’Andria. Le eredità di epoca storica sono notevoli: da visitare sono i ruderi dell’abitato romano di s’Attentu a sud del centro urbano. Dal sito sono venuti alla luce mosaici, vasche, canali, monete e sepolture, da cui provengono lucerne, scodelle e vasi. Numerosi sono stati i ritrovamenti di età bizantina e medievale. L’area di Tissi, abbandonata alla fine Medioevo, fu poi ripopolata da famiglie di Ossi a fine XVI secolo.

Il paese offre diverse opportunità di vivere direttamente tradizioni e le sagre popolari, come la festa patronale di Santa Vittoria (15 maggio), la festa di Santa Anastasia (seconda domenica di settembre), EstaTissima (da luglio a settembre), San Luigi La Festa dei Giovani (ultima domenica di giugno), il Premio di Poesia in lingua Sarda (biennale) dedicato ai Poeti Tissesi Andrea Mulas, Pietro Cerchi e Bartolomeo Serra. Ogni anno viene organizzato un convegno sulle caratteristiche nutritive e organolettiche dell’asparago selvatico, con degustazione di piatti a base di asparago selvatico proveniente dal territorio, e vari intrattenimenti folkloristici (Sagra dell’Asparago selvatico, aprile). Molto apprezzata la manifestazione "Cantende, buffende, bicculende", organizzata per inaugurare il nuovo anno in Piazza con un caratteristico percorso per le cantine del paese alla ricerca del gusto dei prodotti locali. Anche a Tissi, infine, non possono di certo mancare i festeggiamenti del Carnevale, con sfilate di carri e balli in maschera.

L’economia è basata sulla pastorizia e sull’agricoltura: qui si coltivano numerosi vigneti dalle cui uve squisite si ottengono vini non comuni per bontà e pregio (come i rossi ottenuti dalle forti uve cagnulari e cannonau o i delicatissimi vermentino e moscato) ed inoltre oliveti che producono dell’ottimo olio, di colore giallo oro, con basso livello di acidità che tende ad aumentare in caso di maturazione protratta. E per accompagnare i buoni vini ancora oggi mani delicate producono dolci tipici: amaretti, papassini, piccole formagelle.

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