Auguri alla DOCG Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada

17/06/2022

L’Associazione nazionale Città del Vino, che conta tra i suoi Comuni un gran numero di città legate ai disciplinari delle denominazioni storiche, vuole celebrare i 50 anni dei vini che hanno ottenuto la certificazione nel 1972 con articoli, eventi e approfondimenti. Iniziamo proponendo una scheda con le caratteristiche e gli abbinamenti di queste DOC (alcune delle quali sono nel frattempo diventate DOCG).

 

DOLCETTO DI OVADA SUPERIORE o OVADA

Disciplinare: Approvato con DPR 01.09.1972 (G.U. 311-30.11.1972) e poi riconosciuto DOCG con DM 17.09.2008 (G.U. 229 del 30.09.2008)

Regione: Piemonte

Provincia/e: Alessandria

Enoregione/i: ALTO MONFERRATO, TERRE DEL GAVI E TERRE DEL MOSCATO

Città del Vino:   Comune di Tagliolo MonferratoComune di Ovada

Tipologie: Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada; Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada Riserva; Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada Vigna; Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada Vigna Riserva.

Vitigno/i: Dolcetto

Cenni storici e/o geografici: Da terreni argillosi, tufacei, calcarei e loro eventuali combinazioni, posti esclusivamente in zone collinari ad altitudini fino ai 600m s.l.m. deriva questo vino prodotto esclusivamente con uve Dolcetto, in una delle zone più vocate del Piemonte meridionale. La sua zona di produzione è il Monferrato e in particolare le colline che caratterizzano i territori dell’ovadese. L’area è prevalentemente collinare con forti pendenze e si snoda attorno al corso del fiume Orba. I vigneti, impiantati solo nelle zone collinari in altitudini non superiori ai 600 m. sul livello mare con una densità di impianto non inferiore ai 4.000 ceppi ettaro, sono coltivati con forme tradizionali di allevamento, controspalliera con vegetazione assurgente e forma di potatura a guyot. Le caratteristiche dei terreni esaltano le caratteristiche migliori delle uve dolcetto di cui la denominazione è costituita permettendo di ottenere vini più profumati e di qualità. La coltivazione del vitigno si è espansa in modo particolare a partire dall’800 anche se ha caratterizzato da sempre i

vigneti della zona, al punto di essere stato anche definito Uva di Ovada, o, dai naturalisti, Uva Ovadensis. Pur avendo caratteristiche atte all’invecchiamento, è un vino di pronta bevibilità e le moderate acidità totale e gradazione alcolica.

 

Prodotto: FILETTO BACIATO DI PONZONE (PAT)

Descrizione: Specialità del Monferrato costituita da un piccolo filetto di suino avvolto in un impasto di salame (tre parti di carni suine scelte e una di grasso) macinato grossolanamente e conciato con sale, pepe tritato, noce moscata, aglio, vino rosso e salnitro. Si spalma questo composto su un budello naturale tagliato in lunghezza, si pone al centro il filetto – precedentemente marinato con sale e spezie – e si arrotola, legandolo e dandogli una forma un po’ tonda. Il segreto di questo singolare prodotto consiste sia nella capacità di mantenere aderenti le due componenti, che durante la stagionatura (dai tre ai sei mesi) tendono a separarsi, sia nel microclima che nasce dall’incrociarsi dei venti provenienti dal continente con quelli del Tirreno, indispensabile per ottenere una perfetta maturazione. Si gusta tagliato a fette sottilissime.

 

Piatto: AGNOLOTTI NEL VINO (O I ANLOTI ANT’EI VEIN)

Descrizione: Nasce da una tradizione antica questo particolarissimo piatto di Ovada, nell’Alessandrino, in cui il Dolcetto esalta i sapori dello stracotto che farcisce i ravioli, ma richiama il sorbir d’agnoli (o bevr’in ven) mantovano (agnolini in brodo serviti nelle tazze individuali cosparsi di Grana e innaffiati di Lambrusco). Per preparare il ripieno si fanno prima rosolare della polpa di manzo o di coniglio e di maiale in una casseruola con aglio, salvia e olio e si porta a cottura, a fuoco basso e coperto, bagnando con un po’ di brodo di carne. Si aggiunge della salsiccia rosolata e si macina il tutto insieme a scarola (o borragine o bietola) scottata, uova, Parmigiano Reggiano (DOP) grattugiato, maggiorana e una spolverata di noce moscata grattugiata. Con questo impasto si farcisce una sfoglia di uova e farina tagliata e ripiegata in modo da ottenere gli agnolotti, da cuocere in acqua salata, disporre in grosse scodelle individuali e coprire di vino rosso (Dolcetto o Barbera).