Città del Vino lancia l’Urban Food Planning

22/03/2017

Dopo il “Piano Regolatore del Vino” un nuovo strumento di pianificazione al servizio di Comuni, borghi e territori a vocazione enogastronomica. Il cibo e l’agricoltura diventano materia per urbanisti, architetti e sociologi dell’ambiente. Le prime iniziative a Toronto e Calgary in Canada e in Regno Unito a Bristol

Città e campagna saranno più vicine e più integrate con l’Urban Food Planning, un nuovo strumento di pianificazione e riorganizzazione dei territori a vocazione enogastronomica.
Questo filone dell’urbanistica e della gestione ambientale muove i primi passi in Italia grazie a un ambizioso progetto dell’Associazione Nazionale Città del Vino. Progetto che rappresenta la naturale evoluzione dei Piani Regolatori del Vino. L’Urban Food Planning è infatti la nuova frontiera dello sviluppo sostenibile di città e aree metropolitane, un programma complesso che parte da valutazioni semplici e quotidiane: il cibo, al centro della nostra vita, ha evidenti connessioni con l’ambiente e il paesaggio, pone questioni di democrazia alimentare, problemi per i Paesi ricchi (es. diabete e obesità), costi occulti per il sistema sanitario ed è volano per le economie locali ma anche motivo di viaggio e scoperta dei territori. Sulla base di tali implicazioni le Città del Vino stanno promuovendo tra i 407 Comuni associati questo innovativo strumento di programmazione urbanistica e rurale che mette l’agricoltura al centro del futuro.

A curare il progetto per le Città del Vino è Davide Marino, professore di “Economia del Gusto” all’Università del Molise. “Le Città del Vino hanno promosso strumenti innovativi come i Piani Regolatori del Vino, di grande interesse culturale oltre che di pianificazione -premette il professor Marino -. Ma oggi possiamo proseguire su questa linea con uno strumento più aggiornato ed evoluto, l’Urban Food Planning, già sperimentato e adottato all’estero. Con il nuovo approccio il cibo e l’agricoltura divengono elementi centrali di una città o di una rete di Comuni e territori per un nuovo assetto delle funzioni paesaggistiche, economiche, sociali, ambientali, culturali e logistiche.  A Milano, Parma e Torino si sta sperimentando la food policy, che qualifica la qualità del cibo, delle mense, etc, ma altra cosa – sottolinea Marino – è la pianificazione attorno al cibo, intesa come un’estensione dei piani regolatori”.

L’Urban Food Planning è un modello di rioganizzazione di città e territori che sta incontrando un clima di favore nel mondo anglosassone, in particolare in Canada e Regno Unito. Toronto si è attestata come leader in Nord America nel movimento globale per il cibo sostenibile attraverso progetti innovativi di piccola e media scala. Il Toronto Food Policy Council (TFPC) è stato fondato nel 1991 per connettere professionalità ed esperienze provenienti dai settori alimentare, agricolo e sociale con l’obiettivo di sviluppare politiche innovative e progetti che sostengano un sistema alimentare basato sulla salute e il benessere. I membri del TFPC hanno il compito di individuare i problemi emergenti legati al settore alimentare d’impatto sulle città, promuovendo innovazioni e facilitando lo sviluppo di una politica alimentare.
Toronto ha anche promosso il programma GrowTo Urban Agriculture Action Plan, il cui obiettivo è riunire gli stakeholder coinvolti nell’agricoltura urbana della città, proporre soluzioni di sostegno da parte dell’amministrazione, individuare opportunità di sviluppo socio-economico e soluzioni politiche e azioni sul campo per lo sviluppo di forme di agricoltura urbana e peri-urbana.

Calgary, sempre in Canada, ha istituito un organo pubblico – il Calgary Food Committee – che ha il compito di promuovere l’accessibilità fisica, economica e sociale a un cibo sano e nutriente; la sicurezza nelle forniture di cibo non soggetto a fluttuazioni dei prezzi o ad emergenze naturali; un sistema alimentare che favorisca lo sviluppo della comunità; la sostenibilità ambientale delle produzioni alimentari della regione dell’Alberta; e opportunità economiche inclusive e sostenibili.
Il principale documento di indirizzo dichiara che la pianificazione attorno al tema del cibo rappresenta valide opportunità per migliorare la qualità della vita e adottare un sistema alimentare sostenibile capace di rafforzare altre politiche urbane (trasporti, sviluppo, controllo delle emissioni, etc.). Anche nel caso di Calgary vengono favorite l’agricoltura urbana, gli orti urbani e i programmi educativi sul tema dei rifiuti.

Infine Bristol. La cittadina inglese ha inaugurato il suo Food Policy Council nel marzo 2011 durante la Bristol Food Conference, diventando la prima città del Regno Unito ad avere un organo dedicato alle politiche alimentari. La nascita del Food Policy Council è stata fortemente auspicata a seguito delle raccomandazioni contenute nel rapporto Who Feeds Bristol. Il documento analizza lo stato del sistema alimentare urbano attraverso un approccio olistico, che evidenzia punti di forza e vulnerabilità, suggerendo una serie di azioni politiche. Il Consiglio rappresenta diverse organizzazioni con competenze ed esperienze nei settori della produzione alimentare locale, della trasformazione, della distribuzione e della vendita al dettaglio, così come della politica alimentare.