Un’azienda di famiglia plasmata dall’animo dei vignaioli e dei bottai che ne hanno fatta la storia fino ai giorni nostri.
È l’Azienda Agricola Costa ORO d’Etna, situata a Zafferana Etnea, 550 metri sul livello del mare, lungo le pendici del versante Est dell’Etna affacciato sul mar Jonio. 5 ettari di vitigni autoctoni che fanno da padrone in tre diversi impianti.
Circa 1 ettaro, la parte piu giovane del vigneto, è totalmente impiantato a Nerello Mascalese e allevato a cordone speronato (da qui ha origine lo spumante metodo classico). Poco più di 3 ettari, con un’età di più di 40 anni, allevati ad alberello appoggiato su filare e impiantati con uve rosse di Nerello Mascalese e Cappuccio e di uve bianche Carricante, Cataratto e Minnella a bacca bianca, miste cosi come da tradizione, per la produzione della collezione Vena Aetna nelle declinazioni bianco, rosato e rosso. Infine poco meno di 1 ettaro, posizionato su piccoli terrazzamenti realizzati con muri a secco in pietra lavica, la parte piu antica del vigneto, allevato col tradizionale metodo ad alberello. Da questo angolo, solo nelle annate migliori, viene prodotto un gioiello: De Rerum Aetna rosso, con cui l’azienda ha vinto una medaglia d’oro al Concorso enologico 2023. Un vino che porta l’epicità dell’Etna nel calice.
Il progetto è basato sulle tradizioni, ma con uno sguardo sempre attento alle innovazioni. Tradizione legata al bisnonno del proprietario Domenico Costa, Nonno Neddu, e alle sue parole N’lignu bastardu pi n’vinu bastardu (un legno di carattere per un vino con un gran carattere); ecco il motivo della scelta di affinare questo vino in una grande botte realizzata in solo castagno dell’Etna; innovazione nell’attenzione e nella cura posta alle fasi di produzione, dalla bassa temperatura di fermentazione all’affinamento sulle fecce nobili. Questo vino nasce dalla parte più antica del vigneto, più di 80 anni, totalmente impiantato a Nerello mascalese.
Le uve vengono raccolte manualmente e già selezionate in vigna, poste in piccole cassette e trasportate in cantina vengono diraspate e fatte fermentare a bassa temperatura, quasi come un bianco, per rubare al frutto tutta l’eleganza che detiene. Dopo la fermentazione sosta in acciaio per qualche mese sulle fecce fini con la tecnica del batonnage cosi da tenere in sospensione le particelle che ancora doneranno importanti elementi olfattivi e non solo a questo vino.
Si prosegue col lungo affinamento di 18 mesi in castagno, un legno duro, molto difficile da lavorare perché resinoso. Ancor di più il castagno dell’Etna, una varietà autoctona, ancora più tenace. Si tratta di una botte grande per consentire una lenta e delicata evoluzione. Per finire, dopo lo scossone a cui sottoposto durante l’imbottigliamento, il vino sosta in bottiglia ancora per almeno un anno. Poche bottiglie, circa 2500, che racchiudono l’essenza dell’Etna: energia ed eleganza.
Il colore carminio, quello della lava, il naso intenso e potente. L’impatto iniziale di note speziate, cacao in primis, ma poi tabacco, cuoio, lascia spazio a note fumè di incenso seguito da scorze di arancia secche e cannella. Prosegue con un bouquet di rose secche ed esplode con le note più rappresentative di questo territorio, di pietra bagnata, ma soprattutto di fiammifero appena acceso.
Un vino che porta sui crateri sommitali, quando la pietra lavica è colpita dal sole e l’Etna fa le bizze. Al palato un’esplosione di sapori. Sorprende per la freschezza che bilancia bene la parte alcolica donando grande bevibilità. Ma ciò che fa socchiudere gli occhi e sognare è la componente tannica ben presente, ma particolarmente vellutata, setosa insieme alla tipica sapidità dei vini etnei.