Diamo il benvenuto al Comune di Casale Monferrato

17/05/2022

L’Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Casale Monferrato (AL), Capitale del Monferrato dal 1434 e Patrimonio dell’Umanità Unesco per i paesaggi vitivinicoli e gli infernot, le cantine scavate nella pietra da cantone. E’ una delle più interessanti città d’arte del Piemonte, circondata da colline intere a vigneto, paesi con antiche cantine e distillerie e caratterizzata dalla presenza di agricoltori, enologi, associazioni impegnati nella promozione della cultura del vino con tanta passione e tanta qualità.

La storia di Casale inizia in epoca ligure o celto-gallica, quando sull’area casalese a destra del Po era sorto un agglomerato che con il nome di Vardacate divenne in seguito municipium romano. Dopo le distruzioni barbariche per la prima volta appare in un documento dell’archivio capitolare il nome di Casale di Sant’Evasio nel 988, dal nome del Vescovo di Asti che cristianizzò il borgo. Entrato a far parte della marca del Monferrato sotto Aleramo, dopo la dominazione longobarda, il borgo fu distrutto nel 1215 da parte dei Vercellesi, con l’aiuto di Milanesi e Alessandrini. Il Comune risorge comunque poco dopo la sconfitta; estinta nel 1305 la dinastia degli Aleramici, sotto i Paleologi di Bisanzio diventa capitale del marchesato e, sotto il regno di Guglielmo VIII, nel 1474 sede di diocesi ottenendo il meritato titolo di città. E’ l’inizio di un periodo di grande rinascimento politico, religioso e culturale. Nel 1559 il trattato di Cateau Cambresis assegna il dominio ai Gonzaga di Mantova, che fortificano la cittadina. Per tutto il Seicento Casale è sottoposta agli assedi di Spagnoli e Francesi fino alla pace di Utrecht del 1713, con il passaggio ai Savoia e la perdita del ruolo di capitale. Durante la guerra della Prammatica Sanzione per la successione al Trono d’Austria, l’occupazione di gallo-ispani nel 1745 causa gravi danni a chiese e conventi. Subito dopo Casale fu investita dal vento barocco e per l’impegno dei nobili borghesi, nacque una elegante architettura nelle chiese e nei palazzi, tuttora ammirata. Arrivò la bufera francese e nell’epoca napoleonica, per riconoscimento di Bonaparte, Casale ebbe qualche miglioramento (Tribunale, Liceo, Caserme). Con la sconfitta di Novara resistette ad oltranza alle truppe austriache. Nella seconda Guerra d’Indipendenza fu il fulcro della strategia franco piemontese. Alla fine dell’800 Casale divenne "capitale del cemento" e nel ‘900 trasformò le proprie imprese verso il settore dei frigoriferi e delle macchine da stampa. La città è stata tra i più importanti centri di innovazione del Paese: già Giovan Battista Ratti, e il figlio Alfonso, a metà del Settecento inventarono, per esempio, la prima seminatrice meccanica, che rivoluzionò non solo l’agricoltura, ma l’economia europea. A metà dell’Ottocento era il circondario più viticolo del regno e personaggi come Filippo Mellana e Giovanni Lanza chiamarono a Casale il più grande esperto europeo di agricoltura: Giuseppe Antonio Ottavi, colui che creò le Cattedre ambulanti in agricoltura e fondò nel 1854 Il coltivatore, il primo giornale agricolo italiano. I figli Edoardo e Ottavio, con i grandi Arturo Marescalchi e Federico Martinotti (inventore del metodo di spumantizzazione in grandi autoclavi), proseguirono la grande tradizione. Dal Monferrato e dal Piemonte hanno poi preso il via tutte le proposte di legge sui Vini tipici (poi Doc), da cui la legge 930 del 1963 promossa dal casalese Paolo Desana (fondatore, il 28 settembre 1982, del Circolo culturale Ottavi). Si può quindi affermare che a Casale Monferrato è nata la Doc!

Casale è al centro di un vasto territorio ricco di incantevoli panorami sui campi coltivati, sulle vallate, sulle risaie e sui vigneti. E’ è stata definita "città barocca" per i molti palazzi e chiese, con i loro pregevoli interni, rinnovati in quella stagione architettonica; ma Casale ha attrattive appartenenti ad ogni epoca: il  Duomo romanico  (secoli XII e XIII), la Torre Civica vicina alla seicentesca chiesa di Santo Stefano, la cinquecentesca chiesa di San Domenico, le barocche San Filippo Neri e San Michele (o dei nobili), la grandiosa Sinagoga edificata nel 1595 con l’annesso Museo  d’Arte Ebraica, i palazzi San Giorgio,  Magnocavalli,  Treville e Sannazzaro, i complessi gotici San Bartolomeo – Baronino e i palazzi  Anna d’Alençon e del Carretto, lo splendido Teatro Municipale (1791) e il  Castello del Monferrato recentemente restaurato, i Musei Civici che hanno sede nell’ex Convento di Santa Croce di cui resta anche il chiostro quattrocentesco e molto altro ancora. Dalla Valle Cerrina fino alla pianura delle risaie, ogni piccolo paese racchiude "tesori" da scoprire, nell’arte, nel paesaggio e … anche a tavola. A partire dal rinomato tartufo bianco ai prodotti De.Co. – Denominazione Comunale (Krumiri Rossi e Agnolotti di Casale) fino agli eccellenti vini che esaltano i sapori dei piatti, come la Barbera, il Grignolino, la Freisa, la Malvasia e lo Chardonnay.

Anche il panorama delle manifestazioni del territorio, vario e articolato, esprime la vivacità di luoghi che si aprono a un turismo culturale, ambientale ed enogastronomico di ampio richiamo. Tra le occasioni per una visita: Mostra Regionale di San Giuseppe a marzo, Riso&Rose a maggio, Festa del vino del Monferrato Unesco e Notte Rosa e Golosaria nel Monferrato a settembre, Natale a Casale a dicembre.

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