Diamo il benvenuto a Palazzolo dello Stella

06/07/2021

L’Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Palazzolo dello Stella, in provincia di Udine. Le tradizioni orali locali tramandano il fatto che Attila risparmiò, di quello che era un antico centro romano, solo un palazzo da cui l’associazione “palazzo –> solo”, palazzolo. I numerosi studiosi che hanno affrontato l’argomento sono propensi a individuare nel nome di “palazzolo” un’etimologia che si rifà al latino “palatium” o “palatiolum”, con ciò indicando un’istituzione di tipo fiscale a carattere prevalentemente agricolo, ma con interessi commerciali (la strada e la sede di attracco di navi) e industriali (le fornaci Pedrina). Poichè in Italia ci sono altri paesi con la denominazione di Palazzolo, dopo l’annessione all’Italia venne aggiunta la specificazione “dello Stella”. Il primo documento in cui si faccia riferimento esplicito a Palazzolo, risale al maggio dell’anno 762 d.C., al tramonto della dominazione longobarda. In quel documento detto della “donazione sestense” si cita per tre volte un “molino in palaciolo”

Le sue origini sono sicuramente antichissime. Le più antiche tracce di vita nel bacino dello Stella risalgono all’età Neolitica (V-IV millennio a.C.) e dopo una fase di apparente latenza di testimonianze, i segni della frequentazione umana ricompaiono nell’età del Bronzo Recente (XIII – inizi XII sec. a.C.), proseguono durante quella del Bronzo Finale (XII-X sec. a.C.) per arrivare fino alla colonizzazione romana. Mentre non rimangono tracce materiali visibili a testimonianza della attività umana per i periodi più remoti, osservando attentamente il tessuto urbanistico del centro storico del paese si può immediatamente riconoscere l’impronta peculiare della colonizzazione romana e cioè la pianta a maglia ortogonale, in cui l’asse delle strade è orientato secondo l’inclinazione del Cardo Massimo di Aquileia e della centuriazione dell’agro. Palazzolo dello Stella non possiede manufatti architettonici di particolare valore artistico o storico. Interessante invece è il modo in cui in ogni epoca le architetture del centro abitato si sono sovrapposte a quelle che le avevano precedute, modo in cui si legge l’evoluzione di secoli di presenza umana sul territorio. Il sito, infatti, per le sue caratteristiche morfologiche si è prestato nei millenni allo sviluppo di insediamenti umani. L’abitato di Palazzolo di origine romana, situato fra l’antica Via Annia e il fiume Stella, ha mantenuto le proprie caratteristiche in quanto punto nodale di commerci fluviali e stradali. L’evoluzione da probabile presidio militare sulla Via Annia a centro annonario di un’area di colonizzazione romana, in posizione intermedia tra le due grandi città di Concordia e di Aquileia, si riflette anche sull’impianto urbano che si trasforma da precario accampamento (probabilmente costituito da capanne e difeso da palificati) a stabile struttura in muratura. In una fase successiva a quella del declino dell’impero Romano, è probabile la costruzione di un sistema difensivo nei pressi del fiume Stella che ha utilizzato i materiali delle costruzioni romane, come del resto testimoniano i numerosi reperti rinvenuti nell’area della attuale Pieve e della torre campanaria. L’insediamento difensivo continuò il proprio sviluppo intorno all’antichissima pieve intitolata a Santo Stefano Protomartire, sorta sul sito romano si suppone intorno al V sec. d.C., la cui giurisdizione si estendeva abbracciando grosso modo tutto il bacino dello Stella. Dalla dominazione longobarda di cui si è accennato in riferimento alla donazione sestense del 762 d.C., le documentazioni riferiscono di Palazzolo come sede di giudizio dell’avvocato patriarcale di Aquileia, del conte di Gorizia e gastaldia del Patriarcato di Aquileia (Bini 1988). Anche Piancada appare nella storia nel 1226 in un documento in cui viene menzionata come piccola villa soggetta al conte di Gorizia. Rispetto al ruolo di Palazzolo nel Patriarcato, questo non era secondario visto che strinse un’alleanza con Aquileia, Marano, Monfalcone, Cervignano a sostegno del Patriarca contro i nobili capeggiati dal conte di Gorizia. Questo costò a Palazzolo, nel 1382, la presa ed il saccheggio da parte di truppe udinesi e successivamente, 6 anni dopo, di quelle padovane alleate con i cividalesi. Nel 1420 si stabilì, infine la dominazione della repubblica di San Marco, Venezia. Durante la dominazione veneziana, nel 1513, il Senato della Repubblica Veneziana assegnò il paese come feudo al Nobile Girolamo Savorgnano che vi esercitò il potere di Giurisdicente. Nelle ulteriori trattative di pace definite durante la Dieta di Worms, si confermò l’assegnazione di palazzolo a Venezia. Ma quando una delegazione della repubblica veneta giunse nel paese per prenderne possesso, “quel degan non volse, dicendo voler stare sotto l’impero” e quel “degan” stava parlando certamente a nome della comunità. Non valsero quelle parole e Palazzolo si inserì nell’ambito della Repubblica di Venezia che aveva qui una sua area di confine con i territori “imperiali” di Precenicco con i quali i rapporti anche di concorrenza economica risultavano difficili. Subì la dominazione francese e quindi quella austriaca. Gli ideali risorgimentali si fecero sentire nella comunità di palazzolo se il palazzolese Luigi Riva fece parte della spedizione dei Mille con Garibaldi che addirittura accompagnò all’incontro di Teano. Dopo la III° guerra d’indipendenza, nel 1866, Palazzolo entrò a far parte del territorio nazionale assumendo per l’appunto la specificazione “dello Stella".

