Approvata la legge sui piccoli comuni

02/10/2017

Con 205 voti a favore, nessun contrario e 2 astenuti il Senato ha approvato il Ddl n. 2541 sulle misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni. Il provvedimento, già approvato dalla Camera dei deputati, ora è legge.

"Il fatto che il Parlamento abbia approvato definitivamente il disegno di legge per sostenere e valorizzare i piccoli comuni: è un fatto positivo ed utile perché può rappresentare un freno allo spopolamento e un supporto importante per molte aree interne del Paese”. E’ questo il commento del Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, dopo il voto del 28 settembre del Senato. Bonaccini ha poi ricordato come ora, nella fase attuativa della legge, “dovrà essere fatto ogni passo utile per realizzare l’indispensabile coinvolgimento delle istituzioni regionali con l’obiettivo da un lato di creare sinergie con quanto ogni singola Regione sta realizzando sul territorio, dall’altro di evitare ogni possibile duplicazione o sovrapposizione di competenze. E’ comunque un fatto molto importante che sia stato previsto a bilancio un fondo, ancorché non sufficiente, per la promozione la valorizzazione e il sostegno dei piccoli centri che rappresentano quasi il 70 per cento dei Comuni italiani e dove risiedono più di 11 milioni di persone. Ora aspettiamo che arrivino presto in Conferenza Unificata l’elenco dei piccoli comuni che possono accedere al fondo e soprattutto il piano nazionale per la riqualificazione”.

Il provvedimento che riguarda 5.567 realtà, tanti sono i Piccoli Comuni italiani. Si tratta del 70% dei 7.998 Comuni italiani dove vivono 11 milioni di cittadini, il 16,59% della popolazione italiana, rappresentando anche oltre il 50% del territorio nazionale. Uno scrigno che racchiude qualità artistiche, naturali e anche enogastronomiche, visto che proprio nei Piccoli Comuni vengono prodotti il 93% delle Dop e delle Igp, con il 79% dei vini più pregiati. Il provvedimento è maturato in un’ottica condivisa di contrasto all’abbandono e allo spopolamento dei centri minori. Prevede una serie di misure fra cui il sostegno alla diffusione dei quotidiani, la tutela dei beni artistici e culturali, i mercati agricoli per la vendita diretta dei prodotti a ‘filiera corta’ o ‘chilometro utile’, lo sviluppo della rete in banda ultra larga e un fondo (dalla dotazione piuttosto esigua) per lo sviluppo strutturale, economico e sociale.

Il 28 settembre si è concluso un iter lunghissimo, durato quattro legislature inclusa l’attuale. Guardando ai contenuti del disegno di legge troviamo l’articolo 1 che enuclea le finalità del ddl, che riguarda i Comuni con popolazione residente fino a 5.000 abitanti, provvedendo alla definizione di ‘Piccolo Comune’. L’articolo 2 reca disposizioni in materia di attività e servizi. Con l’articolo 3 si istituisce un Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli Comuni, per il finanziamento di investimenti per una serie di finalità. Il Fondo ha una dotazione di 10 milioni per il 2017 e di 15 milioni per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023.

L’articolo 4 concerne il recupero e la riqualificazione dei centri storici e la promozione di alberghi diffusi mediante interventi integrati pubblici e privati mentre l’articolo 5 prevede l’adozione di misure volte all’acquisizione e alla riqualificazione di immobili al fine di contrastare l’abbandono di terreni e di edifici in stato di abbandono o di degrado. L’articolo 6 consente la stipula di intese per l’acquisizione di case cantoniere e la realizzazione di circuiti e itinerari turistico-culturali e nell’articolo 7 si prevede la possibilità di stipulare convenzioni con diocesi della Chiesa cattolica e con altre confessioni religiose per la salvaguardia e il recupero dei beni culturali, storici, artistici e librari degli enti ecclesiastici o degli enti delle confessioni religiose civilmente riconosciuti. L’articolo 8 detta norme per lo sviluppo della rete in banda ultra larga e l’articolo 9 contiene invece disposizioni relative ai servizi postali e all’effettuazione di pagamenti. L’articolo 10 concerne l’adozione di iniziative volte a garantire la distribuzione dei quotidiani anche nei piccoli Comuni. Ai sensi dell’articolo 11, i piccoli Comuni potranno poi promuovere il consumo e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta o a chilometro utile e secondo quanto previsto dall’articolo 12, destineranno specifiche aree per la realizzazione dei mercati agricoli per la vendita diretta. L’articolo 13 reca disposizioni in materia di attuazione delle politiche di sviluppo, tutela e promozione delle aree rurali e montane, mentre l’articolo 14 concerne la programmazione di iniziative finalizzate alla promozione cinematografica in favore dei piccoli Comuni. Nell’articolo 15 è prevista la predisposizione di un Piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane. L’articolo 16 contiene la clausola di invarianza finanziaria, mentre l’articolo 17 dispone che nei confronti delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano le disposizioni del ddl trovino applicazione compatibilmente a quanto previsto dai rispettivi statuti.

Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, con un gruppo di sindaci di piccoli Comuni, ha assistito il 27 settembre ai lavori del Senato che hanno portato, questa mattina, all’approvazione del ddl il cui primo firmatario è Ermete Realacci. "La dimensione demografica – ha spiegato il presidente dell’ANCInon e’ un difetto, lo spopolamento lo è. Ma lo spopolamento non è una sorte ineluttabile. Con l’approvazione di questa legge finalmente si sancisce la specificità dei piccoli Comuni, si fissa il principio basilare che questi centri hanno bisogno di politiche differenziate e di sostegno specifico rispetto alle loro peculiarità. E si mette un passo fondamentale per invertire la tendenza. Per quella ‘agenda controesodo’ che l’associazione dei Comuni ha lanciato durante i lavori dell’assemblea del 30 giugno a San Benedetto del Tronto". Per consolidare questa controtendenza, sostiene Decaro, occorre "un finanziamento stabile, un bando destinato alle aree interne, sul modello del bando periferie, in sintesi serve uno strumento di sviluppo affidato ai Comuni. La legge appena approvata mette a disposizione i primi fondi mirati, 155 milioni, e individua criteri precisi per la loro ripartizione tra i Comuni e i territori con particolari criticità: Comuni in aree con dissesto idrogeologico, con decremento della popolazione residente, con disagio insediativo, con inadeguatezza dei servizi sociali essenziali. Dà cioè gli strumenti per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli Comuni e per la riqualificazione e il recupero dei loro centri storici".

Stanziati 100 milioni di euro dal 2017 al 2023. Una cifra ritenuta inadeguata da alcuni, e che ha sollevato la ferma risposta del presidente dell’Uncem, Enrico Borghi. “Miope ridurre la legge a uno stanziamento economico” – aveva detto il Presidente Uncem e consigliere delegato della Presidenza del Consiglio per l’attuazione della Strategia nazionale delle aree interne – “Nel testo di legge per la prima volta si sanciscono principi da sempre sbandierati ma mai concretamente inseriti in un provvedimento. La residenza nei piccoli comuni costituisce per la prima volta un interesse nazionale perchè promuove l’equilibrio demografico del Paese. Inoltre, si istituisce il Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni che fino a ieri non esisteva, e che potrà essere implementato con le prossime leggi di bilancio". Con questa legge, secondo Borghi "lo Stato torna a farsi soggetto attivo e garante, e crea le condizioni per le quali i territori possono riorganizzare servizi e investimenti rispettandone le peculiarità. Inoltre il cuore della legge è l’introduzione di una serie di garanzie per le comunità interne e rurali. Con questa norma lo Stato si vincola a erogare servizi essenziali nei territori dei piccoli comuni come uffici postali, trasporti, scuola, banda larga".

Per il Ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini "L’approvazione della legge Realacci sui piccoli Comuni è un’ottima notizia. Si tratta di un provvedimento fortemente sostenuto dal Governo che prevede misure concrete per lo sviluppo economico e la crescita dei piccoli comuni in chiave sostenibile e per contrastarne lo spopolamento. La legge viene approvata  nell’Anno dei Borghi a conferma della completa sintonia tra le scelte del Governo e le volontà del Parlamento che su un tema così strategico si è unito al di là delle appartenenze e politiche". 

Anche il Ministro Delle Politiche Agricole, Guido Martina, plaude ad "una legge che tutela e valorizza le peculiarità di tanti piccoli comuni, patrimonio identitario e culturale inestimabile. Il nostro e’ un Paese bellissimo ma fragile, questa legge pone le basi per un progetto di cura del territorio introducendo misure fondamentali per la prevenzione del dissesto idrogeologico, per la messa in sicurezza e riqualificazione del territorio con un attenzione alla crescita dell’agricoltura con la promozione di produzioni agroalimentari a filiera corta". Infine anche Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente, scrive su Twitter: "molto importante la nuova legge sui Piccoli comuni. Custodisce tesori unici e punta su ambiente per rispondere al grande problema dello spopolamento". (FONTE: Regioni.it 3239 – 28/09/2017)