Arriva la regolamentazione della vendemmia turistica e didattica

07/10/2020

Un innovativo protocollo d’intesa consente ufficialmente l’esercizio della vendemmia turistica e didattica ai produttori di uve e di vino piemontesi. Già avviata ad Alba, questa iniziativa si concretizza ora anche in provincia di Asti con un documento sottoscritto dal presidente della Provincia di Asti, dai sindaci del territorio, dalle principali associazioni di categoria degli agricoltori astigiani (Cia, Coldiretti, Confagricoltura), dall’Ispettorato del Lavoro e dallo Spresal.

Il Protocollo contiene le linee guida volte a regolamentare le attività “esperenziali” tra i filari. Si tratta di attività non retribuita, ristretta a poche ore e non oltre l’arco della giornata, rivolta a un pubblico attento di turisti enogastronomici, legati al soggiorno nelle strutture ricettive del territorio oppure in visita alle cantine. Avrà carattere strettamente culturale, ricreativo e didattico, con un numero dei visitatori limitato e comunque in misura proporzionata alla dimensione della vigna.

L’operatore enoturistico dovrà disporre di ambienti adeguatamente attrezzati per la tipologia di attività svolta in concreto, conformi agli strumenti urbanistici ed edilizi nonché alla normativa in materia di sicurezza degli impianti, e dotarsi di idonea copertura assicurativa responsabilità civile verso terzi per danni a cose e persone. Pur non rientrando nella normativa a tutela dei lavoratori, le operazioni di raccolta di uve e gestione di pratiche agricole si svolgeranno nel rispetto delle vigenti discipline igienico-sanitarie e di sicurezza, dal momento che sottopongono a rischi i partecipanti, i quali saranno ovviamente anche tenuti anche al rispetto della normativa anti-covid.

Un’ottima iniziativa per favorire il coinvolgimento di winelovers e visitatori nella vendemmia senza incorrere in spiacevoli equivoci con le autorità preposte ai controlli sul lavoro – sottolinea Floriano Zambon, Presidente dell’Associazione nazionale delle Città del VinoUn modello replicabile, per favorirne ulteriormente la valorizzazione dei territori, grazie anche alla sua natura integrativa e connaturata allo sviluppo turistico locale, e per dare impulso al settore enoturistico, messo a dura prova dall’emergenza sanitaria ”. (Alessandra Calzecchi Onesti)