Comune di Atina

Sede amministrativa

Piazza Saturno 1 3042 Atina (Frosinone)

Enti e aziende del territorio

Identikit

La leggenda attribuisce ad Atina origini antichissime: sarebbe stata fondata da Saturno nella mitica età dell’oro, insieme ad altre 5 città del Lazio che cominciano con la lettera A e dette, appunto, città saturnie. Le fonti storiche e letterarie attestano con ragionevole certezza la sua esistenza in età preromana: è noto che in un passo dell’Eneide Virgilio la inserì tra le città che prepararono le armi in soccorso di Turno contro Enea.
Con tutta probabilità fu una città volsca, posta lungo la strada che congiungeva Sora con Casinum. Nel IV secolo a.C., quando al limitare della Valle del Liri la crescente potenza dei Sanniti viene in contatto con la presenza romana, la troviamo tra le città della Lega Sannitica, quasi certamente appartenente alla grande tribù dei Pentri, come Alife, Cassino e Venafro. Atina aveva un ruolo importante non solo per le vie di comunicazione tra Sannio, Campania e basso Lazio, ma anche per la vicinanza alle miniere di ferro del monte Meta. Conquistata dai Romani nel corso delle guerre sannitiche e inserita nella tribù Teretina, divenne prefettura e poi municipio. Fornì alla repubblica e all’impero validi amministratori e militari, soprattutto dopo la conclusione della guerra sociale nel 90 a.C. e la definitiva acquisizione della cittadinanza romana: Cicerone la definisce “Atina madre di molti uomini illustri, tanto che nessuna città d’Italia può dirsi più ricca”. Nell’organizzazione territoriale di Augusto fu inclusa nella I Regio, Lazio e Campania.
Distrutta dai Longobardi, fu ricostruita nel 626 ed entrò a far parte del Ducato di Benevento; nell’800 risulta sede vescovile, come si legge in un Diploma di Carlo Magno che ne descrive dettagliatamente l’estensione territoriale. Fece poi parte della contea di Capua ed infine del regno unificato dai Normanni, il Regno di Sicilia e poi del Regno di Napoli e delle Due Sicilie. Fece parte da allora e fino al 1860 della provincia di Terra di Lavoro. Alla fine del secolo XII fa parte dei domini di Montecassino; in seguito rientra nei possessi dei conti d’Aquino. Nel 1349 fu distrutta da un rovinoso terremoto e ricostruita qualche decennio dopo. Come buona parte della Valle di Comino fu inserita nella Contea di Alvito e poi Ducato di Alvito, sotto i Cantelmo, i Folch de Cardona e i Gallio, sia pure con una sua peculiare fisionomia cittadina.
All’iniziativa dei Visocchi è dovuta l’introduzione della cartiera nel 1845 e, sul finire del secolo, della connessa centrale idroelettrica di Castellone, nel territorio di Picinisco, che sfruttava la caduta delle acque del Melfa attraverso una condotta forzata. Lo sfruttamento delle miniere di ferro (prevalentemente limonite) del Meta, a cui la storia di Atina e della Valle di Comino è legata fin dalla più remota antichità, continuò con alterne vicende anche nell’epoca moderna, ed ebbe una ripresa a partire dal 1774, con la costruzione di una ferriera nella Valle di Canneto, chiusa nel 1799 durante l’occupazione francese. Nel 1852 il governo borbonico pensò ad uno sfruttamento deciso delle risorse minerarie della zona, con la costruzione della Magona o Ferriera in località Rosanisco. Questo progetto, che era in fase di completamento, si fermò dopo l’occupazione piemontese del 1860.

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