Auguri al Brachetto d’Acqui

18/03/2019

L’Associazione nazionale Città del Vino, che conta tra i suoi Comuni un gran numero di  città legate ai disciplinari delle denominazioni storiche,  vuole celebrare i 50 anni dei vini che hanno ottenuto la certificazione nel 1969 con articoli, eventi e approfondimenti. Iniziamo proponendo una scheda con le caratteristiche e gli abbinamenti di queste DOC (alcune delle quali sono nel frattempo diventate DOCG).

 

BRACHETTO D’ACQUI O ACQUI

Disciplinare: Approvato DOC con DPR 13.08.1969 (G.U. 282 – 07.11.1969), ), poi DOCG con DM 24.04.1996 (G.U. 132 – 07.06.1996)

Regione: Piemonte

Provincia/e: Asti, Alessandria

Città del Vino: Strevi, Quaranti, Nizza Monferrato, Mombaruzzo, Calamandrana, Alice Bel Colle

Tipologie: Brachetto d’Acqui o Acqui, Brachetto d’Acqui o Acqui Spumante, Brachetto d’Acqui o Acqui Passito

Vitigni: 97% Brachetto – 3% vitigni idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte

Cenni storici e/o geografici: vini a DOCG “Brachetto d’Acqui” o “Acqui”, nelle diverse tipologie, vengono prodotti in purezza utilizzando il vitigno Brachetto, dotato di un caratteristico e pregevole ventaglio aromatico. Le peculiarità che questa varietà conferisce alla denominazione sono in stretto legame con la sapiente conduzione del vigneto da parte del vignaiolo. La forma di allevamento più diffusa è il Guyot che, grazie ad una vigoria contenuta della pianta, esprime uve di altissima qualità. Grazie ad un produttore rispettoso della tradizione ma lungimirante quale Arturo Bersano, intorno agli anni 50, mise a punto un Brachetto spumante vinificato in autoclave con metodo Charmat. Le caratteristiche del Brachetto d’Acqui docg sono date principalmente da quelle del territorio di produzione, l’Alto Monferrato (composizione argillosa nella zona di Nizza Monferrato, sabbia e limo nell’acquese), che influiscono nettamente ed in modo rilevante sulle sfumature olfattive delle uve prodotte e dei vini derivanti. Il Brachetto è un vitigno coltivato esclusivamente in Piemonte e in una zona dell’Argentina: il grappolo è di media grandezza o medio-piccolo, cilindrico e alato, con acini di media grandezza, ellissoidali, blu-violacei con buona quantità di pruina; è ideale per la produzione di vini dolci, aromatici, frizzanti o spumanti e per passiti.  

Descrizione: Brachetto d’Acqui o Acqui: colore rosso rubino di media intensità e tendente al granato chiaro o rosato; aroma muschiato, molto delicato, caratteristico; sapore dolce, morbido, delicato. Brachetto d’Acqui o Acqui Spumante: spuma fine, persistente; limpidezza: brillante; colore rosso rubino di media intensità e tendente al granato chiaro o rosato; aroma muschiato molto delicato; sapore dolce, morbido, delicato, caratteristico. Brachetto d’Acqui o Acqui Passito: colore rosso rubino di media intensità talvolta tendente al granato; aroma muschiato, molto delicato, caratteristico del vitigno Brachetto, talvolta con sentore di legno; sapore dolce, aroma muschiato, armonico, vellutato, talvolta con sentore di legno.

Abbinamenti: Grazie al suo intenso profumo di rosa, al gusto delicato ed alla bassa gradazione alcolica, bene accompagna i dessert più elaborati e le macedonie di frutta (particolarmente adatto con le fragole e le crostate di frutta).

 

Prodotto: BRUTTI E BUONI (O BRUT E BON)  (PAT)

Descrizione: Pasticcini secchi, leggeri e friabili i cui ingredienti variano leggermente da zona a zona. Al bianco dell’uovo montato a neve con zucchero e vaniglia si incorporano le nocciole frantumate con il matterello, quindi si cuoce il tutto a fuoco medio per circa venti minuti, continuando ad amalgamare con un frustino. Se ne ricavano poi dei mucchietti irregolari da infornare a temperatura molto bassa, ben distanziati sulle teglie imburrate, fino a quando assumono un colore nocciola carico. Restano fragranti a lungo se conservati in una scatola di latta. A Borgomanero, in provincia di Novara, si fanno con le mandorle, in altre zone del Piemonte con le noci. Si possono trovare anche aromatizzati alla cannella o ricoperti di cioccolato. Naturalmente le nocciole devono essere del tipo Tonda Gentile (IGP), le stesse con cui si prepara la celebre Torta di nocciole (PAT) a base di uova, zucchero, burro, la buccia di un limone grattugiata oppure un pizzico di vaniglia naturale, cannella o miele millefiori.

 

Piatto: TORTA DI CASTAGNE (PAT)

Descrizione: Le castagne erano il pane dei poveri, l’alimento per eccellenza dei contadini di montagna e ancora oggi questa torta non manca mai nel pranzo di Pasqua sulle tavole di Pontestura (Alessandria), dove i primi riferimenti della produzione di questo dolce risalgono all’Ottocento. L’impasto è a base di castagne garessine secche (fatte riprendere in acqua, lessate nel latte profumato con un baccello di vaniglia e passate nello schiacciapatate), mele cotte a pezzi nel burro e passate al setaccio, uova, burro, zucchero vanigliato, cacao, amaretti macerati nel marsala o nel rhum e noce moscata. Si stende in uno stampo imburrato, si copre con qualche fiocco di burro e si cuoce in forno bassissimo finché, facendo la prova con lo stecchino, questo non esce asciutto. Prima di servire, deve raffreddare nel forno spento.