Centro rurale capoluogo del comune omonimo, fa parte dell’area geografica della Bassa Friulana ed è lambito dal corso del fiume Stella. Posto grosso modo al centro del vasto territorio comunale, è la sede del centro civico, commerciale e artigianale ed è, inoltre, residenza di numerosi piccoli proprietari agricoli. L’agricoltura rappresenta un’attività ancora oggi largamente praticata, determinando in modo marcato le caratteristiche del paesaggio. Palazzolo racchiude anche una inestimabile gemma naturalistica. Il suo territorio è infatti attraversato, da nord a sud, dal fiume Stella: il principale tra i fiumi di risorgiva. Il nostro paese è interessato dall’ultimo tratto del fiume, compreso il suo delta che si innesta direttamente nella laguna di Marano proprio nella zona riservata all’Oasi avifaunistica gestita dal W.W.F. Poiché il fiume è navigabile (con grosse imbarcazioni dalla foce al ponte pedonale tra la Casa del Marinaretto e la piazza di Precenicco e con piccole imbarcazioni da questo punto in sù), è quasi d’obbligo una escursione lungo lo Stella, partendo dalla foce e giungendo sino al porticciolo di Rivarotta. Negli ultimi anni l’attività canoistica è divenuta pratica corrente e, lungo il fiume, si possono incontrare i relativi punti di partenza e di approdo: uno di questi – un pontile in legno – è stato realizzato presso la Casa del Marinaretto a Piancada, di fronte al porto di Precenicco.

Sino ad oggi sono alcune decine i villaggi risalenti all’età neolitica (V°-IV° millennio a.C.) individuati in Friuli. Tra questi, di particolare importanza è l’insediamento neolitico scoperto nel 1992 a sud di Piancada, nel territorio del Comune di Palazzolo dello Stella. In questo sito infatti le strutture preistoriche si presentano ben conservate e non intaccate profondamente dalle arature. I sondaggi effettuati hanno messo in luce pozzetti-silos analoghi a quelli scoperti negli altri abitati, canalette, fosse di varia forma e dimensioni, testimonianze del villaggio che circa 6000 anni fa si ergeva nell’area. Abbondantissimo il materiale litico rinvenuto, costituito quasi esclusivamente da centinaia di scarti di lavorazione delle selci. Ciò indica che tra le attività principali degli abitanti preistorici di Piancada vi era sicuramente la lavorazione di questo materiale, che giungeva qui dal Veneto orientale in forma di blocchi grezzi. Da esso si ricavavano lame ed altri strumenti che venivano poi “esportati” in altre zone del sito o forse nei villaggi vicini. Il ritrovamento di eccezionale importanza che quest’area ha concesso, tuttavia, è costituito dal recupero dei resti di un’intera sepoltura riferibile agli abitanti neolitici del villaggio. La sua esposizione nella Casa del Marinaretto di Piancada, a poche centinaia di metri dal luogo del suo ritrovamento, consentono al visitatore di ammirare il più antico reperto umano ad oggi scoperto in Friuli. In epoche successive, la frequentazione del territorio di Palazzolo dello Stella da parte di gruppi umani è testimoniata nei periodi del Bronzo Recente e Finale e nella seguente età del Ferro (dal X sec. a.C. all’arrivo dei Romani), a cui sono da riferire i resti di un insediamento fortificato, uno dei cosiddetti “castellieri di pianura”, eretto da popolazioni paleovenete a controllo dell’attraversamento del fiume Stella. Nella zona occupata dall’odierno abitato di Palazzolo le testimonianze archeologiche romane si concentrano in due nuclei distinti. Il primo si localizza nell’area dell’attuale paese, dove vennero fatti in passato numerosi ritrovamenti già a partire dagli inizi del XIX sec. Se si osserva il tessuto urbano odierno del paese, si riscontra l’esistenza di uno schema regolare secondo cui le cinque strade principali sono disposte in modo parallelo ed equidistante. Tale reticolo, che sembra sottintendere un piano regolatore preventivo, risulta, inoltre, perpendicolare all’antico tracciato della via Annia. Il secondo nucleo corrisponde ad una vasta zona posta sulle rive dello Stella, fra la ss 14 e la ferrovia. che potrebbe identificarsi come l’area portuale, fornita di strutture a carattere commerciale, a servizio dell’abitato romano, coincidente con il primo nucleo. Un miglio più a valle dell’area portuale, inoltre, venne individuato sul fondo del fiume il relitto di un’imbarcazione di epoca romana con un carico di laterizi, probabilmente prodotti nel territorio circostante e destinati all’esportazione verso Aquileia o i centri costieri dell’alto Adriatico. Ulteriori testimonianze archeologiche di epoca romana riscontrabili nel territorio del Comune sono costituite nell’odierna campagna da affioramenti di frammenti di ceramica e laterizio, il materiale edilizio più largamente usato dai Romani in bassa pianura per l’architettura domestica rurale. In alcuni casi è possibile attribuire questi elementi, grazie alla particolare estensione dell’area di affioramento e alla qualità del materiale rinvenuto, alla presenza di una “villa rustica”, un insediamento dotato di una parte residenziale e di un settore agricolo-produttivo da essa distinta. Sembrano invece mancare nell’area di Palazzolo testimonianze relative ad impianti produttivi fornaciali, sebbene la fabbricazione laterizia sembri essere stata in età romana una delle principali attività economiche nell’ambito della bassa pianura friulana.

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