Diamo il benvenuto al Comune di Dugenta

07/03/2019

L’Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Dugenta, in provincia di Benevento. Varie sono le ipotesi avanzate dai diversi studiosi riguardo l’etimologia del nome e della sua variante più antica, Ducenta. Un’ipotesi da considerarsi fantasiosa è quella espressa da Mons. Pasquale De Rosa (1885-1965), secondo cui starebbe per duecento, ossia il numero degli abitanti che ripopolarono il luogo, precedentemente distrutto da un forte terremoto (probabilmente l’autore fa riferimento al terremoto del 1688). Secondo lo storico Gleijeses invece, il toponimo deriverebbe da duae gentes, in nome dell’unione avvenuta in questi luoghi tra i Romani e i Sanniti, durante l’espansione romana.

Le fonti epigrafiche e letterarie sul territorio di Dugenta sono esigue. La tradizione racconta che sull’attuale nucleo vi fosse un centro sannita-romano col nome di Urbitania. Altre notizie possono essere ricavate da fonti riguardanti centri limitrofi, poiché Dugenta, essendo compresa fra città che ebbero un ruolo molto rilevante nell’antichità (Saticula, Caiatia, Telesia) e situata in una zona dall’ottima posizione geografica (la Valle del Volturno), fu coinvolta anch’essa, in maniera indiretta, dagli eventi che interessarono questa parte della Campania. Un ultimo accenno indiretto al territorio ci è dato da Plinio. Questi ci informa della produzione di vini pregiati, iniziata tra il I a. C. e il I d. C. nel territorio pedemontano del Taburno, comprendente quindi anche Dugenta. D’altronde come ricorda Ateneo, già Platone, nel V sec. a. C., riferisce di un ottimo vino prodotto a Benevento e nei territori limitrofi. Verso la metà del I sec. a. C., infatti, nel territorio beneventano fu dedotta una colonia, estesa anche alla Valle Caudina, condotta da Munazio Planco. Questi, che era stato console in Gallia Transalpina, importò nella Valle Telesina nuovi vigneti, che si estesero poi, agli inizi del I d. C., nel territorio del Taburno comprendente Dugenta, Frasso, Melizzano e Solopaca. Non si fa cenno di Dugenta nel catalogo dei feudi appartenenti ai baroni dell’epoca normanna. In seguito il feudo di Ducenta venne distinto dall’omonimo castello, il quale ricoprì sempre una notevole importanza strategica. Per tale ragione la concessione del castello si trova fatta nei primi tempi Angioini a un de Vasis, a Ludovico de Roherer, a Roberto d’Herville, a Filippo di Villeclube, poichè era uso degli Angioini della prima stirpe, affidare i luoghi e i castelli più interessanti del Regno ai capitani francesi. Nell’aprile del 1734, Carlo III di Borbone, attraversò Dugenta col suo esercito di spagnoli, valloni e francesi. Nei giorni della battaglia del Volturno (1860), il paese fu percorso dagli 8000 uomini del generale Von Mechel che si scontrarono, sui monti Caro e Longano, con l’esercito garibaldino comandato dal generale Bixio. Nel settembre-ottobre 1943, i tedeschi attraversarono il Volturno e si attestarono sulle colline di Squille, mentre gli americani arrivavano dalle colline di Sant’Agata dei Goti, Presta e Torre Gaia. In quel periodo Dugenta subì i tragici effetti di bombardamenti incrociati, fino a quando i tedeschi si ritirarono verso Caiazzo e Piedimonte Matese e gli americani attraversarono il Volturno. Nel 1956 Dugenta, da frazione di Melizzano, divenne Comune autonomo.

Il territorio, situato alle porte dell’odierno Sannio, ha molte ricchezze da offrire al gusto: un paesaggio affascinante, ricco di elementi naturali e storici, si fonde in un mosaico di sapori che qui trovano la loro collocazione naturale. Oltre agli eventi, alle manifestazioni culturali e alle feste religiose che animano il paese, meritano una visita il  Castello Medievale, il Palazzo Vanvitelliano, la Cappella di Santa Maria In Pesole e le Chiese di S. Andrea Apostolo e San Nicola ad Orcula.

Pane, pasta fatta in casa, vino, olive, olio d’oliva, dolci, carne di cinghiale, ortaggi, frutta (in particolare la mela annurca), salumi e formaggi rappresentano il paniere dei prodotti tipici locali in grado di esprimere l’identità del paese, i suoi usi e le sue tradizioni attraverso la loro storia e le tecniche di produzione. Tra le antiche ricette ricordiamo un tipico dolce preparato, con cura e maestria, dalle donne dugentesi durante il periodo pasquale: le "palomme" che si caratterizzano per la loro sofficità, il sapore delicato e l’ accattivante profumo.