Alla scoperta delle abbazie del vino in Italia

21/04/2020

Inizia il nostro viaggio tra i monasteri italiani dove da sempre si produce vino: Liguria, Alto Adige e Veneto 

Non sono tanti i monasteri che nel nostro Paese o all’estero  producono vino: se ne contano meno di una cinquantina sparsi per l’Italia, la Francia, il Belgio e l’Olanda, mentre la birra viene prodotta in quasi 180 comunità religiose in giro per il mondo. Alcuni produttori vitivinicoli sono già conosciuti e affermati, altri stanno emergendo con produzioni particolari e ricercate e con la certificazione biologica. Di queste realtà, che spesso da secoli prosperano all’interno delle mura di una comunità religiosa, vogliamo qui ricordare alcuni tra i casi più suggestivi.

 

Il lavoro manuale è presente nella tradizione monastica e conventuale fin dall’epoca dei Padri del deserto. Quando, dopo l’editto di Costantino (313), cessano le persecuzioni, l’ideale di vita cristiana, dal martirio, diviene quello di seguire Cristo vergine, povero e orante nel deserto. L’idea dell’Azienda Agricola Monte Carmelonasce da questo humus culturale, ancora presente nel Convento dei frati Carmelitani scalzi Monte Carmelo di Loano (SV) (www.carmeloligure.it/frati/loano/). Il Convento fa parte di un complesso, situato su una piccola altura con vista mare, che comprende la Chiesa della B.V. Maria del Monte Carmelo costruita nel 1609, il Palazzo dei Principi Doria, la torre di avvistamento e l’ampio terreno coltivato a viti, ulivi, agrumi, alberi da frutto e ortaggi. La comunità religiosa è impegnata nella preghiera, la direzione spirituale e la cura dell’azienda agricola del convento, principale reddito di sussistenza. Qui si pratica  l’apicoltura e si anima una fattoria per il confezionamento e la vendita di prodotti naturali e biologici: marmellate, confetture, miele,  dolci, olio, sciroppi e vino. Il loro Vermentino Riviera Ligure DOC a produzione limitata è ottenuto esclusivamente dai vigneti del convento, curati e coltivati manualmente dai frati. La felice giacitura degli antichi terrazzamenti rende il vigneto soleggiato e ventilato tutto l’arco della giornata. Inoltre, gli animali da corte del convento, liberi durante le ore diurne, visitano e pascolano il vigneto costantemente disinfestandolo dagli insetti e favorendo una concimazione ed una movimentazione della terra del tutto naturale, nella logica di un ciclo biologico completo. Il terreno rimane costantemente inerbito con soli sfalci di contenimento. Le disinfezioni alle viti sono ridotte al minimo necessario, secondo l’andamento climatico (umidità) e con prodotti ammessi dal disciplinare biologico.  

Nel 1845, un gruppo di monaci benedettini proveniente da Muri, in Svizzera, giunse a Gries dove rilevò l’abbazia dei canonici agostiniani e con essa anche la loro attività vitivinicola già antica di secoli, dando vita ad una simbiosi fra convento, cantina e vigneti rimasta intatta fino ai giorni nostri. Applicando la regola benedettina “Ora et Labora”, la cantina apre le sue porte all’inizio del 20° secolo con le prime grosse vendite di vino sfuso che attraverso il Brennero raggiungono i paesi germanofoni del Nord e con la maturazione di vini pregiati quali il Santa Maddalena, il Malvasia, il Lagrein Kretzer e il Pinot Grigio. A Muri-Gries (www.muri-gries.com), alle porte di Bolzano, convivono la vita monastica e il lavoro quotidiano richiesto dai 35 ettari di vigneti di proprietà distribuiti nelle migliori zone della conca di Bolzano e dintorni. Nelle aree vitivinicole d’eccellenza a Gries-Moritzing (8,2 ettari), il Lagrein è di casa. Il comune di Appiano offre il miglior terroir per le grandi varietà della Borgogna, soprattutto il Pinot Bianco. Anche il Pinot Nero e Grigio sviluppano in modo eccellente il loro potenziale sul soleggiato altipiano dell’Oltradige. Nei vigneti sopra il borgo di San Michele maturano le uve Pinot Bianco, Gewürztraminer ed un altro classico altoatesino, la Schiava. Conoscenza della tradizione, fiducia nella qualità delle varietà autoctone ed esperienza conciliati con il progresso e l’innovazione: sono questi i valori che definiscono la filosofia della cantina: attraverso l’utilizzo di moderni fusti in acciaio, botti in legno e barriques per l’affinamento, lavorazioni delicate e tecnologia all’avanguardia. Il metodo è estremamente specializzato, rafforzato dalla volontà incondizionata di imparare e di ottimizzare la qualità di ciascun vino. Prodotti d’eccellenza, come quelli della linea “Abtei Muri”, vinificati esclusivamente dalle uve dei vigneti più pregiati della tenuta. 

