Diamo il benvenuto ad Arzachena

13/05/2021

L’Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Arzachena, in provincia di Sassari (Sardegna). Sull’origine del nome sono stati portati avanti numerosi studi che hanno individuato varie ipotesi: 1) secondo alcune interpretazioni dell’Odissea il toponimo deriva etimologicamente da “Artakien”, trasformatosi poi in “Arthakìena”, che significa “Fonte dell’Orso”, area da collocarsi presso Capo d’Orso; 2) origine protosarda: si riscontra la presenza del suffisso tipicamente Mediterraneo “-ena”; 3) origine bizantino-persiana: derivante da un nome proprio femminile probabilmente “Arsace”, documentato su un’iscrizione latina di Thugga, nella Provincia Proconsolare d’Africa; 4) vecchio toponimo “Arritzana”, che identificava un corso d’acqua alla punta nord-est dell’isola; 5) dall’arabo (come Arbatax e Assemini) con significato “luogo dell’azzurro”; 6) dal punico-ispanico “Cartaghena” e poi “Arsaghene”; 7) secondo la versione del professore del Liceo Dettori di Tempio, Bernardo Sansan, una possibile spiegazione è infine “Alza a cena”, fusione di gallurese e latino.

La storia di Arzachena inizia con la protostoria. I rinvenimenti archeologici più antichi vengono datati al Neolitico. Indubbia è anche una prosperità dimostrata dai resti di periodo nuragico che lasciano intendere un’alta densità demografica. Del periodo romano si conserva il toponimo “Turibulum Minus”, che testimonia come la regione fosse attraversata dalla strada che univa Cagliari con Tibula attraverso Olbia. Durante il Medioevo Arzachena diventa una “villa” della curatoria di Unale nel giudicato di Gallura. Con la fine del Giudicato passa prima ai Pisani ed in seguito agli Aragonesi. Segue un periodo di decadenza e spopolamento dovuto alla peste e alle incursioni saracene. Dalla seconda metà del ‘700 si vede un progressivo aumento della popolazione che si organizza negli stazzi fino a che Arzachena non diventa il polo di attrazione per le famiglie stanziate in ordine sparso nelle campagne circostanti. Nel 1922 Arzachena inizia la sua storia autonoma distaccandosi dal Comune di Tempio. Lungo il corso degli anni la società va lentamente a trasformarsi da prettamente agro-pastorale, basata su un’economia di sussistenza, ad una società aperta ai commerci e al turismo con il boom della Costa Smeralda che cambia definitivamente la vocazione del territorio innescando lo sviluppo economico, urbanistico e demografico che conosciamo oggi.

Il paese ha registrato un notevole sviluppo del turismo balneare a vocazione prettamente elitaria con l’avvento della Costa Smeralda negli anni ’60 e con la costruzione del borgo di Porto Cervo. La destinazione diventa famosa in tutto il mondo aprendosi negli anni seguenti anche ad un target non-lusso con lo sviluppo dei borghi di Baja Sardinia e Cannigione. Negli anni, altre caratteristiche del territorio vengono valorizzate portando allo sviluppo del: turismo archeologico-culturale con i siti neolitici e nuragici che vedono in media 160.000 accessi l’anno; turismo enogastronomico con il moltiplicarsi delle cantine, degli agriturismi e dell’offerta alimentare ed esperienziale legata a questi; turismo sportivo: cicloturismo e percorsi di trekking. Numerosi infatti i monumenti e luoghi d’interesse: architetture religiose, siti archeologici, località costiere e aree naturali. Di recentissima costruzione, il Museo etnografico e mineralogico che sorge nel centro urbano ospita numerosi minerali e fossili acquistati dal Comune da prestigiose collezioni private e un Centro di documentazione territoriale della scienza della terra e dell’uomo. La collezione è composta da circa 15.000 pezzi, tra minerali e fossili quali archeociatine e trilobiti.

Suggestive le feste in calendario: il Carnevale Arzachenese a febbraio, la festa patronaleil 9 settembre e la Chjusonata del primo d’agosto. Quest’ultimo appuntamento è dedicato a uno dei piatti principe della cucina locale, Li Chjusoni. La preparazione degli gnocchetti di pasta fresca impastati e scavati a mano è uno dei momenti più sentiti legati alla gastronomia del nostro paese che si ripete in ogni casa arzachenese nella prima giornata di agosto. Un rito che ancora gli arzachenesi continuano a rispettare, nel segno della tradizione, della festa, dello stare insieme, come usavano fare un tempo i cosiddetti gruppi di famiglia. L’usanza di «li chjusoni» nella giornata del primo agosto era consuetudine festeggiarla nei luoghi di campagna, negli stazzi galluresi, in onore della giornata di Sant’Alfonso de’ Liguori. Tradizione e gastronomia sono protagoniste di “Arzachena nel piatto”, evento che ripropone il rito in piazza per far conoscere e tramandare queste golose usanze locali.

Da non mancare una degustazione delle specialità del territorio, dai piatti come la suppa gadduresa o lu pani e sabba ai prodotti (miele, carne, formaggio, insaccati, olio, grano, pasta, dolci), e naturalmente degli ottimi vini, tra i quali Vermentino di Gallura (unica DOCG in Sardegna), Cannonau e Moscato di Sardegna.

 

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