Auguri al Friuli Grave

26/05/2020

L’Associazione nazionale Città del Vino, che conta tra i suoi Comuni un gran numero di  città legate ai disciplinari delle denominazioni storiche,  vuole celebrare i 50 anni dei vini che hanno ottenuto la certificazione nel 1970 con articoli, eventi e approfondimenti. Iniziamo proponendo una scheda con le caratteristiche e gli abbinamenti di queste DOC (alcune delle quali sono nel frattempo diventate DOCG).

 

FRIULI GRAVE

Disciplinare: Approvato con DPR 20.07.1970 (GU  244 – 26.09.1970)

Regione: Friuli-Venezia Giulia

Provincia/e: Pordenone e Udine

Enoregione/i: GRAVE DEL FRIULI, PIANURA FRIULANA

Città del Vino: Comune di Trivignano UdineseComune di Sequals Comune di San Giorgio della RichinveldaComune di PremariaccoComune di ManzanoComune di Corno di RosazzoComune di Cividale del FriuliComune di Chiopris VisconeComune di Casarsa della DeliziaComune di Camino al TagliamentoComune di ButtrioComune di Bertiolo

Tipologie: Friuli Grave Bianco (anche Superiore e Spumante), Friuli Grave Rosso (anche Superiore e Novello), Friuli Grave Rosato (anche Frizzante), Friuli Grave Chardonnay (anche Superiore, Frizzante e Spumante),Friuli Grave Pinot Bianco (anche Superiore, Frizzante e Spumante),  Friuli Grave Pinot Grigio, Friuli Grave Riesling (anche Superiore),Friuli Grave Sauvignon (anche Superiore), Friuli Grave Friulano(anche Superiore), Friuli Grave Traminer (anche Superiore), Friuli Grave  Verduzzo Friulano (anche Superiore e Frizzante), Friuli Grave Cabernet (anche Superiore), Friuli Grave Cabernet Franc (anche Superiore), Friuli Grave Cabernet Sauvignon (anche Superiore), Friuli Grave Merlot (anche Superiore), Friuli Grave Pinot Nero (anche Superiore e Spumante), Friuli Grave Refosco Dal Peduncolo Rosso (anche Superiore).

Vitigni: Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Riesling Renano, Sauvignon, Tocai Friulano, Traminer Aromatico, Verduzzo Friulano, Cabernet, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Pinot Nero, Refosco Dal Peduncolo Rosso.

Cenni storici e/o geografici: La vitivinicoltura nella zona ha storia antica, le sue origini risalgono al 700 a.C come si evince dalle testimonianze raccolte nelle antiche scritture greche e romane e successivamente avvalorate durante la colonizzazione romana come testimoniano gli scritti di Tito Livio e Strabone. Successive testimonianze del 1300 attestando i rifornimenti presso cantine locali da parte delle botteghe e dei casati nobiliari veneziani. Da ricordare che la città di Sacile è tuttora denominata “il giardino della Serenissima” in quanto i signori veneziani all’inizio del 1400 la scelsero quale luogo di villeggiatura e punto di riferimento per i loro commerci. Inoltre, nei pressi di Codroipo si erge il maestoso complesso di Villa Manin edificata nel Seicento da Ludovico I Manin per celebrare la ricchezza e la potenza della sua casata e utilizzata come casa di campagna; in particolare nella barchessa di ponente erano collocate le cantine e i granai. In un’ordinanza del 1549, Pietro Morosini, luogotenente della Serenissima Repubblica di Venezia a Udine, ammoniva a non danneggiare le viti e le altre colture perché “… essendo verissimo e chiarissimo che il principal merto e sostentamento della magnifica città di Udine e di tutta la Patria del Friuli è la raccolta del vino e del grano, che si vende e si commuta con la nazione di Germania, cadun amatore del bene universale et anche particolare, deve con ogni studio attendere et in vigilar che tale e così fruttoso avviamento del vino si aumenti e non si diminuisca”. A cavallo tra il XIX ed il XX secolo peronospora, oidio e soprattutto fillossera rischiarono seriamente di compromettere una storia di quasi 2.000 anni. La scoperta dell’efficacia di rame e zolfo contro le due ampelopatie fungine e l’introduzione di portinnesti americani per difendersi dalla fillossera contribuiscono in maniera determinante al rilancio della moderna viticoltura nella zona. Per esempio è certo che il Merlot giunse nel 1880, portatovi dal senatore Pecile e dal conte Savorgnan di Brazzà. Dai primi impianti di Fagagna e di San Giorgio della Richinvelda passò ad altri vigneti ed oggi lo si ritrova in varie parti d’Italia. Infine a inizio Novecento nella zona si sviluppò l’attività vivaistico-viticola che segnò l’inizio ufficiale di un lavoro che tutto il mondo viticolo nazionale e internazionale avrebbe conosciuto ed apprezzato grazie alla produzione e all’esportazione di barbatelle facendo diventare Rauscedo la principale zona a livello mondiale di produzione di giovani viti.

Abbinamenti: Gli abbinamenti variano a seconda delle tante tipologie: piatti a base di pesce, come il brodetto, il pesce alla griglia o il risotto ai gamberetti, formaggi tradizionali come il malga e il latteria, salumi come lo speck di Sauris, il salame d’oca e la peta della Val Cellina.

 

Prodotto: PETA (O PETUCCIA O PETINA O PITINA) (IGP e Presidio Slow Food)

Descrizione: «Insaccato non insaccato», ovvero un particolare salume prodotto nelle Valli del Pordenonese con carne di selvaggina, oggi più spesso di capra o montone anche mescolata con carne di manzo, finemente macinata e impastata con una concia di sale, pepe, finocchio selvatico (caren in dialetto locale) o altre erbe. L’impasto è poi pressato o insaccato (a forma di polpetta, mattonella o salame) e messo ad affumicare, per tre o quattro giorni, al fumo di legna di faggio e rami di ginepro. Insaporito con funghi o tartufi, si consuma stagionato, cotto alla brace o con la polenta.

 

Piatto: GNOCCHI DI ZUCCA

Descrizione: In tutto il Nord Italia la zucca è molto usata in cucina e la paternità di questo primo piatto dal sapore dolce e delicato è contesa tra Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto e Friuli. Nell’Udinese, dove con questa cucurbitacea si preparano anche pane, liquori e marmellata, gli gnocchi si fanno con la zucca privata della scorza, cotta nel forno, in acqua o a vapore e passata al setaccio. Si mescola con sale, uova e farina, fino a ottenere un morbido impasto che, raccolto con un cucchiaino, è spinto con un dito nell’acqua bollente per la cottura. Scolati con l’aiuto di un mestolo forato appena vengono a galla, gli gnocchi vanno subito conditi con burro fuso, salvia e ricotta affumicata grattugiata, sale e pepe a piacere.

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