L’Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Portacomaro (AT). Non esistono documenti storici sulle origini di Portacomaro e le ipotesi affondano le loro radici nella leggenda. Una di queste, probabilmente nata o rafforzata nel ventennio, vuole per Portacomaro natali gloriosi, marziali e romani. Sarebbe stata la Gens Comara (o Comaria), famiglia romana di nobili origini, a dare il nome al paese, fondato come accampamento militare in terra di Gallia. Da "Curtis Comara", nonie del leggendario accampamento, attraverso alla corruzione linguistica del nome latino in volgare, all’attuale "Portacomaro" il passo è breve. Passando a fonti storiche (documenti dell’archivio della Diocesi di Asti) è nota la presenza di popolazioni Longobarde presso un luogo denominato "Curtis Commarii" circa 1000 anni fa. Il Malabayla parla di eretici ariani che, proveniendo dagli insediamenti di Angrisana e Miravalle, misero in fuga Evasio allora Vescovo di Asti e non ancora Santo; forse a ricordo e riparazione dell’antico misfatto tutt’oggi sorge in frazione Miravalle una cappella dedicata a S. Evasio. Anche Angrisano come località è tutt’ora esistente e denominata allo stesso modo, anche se diventata un agglomerato di cascine e villette. Portacomaro nel Medioevo: Il più antico documento in cui venga citato Portacomaro risale all’anno 927. Si tratta di una cessione di beni tra il diacono Abelardo ed il notaio Litone. Nell’anno 1054 compare la prima citazione di vigneti presenti nella zona di Portacomaro, si tratta della cessione a Berno del fu Martino di una vigna situata in Cortecomaro da parte di Giovanni del fu Ingelberto. Portacomaro, al contrario di molti paesi vicini, non possiede un vero e proprio castello. Eppure il luogo è quanto mai propizio, sia strategicamente che topograficamente, al punto che, sempre affidandosi alla leggenda, venne eletto da Federico Barbarossa come suo quartiere generale e domicilio durante l’assedio di Asti. La spiegazione al fatto c’è ed è la seguente: a febbraio 1179 venne stipulato un trattato tra il Marchese del Monferrato ed il Comune di Asti. In seguito a questi accordi il paese di Portacomaro, situato lungo il confine, perse il diritto di ospitare castelli e guarnigioni. Ecco lo stralcio del documento che riguarda il paese di Portacomaro: "… quanto al castello di Portacomaro, diciamo ed ordiniamo che nè il Marchese nè la città facciano fortezza o castello: quelli che tengono il Marchese nel suo dominio e reddito non paghino il fodro alla città ma gli uomini di coloro che tengono dal Marchese con gli altri uomini di Portacomaro diano del possesso e distretto della Città di Asti… ". Questa clausola, dichiarando Portacomaro "zona smilitarizzata", salvò il paese da successive devastazioni, ma ne diminuì l’importanza militare e politica. Al posto dei castelli e fortificazioni dei paesi confinanti, Portacomaro sviluppò un Ricetto, gruppo di case contadine prottette da un muraglione, per il ricovero della popolazione e la custodia dei raccolti in caso di pericolo. Un curioso documento dell’anno 1296 ci fa conoscere il primo Portacomarese storicamente noto. Faceva di nome Rogerius de Curte ed aveva vasti interessi "citra et ultra montes" ovvero al di qua ed al di là delle Alpi (nel Duecento le Fiandre, la Savoia e la Champagne erano territori in cui i mercanti astesi erano particolarmente attivi insieme a lombardi e casanieri). Di mestiere faceva l’usuraio ed il mercante, logica accoppiata in quanto il denaro che accumulava con il commercio doveva ben farlo rendere. Questo Roggero (chiamiamolo con il nome attualizzato) provava per i propri compaesani sentimenti di profondo rancore. Gravemente ammalato, ma in pieno possesso delle sue facoltà mentali, il 9 Novembre chiama il vicario vescovile di Asti. A questi confessa il peccato di usura e dispone la restituzione delle usure certe e la distribuzione ai poveri di quelle incerte "excepto quoddam debito comunitatis et hominium loci de Curtecumario". Revoca dei debiti per tutti quindi, eccetto che per il paese ed i suoi compaesani. Questi evidentemente non lo avevano amato molto da vivo (probabilmente invidiandone il successo e la fortuna economica) ma sicuramente lo avranno amato ancora di meno da defunto. Il 20 ottobre 1387 è una data singolare nella vita del paese: quel giorno tutti i capifamiglia del paese furono convocati sulla "piazza del forno" e qui giurarono solennemente fedeltà al casato degli Orleans. Era accaduto che il paese era stato portato in dote da Valentina Visconti che va in sposa a Louis de Beaumont, Duca d’Orleans, Conte di Valois , figlio di Carlo vo, Re di Francia. L’occasione era talmente solenne da venire verbalizzata in un documento e questo ci ha tramandato il più antico elenco completo di Portacomaresi e dei loro cognomi. Poi vennero gli anni del buio, il Comune di Asti perse progressivamente la sua potenza e Portacomaro, priva di protezione militare e politica, fu teatro di invasioni e scorribande. Portacomaro nel Rinascimento dal XIII° al XVI° secolo: Nel periodo che per altri luoghi dell’Italia fu di splendore e gloria la stella di Portacomaro non brillò particolarmente. Privata di importanza strategica e politica dal trattato di pace tra "Asteggiana e Monferrato" nel 1179, senza castello e fortificazioni, priva di