Auguri al Sizzano

08/03/2019

L’Associazione nazionale Città del Vino, che conta tra i suoi Comuni un gran numero di  città legate ai disciplinari delle denominazioni storiche,  vuole celebrare i 50 anni dei vini che hanno ottenuto la certificazione nel 1969 con articoli, eventi e approfondimenti. Iniziamo proponendo una scheda con le caratteristiche e gli abbinamenti di queste DOC (alcune delle quali sono nel frattempo diventate DOCG).

 

SIZZANO

Disciplinare: approvato DOC con Dpr 18.07.69  (G.U. 225 – 04.09.1969)

Regione: Piemonte 

Provincia/e: Novara, Vercelli, Biella

Città del Vino: Brusnengo, Maggiora, Gattinara, Ghemme, Lessona, Villa del Bosco, Suno, Briona, Bogogno, Boca, Sizzano, Romagnano Sesia, Roasio, Mezzomerico

Tipologie: Sizzano e Sizzano Riserva

Vitigni: Nebbiolo (Spanna) dal 50% al 70%; Vespolina ed Uva rara (Bonarda novarese) da sole o congiuntamente dal 30 al 50%.

Cenni storici e/o geografici: La viticoltura da cui origina questo vino si sviluppa sul versante orientale della valle del Sesia , una lunga collina morenica che si sviluppa su un asse nord-sud: un altopiano prevalentemente argilloso diviso in due strisce collinari. Terreni più profondi ed argillosi nella parte alta della collina, più ciottolosi e più sciolti lungo i versanti più occidentali che scendono verso il fondo valle. Qui i sistemi adottati nella coltura della vite mutarono gradualmente, perfezionando nei secoli la coltivazione e la qualità dei vitigni. L’esperienza maturata negli anni ha affinato la tecnica di coltivazione, ottimizzando le rese produttive dei vitigni della zona della doc, ottenendo buoni tenori zuccherini, grandi profumi ed ottime evoluzioni nel tempo. La fama del vino sizzanese nei tempi moderni, si deve al grande statista piemontese Camillo Benso conte di Cavour, proprietario di vaste estensioni terriere e di aziende agricole, ma il vino era già apprezzato nel periodo rinascimentale e considerato di grande qualità.

Descrizione: Il Sizzano, anche con menzione vigna, all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche: colore rosso rubino con riflessi di granato; odore vinoso, caratteristico, con lievi sentori di violetta, fine e gradevole; sapore asciutto, sapido, armonico; titolo alcolometrico volumico totale minimo 12,00% vol; acidità totale minima: 4,5 g/l; estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l. L’immissione al consumo è consentita soltanto a partire dal 1° settembre del secondo anno (terzo per il Riserva )successivo a quello della vendemmia.

Abbinamenti: Si accompagna perfettamente con carni arrosto e grigliate, formaggi stagionati e fonduta.

 

Prodotto: SALAME D’OCA (o Graton d’oca) (PAT)

Il graton d’oca è una specialità novarese, diverso dal salame d’oca ecumenico (così chiamato perché soddisfa i dettami gastronomici delle tre religioni monoteiste: cristiana, ebraica e musulmana) che si produce in Lomellina solo con carne di oca e senza grasso di maiale. L’impasto – per un terzo di carne d’oca cruda e tritata, un terzo di carne magra di maiale e un terzo di grasso e pancetta – è condito con sale, spezie odorose, vino bianco o marsala, e imbudellato nella pelle d’oca e cotta. Si conserva per più di dodici giorni, ha un colore tendenzialmente chiaro e può essere consumato crudo o cotto.

 

Piatto:  Bagna Càuda

Condimento per eccellenza del Piemonte, si gusta in autunno e inverno e viene consumato in occasione di incontri speciali. E’ abitudine presentarlo su un ampio piatto da portata posto al centro della tavola insieme a diversi tipi di verdure da intingere nella salsa a base di burro, olio extravergine di oliva, aglio, acciughe sotto sale.