Buon appetito Kim

08/05/2017

 BUON APPETITO KIM, AMATISSIMO LEADER

di Vincenzo Coli

 

Ad Alessandro Magno avvelenarono la coppa del vino. Agrippina madre di Nerone cucinò all’imperatore Claudio funghi tossici. Che furono fatali anche a un altro imperatore, Carlo VI, e al musicista Johann Schubert. Papa Clemente VII morì dopo un lauto banchetto. Lucrezia Borgia serviva manicaretti conditi con la micidiale cantarella. Puškin ha scritto che Mozart dopo il dessert bevve un liquorino al mercurio regalatogli dall’invidioso Salieri, perciò la sua Messa in Requiem è rimasta incompiuta. Arafat fu contaminato per anni da pietanze al polonio. Michele Sindona, in cella, rivolse le ultime parole a un secondino: “Che cosa hai messo nel caffè, che ho bevuto su da te?”; replay di quanto accaduto trent’anni prima a Gaspare Pisciotta. Stessa idea, tra i 637 progetti elaborati, aveva avuto la CIA per eliminare Fidel Castro, ma il Lider Maximo per prudenza si portava la moka da casa, e infatti è morto nel suo letto. A papa Luciani, ogni sera prima di coricarsi, le monache recavano una bella tisana calda, finchè non spuntò una manina… Rasputin resistette ai pasticcini francesi avvelenati col cianuro solo perché aveva un fisico eccezionale, e ci vollero una grandinata di pallottole per stenderlo.

 

Dicono che a tavola non s’invecchia. Ma i potenti e i genii bersagliati da mortali gelosie rischiano seriamente di stendere i tacchi prima di finire la digestione. Per venire ai giorni nostri, i bookmaker londinesi quotano quasi alla pari – nel senso che valutano probabilissima l’eventualità nefasta – Kim Jong-un, despota della Corea del Nord. Il quale è sì protetto da un apparato di sicurezza impressionante, ma quanto mai potrà dormire serenamente un tizio che – notizie provenienti da Seul e Honk Kong, capitali non proprio amiche, quindi tutte da verificare – avrebbe fatto nell’ordine: sbranare dai cani lo zio rivale politico; giustiziare l’ex fidanzata cantante rock insieme al suo gruppo musicale per aver girato un video porno; bruciare vivo col lanciafiamme un funzionario non abbastanza zelante; colpire personalmente col mortaio un generale scoperto ubriaco durante il lutto per la morte del padre Kim Il Sung; uccidere col gas nervino il fratellastro Kim Jong Un, che si stava allargando troppo; infine fucilare il progettista di un aeroporto perchè il giorno inaugurale la dislocazione scomoda del bar aveva costretto il Presidente a camminare troppo. Nessuno invece sa spiegare come l’abbia fatta franca il parrucchiere che anni fa sperimentò sul narcisissimo tiranno quell’inguardabile taglio a scodella, incredibilmente piaciutogli e divenuto il suo brand iconico. Ma immaginatevi gli attimi di terrore al momento di porgergli lo specchio.

 

Vedendo in tv Kim salutare militarmente la truppa schierata e al suo fianco un portabandiera procedere col passo dell’oca cadenzato istericamente, si rabbrividisce per la sorte del poveretto: basta perdere il passo, inciampare, franare addosso al Supremo, e il plotone d’esecuzione è già bello e pronto. Chi conserva il potere praticando la violenza, soprattutto se lo fa con modalità ripugnanti, contempla per forza la possibilità di essere inghiottito nella spirale da lui stesso generata. Anche se i dittatori di solito reputano di essere idolatrati dal loro popolo, a parte qualche raro nemico incorreggibile, quindi destinato a scomparire. Ma siccome la prudenza non è mai troppa, le solite fonti raccontano di una schiera di assaggiatori impegnati a verificare ogni giorno la natura benigna di pranzo e cena: riso in bianco, anatra glassata, maiale grigliato, stufato piccante, granchi marinati, polpi, calamari, e tante tazze di sakè. Lavoro lungo e impegnativo, perchè Kim si nutre con una certa soddisfazione, e si vede pure.

 

Ai tempi della guerra fredda, infiltrare una spia capace di spezzare una fialetta nell’attimo del passaggio dalla bocca del degustatore a quella del Capo, sarebbe stato uno scherzo. Ma oggi la parola è tornata ai cannoni, alle bombe-madri e alle testate nucleari, e si prospettano guerre prolungate e molto, molto lucrose. Follia vs speculazione, bella lotta. Per cui nessuno si può più permettere di rovinare il business dei costruttori d’armi con la somministrazione quasi indolore di una banale pozione da strega. Insomma, ai bookmaker londinesi suggerirei di rivedere le quote al rialzo. Mentre il mondo intorno a lui brucia, il giovane Kim ha davanti a sé tutto il tempo per diventare diabetico e grande obeso.