guarnigione, Portacomaro conobbe miseria, razzie e saccheggi. Nel 1414 il paese venne attaccato e depredato da Compagnie di ventura e semidistrutto. La gente fuggì dal paese rifugiandosi in Asti, da cui tornò con soldati di rinforzo per riconquistare il paese, ci riuscì e quindi vennero ricostruite le case. "Il successo della ricostruzione è testimoniato dall’affresco che, nella Galleria delle Carte Geografiche dei Musei Vaticani, raffigura "Pedemontium et Monsferratus". L’affresco, realizzato per Papa Gregorio XII° tra il 1580 ed il 1583 ci restituisce la più antica, ipotetica immagine di Portacomaro. Benché con il nome storpiato in "P. Come", il paese esibisce un borgo fortificato da mura con una porta centrale ad arco affiancata da due torri, case sul Ricetto e tre campanili. Altro fatto, meno grave ma indicatore della elevata vulnerabilità del paese, avvenne la notte del 5 Luglio 1659 (era il periodo dell’assedio di Casale ed il traffico di truppe nella zona era rilevante). Due reggimenti di "Cavalleria e Infantieri" provenienti da Isola d’Asti si accamparono all’esterno del Ricetto. Nella notte, per dirla con le parole della protesta elevata alle autorità militari dell’epoca: "…li soldati scalarono le muralie del Ricetto et vi entrarono dentro con la spada alla mano et vi comisero molti et gravi disordini con notabilissimo danno et perdita de li particolari di detto luogo". Erano feudatari di Portacomaro all’epoca dei fatti i Conti Coardi, antica famiglia di origine spagnola che aveva ottenuto il titolo nel 1618. Sempre a quel tempo su Migliandolo avevano potere i Pergamo ed i De Villa Maruffi, mentre nel ‘700 succedette il Conte G.B.Bogino. potente ministro di casa Savoia. Portacomaro a cavallo del XlX° secolo: La storia riprende ad occuparsi di Portacomaro molto più tardi, nel 1837, quando, per decisione di Carlo Alberto, Re di Sardegna, al paese viene accorpato il comune di Migliandolo. Ha inizio un periodo di prosperità: la coltura della vite inizia a dare frutti nel commercio delle uve e del vino. •Viene costruita nel 1841 la strada che congiunge la località cascina "dell’Angelo" allo stradone che porta a Casale, mettendo in comunicazione il paese con le vie di traffico. •Nel 1867 il paese viene collegato alla linea ferroviaria, nel 1875 si provvede alla illuminazione pubblica con tredici lampioni ad olio. •Nel medesimo anno nascono la Società di Mutuo Soccorso e di Beneficenza. •Nel 1881 nasce la Società contro gli Incendi che si dota di una pompa a mano ed organizza un corpo di pompieri volontari. •Nel 1885 viene costituita la Banda Musicale e l’anno dopo la Società Cooperativa. •Si ampliano la chiesa parrocchiale (1853) e si sposta il cimitero in un luogo più periferico e che dia maggiore spazio alle spolture (1896). Vengono costruti l’asilo infantile e le scuole (1905). •La popolazione passa da 1200 abitanti del 1828, ai 2723 del 1901. Portacomaro nel XX° secolo: Un pò più difficile risulta il compito di selezionare gli eventi storici per Portacomaro in questo secolo. Gli eventi sono recenti, disponibili in quantità rilevante in numero e dettagli. Vediamo un pò di cronologia. •22 Agosto 1922, Olimpiadi di Anversa, alle ore 16,00 scattano al via della classica gara della maratona 47 atleti. Al traguardo primo Hannes Kolemainen, secondo a 13" Peterson Biomeman, terzo a 4′ Valerio Arri di Portacomaro. Il nostro concittadino, tagliato il traguardo d’arrivo della massacrante gara, si esibisce in alcune capriole ed esercizi ginnici per dimostrare la freschezza del suo fisico, sollevando con questo suo comportamento bizzarro l’entusiasmo non solo del pubblico ma anche l’ammirazione di monsieur De Coubertin che volle premiare l’atleta con una coppa personale. •22 Settembre 1943, cade a Cefalonia, fucilato dalle truppe tedesche per non aversi voluto arrendere e consegnare la batteria che comandava, il Capitano della Marina Luigi Pozzi, medaglia d’argento al valore militare. •26 Ottobre 1944, durante un rastrellamento di truppe tedesche e repubblichine viene fucilato sulla piazza del Municipio Roggero Giuseppe detto "Pinin", Martire della Resistenza. •Nell’anno 1957 il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi firma il decreto con cui viene concesso al Comune di Portacomaro il Gonfalone e lo Stemma. •Il 1969 vede ripristinata l’antica Festa delle Carità, denominata ora "Sagra del Caritin". •L’anno 1973 vede invece riconosciuta la "Denominazione di Origine Controllata" al Grignolino d’Asti con Decreto del Presidente della Repubblica datato 29 Marzo. Portacomaro è il Comune di riferimento per la zona di produzione individuata.
Essendo un paese del Basso Monferrato, terra di vini celebri e pregiati prodotti tipici, Portacomaro è un paese agricolo, dedito alla coltivazione della vite, alla vinificazione ed all’allevamento dei bovini (i famosi vitelli della coscia di razza Piemontese). Vengono anche prodotte piccole quantità di nocciole, apprezzate per la loro elevata qualità. Numerosi i monumenti e luoghi d’interesse: la Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo, l’Antico Ricetto, il Torrione, la Chiesa confraternita dell’Annunziata, la Chiesa romanica di San Pietro e i Percorsi Escursionistici (Il Sentiero di Papa Francesco, Il Cammino di Sant’Evasio, Chiesette Borgate e Piloni votivi di Portacomaro).