Un’azienda che già nel nome racchiude il suo legame con il territorio e 100 anni di storia familiare. È Bocale, appellativo con cui viene identificata da sempre la famiglia Valentini di Montefalco, ma anche il termine dialettale che sta ad indicare il boccale da due litri di vino o olio.
Nata principalmente per il soddisfare il fabbisogno familiare e vendere vino e olio sfusi, l’azienda Valentini ha cambiato veste alla fine degli anni 90 – pur continuando a fare tesoro di quell’antica passione per il vino tramandata per tre generazioni – ed è diventata Bocale nel 2002 con Valentino Valentini che, tra il 2006 e il 2009, in qualità di presidente dell’Associazione Città del Vino, sotto la guida del “maestro” Paolo Benvenuti, come lui stesso lo definisce, ha avuto modo di conoscere i personaggi ed i territori del vino italiano.
L’azienda si estende su 10 ettari di cui 6 vitati ed ha una produzione annua media di 40.000 bottiglie tra Montefalco Rosso, Montefalco Sagrantino, Montefalco Sagrantino Ennio, Trebbiano Spoletino, Montefalco Sagrantino Passito e Grappa di Sagrantino, espressioni autentiche del territorio nel pieno rispetto dell’ambiente e del consumatore.
Il vigneto è trattato con la tecnica dell’inerbimento, con concimazione organica e minerale senza l’impiego di prodotti chimici o diserbanti; un’attenzione verso la sostenibilità suggellata con l’avvio del percorso di conversione alla certificazione BIO nel 2020.
Inoltre, a sottolineare l’impegno di Bocale nei confronti dell’ambiente, da 13 anni l’energia utilizzata per l’intero ciclo produttivo è da fonte rinnovabile, attraverso un impianto fotovoltaico, cui si è aggiunto un secondo impianto di stoccaggio energetico che, nell’agosto 2023, ha permesso all’azienda di essere autonoma al 100%.
Prodotti con un processo artigianale che consente di esaltare le loro caratteristiche varietali e territoriali, i vini per il 70% della produzione sono destinati all’estero, per lo più nord America, mentre il restante 30% è venduto principalmente in azienda.
Nel 2023, considerando le fin troppo abbondanti precipitazioni del mese di giugno e i parassiti delle vite, l’uva, in lieve ritardo di maturazione, darà vita a vini eccellenti e di grande personalità, seppur con quantità ridotte rispetto agli anni passati.