La nascita di un Ministero dedicato all’Ambiente e Transizione ecologica è un’ulteriore, scontata conferma di quanto la Green Economy sia una delle chiavi per uscire dalla crisi, un dato incontrovertibile al centro anche del dibattito sul Recovery Plan della Ue e del recente manifesto "Uscire dalla pandemia con un nuovo Green Deal per l’Italia", sottoscritto finora da 110 esponenti di imprese e organizzazioni di imprese. Il rapporto pubblicato da Circular Economy Network ed Enea, relativo al 2019, rleva che l’Italia è la prima nazione in Europa per indice di circolarità, ovvero “il valore attribuito secondo il grado di uso efficiente delle risorse in cinque categorie: produzione, consumo, gestione rifiuti, mercato delle materie prime seconde, investimenti e occupazione”. L’ultimo rapporto GreenItaly 2020 di fondazione Symbola e Unioncamere, che analizza punti di forza e capacità di risposta alla crisi causata dalla pandemia, non solo evidenzia la maggiore resilienza delle imprese italiane green e circolari ma conta 3,1 milioni di occupati nell’economia “verde” e 432mila imprese che negli ultimi cinque anni hanno investito nel settore, con un incremento dell’occupazione nel settore green del 3,4% dal 2017 al 2018. Secondo il primo Rapporto AGRIcoltura100, promosso da Reale Mutua in collaborazione con Confagricoltura e realizzato da Innovation Team del Gruppo Cerved su un panel di 1.850 aziende agricole di tutte le regioni e comparti produttivi, la sostenibilità aiuta le imprese agricole a crescere, rendendole più innovative, competitive e migliorando la qualità dell’occupazione; circa un’azienda del settore su due (48,1%) è particolarmente impegnata sul tema della sostenibilità; l’attenzione alla sostenibilità, per una buona metà di imprese, esce rafforzata dalla pandemia che ha portato a mutamenti nella cultura aziendale; il 38,8% delle aziende agricole in Italia ha una qualità dello sviluppo alta o medio-alta.
Promuovere la bioeconomia rigenerativa Tutelando e valorizzando il capitale naturale e la fertilità dei suoli, l’Italia deve puntare di più sullo sviluppo di una bioeconomia rigenerativa – parte importante di un’economia circolare – che assicuri prioritariamente la sicurezza alimentare e l’agricoltura di qualità e che alimenti anche le filiere innovative, integrate nei territori, dei biomateriali, nonché la restituzione di sostanza organica ai suoli e la produzione di energie rinnovabili, con coltivazioni in aree marginali, con prelievi sostenibili di biomassa forestale e con l’utilizzo di scarti e rifiuti organici. (fonte: Circular Economy Network- Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile) |
Per quanto riguarda l’investimento nell’innovazione nell’economia circolare, il nostro Paese occupa, tuttavia, una posizione molto bassa nella classifica europea. Investire sull’economia verde è, al contrario, nello stesso tempo un dovere e un’opportunità, da anni focus degli interventi del Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 69 organizzazioni di imprese, tra le quali anche l’Associazione nazionale delle Città del Vino. -1 (di Alessandra Calzecchi Onesti)
CANTINE GREEN AD ALTO VALORE AMBIENTALE
UNA SFIDA PER IL FUTURO CHE PER MOLTE AZIENDE ITALIANE È GIÀ REALTÀ
PROGETTI DI VITICOLTURA SOSTENIBILE NEL MONDO E IN ITALIA
“LA CARBON FOOTPRINT DEL VINO”:CANTINA SALCHETODI MONTEPULCIANO (SI)
“LA BIOARCHITETTURA IN CANTINA”: CANTINA LA SERENA DI MONTALCINO (SI)
“COLTIVARE ENERGIA”: MARCHESI GINORI LISCI DI PONTEGINORI (PI)
“MIGLIORE CANTINA GREEN D’ITALIA”: LE CARLINE DI PRAMAGGIORE (VE)
“ARCHITETTURA IN ARMONIA CON LA NATURA: KELLEREI BOZEN”:CANTINA PRODUTTORI BOLZANO (BZ)