Reperti archeologici testimoniano che sui pendii protetti della Valle d‘Isarco da più di 2500 anni si coltiva la vite. Ancora oggi, dai molti muri a secco costruiti per attenuare la pendenza del terreno, si può intuire l’immane fatica impiegata per impiantare i vigneti. La cantina dell’Abbazia dei Canonici Regolari di Sant’Agostino di Novacella (www.kloster-neustift.it), a Varna (BZ), è annoverata tra le più antiche cantine attive del mondo. Fin dalla sua fondazione nel 1142 fu generosamente dotata da Reginbert di Sabiona di masi e di poderi, tra cui anche i vigneti. In seguito, attraverso donazioni, fondazioni, acquisti e scambi, accumulò considerevoli possedimenti di vigneti, che dal fondo valle si elevano su ripidi pendii: nei terreni della conca di Bressanone (dai 600 ai 900 metri s.l.m.) e nei poderi di Bolzano e Cornaiano (rispettivamente a 250 e 420 metri s.l.m.). All’inizio dell’Ottocento, con la secolarizzazione, ne perse una parte ma i contadini continuano a consegnare la maggior parte delle uve all’Abbazia, dove vengono lavorate nella cantina di proprietà per ottenere vini che si distinguono per la loro elevata qualità e longevità grazie ai severi criteri produttivi basati sul principio “meglio poco ma buono”. La qualità rimane costante nel tempo, manifestando, per ogni annata, le caratteristiche peculiari che contraddistinguono i Bianchi (Sylvaner, Müller Thurgau, Pinot Grigio, Grüner Veltliner, Sauvignon, Kerner, Riesling, Gewürztraminer) e i Rossi (Schiava, Pinot Nero, Lagrein). La Linea Classica propone vini freschi e fruttati, pronti da essere bevuti fin alla giovane età, mentre dalle uve ricche di estratto e vendemmiate in piccole quantità nelle rare e particolarmente vocate giaciture a diverse quote altimetriche – dove tutti fattori risultano ideali, dalle escursioni termiche all’età delle viti fino alla composizione del terreno – derivano i vini cru, in grado d’invecchiare ben oltre i dieci anni. Dalle vinacce, dalle mele e dalle erbe dell’Abbazia si ricavano infine altre specialità, come succhi di frutta, incensi, oli essenziali e miele. 

LA REGOLA BENEDETTINA E CIRCESTENSE 

I tre grandi cardini della vita monastica scandiscono la giornata dei monaci tra preghiera corale (Opus Dei), confronto con la parola di Dio (Lectio Divina) e lavoro manuale. La tradizione mostra l’attività lavorativa come elemento fondamentale del vivere monastico in un equilibrio saggio e delicato con l’attività spirituale contemplativa. Attraverso il lavoro delle loro mani i monaci condividono così una delle dimensioni fondamentale della vita di ogni uomo e donna, facendosi loro compagni di viaggio. Il lavoro e l’orazione convenientemente distribuiti sono un aiuto all’uomo a riconoscersi cooperatore di Dio, esprimendosi in una operosità creatrice:

“Ora et labora, opus Dei e opus manuum.”

“L’ozio è nemico dell’anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. Ma se le esigenze locali o la povertà richiedono che essi si occupino personalmente della raccolta dei prodotti agricoli, non se ne lamentino, perché i monaci sono veramente tali, quando vivono del lavoro delle proprie mani come i nostri Padri e gli Apostoli.”

“Il lavoro, soprattutto, manuale, ci offre l’occasione di partecipare all’opera divina della creazione e della redenzione. Tale lavoro, duro e redentore, procura il sostentamento a noi e ad altri, specialmente ai poveri, ed esprime la solidarietà con tutti i lavoratori”

 Il Convento dell’Immacolata di S. Pietro di Barbozza (www.facebook.com/Prosecco-Colle-del-Santo-docg-e-Colle-dellEremo-doc-1540407052645388/) sorge su una soleggiata collina nel cuore della storica “Strada del Prosecco" che da Conegliano porta a Valdobbiadene (TV). Qui si coltiva il Pucinum, un vitigno di antiche origini (II sec. a. C.), che lavorato in purezza o con un contributo minimo di Verdiso o altre uve locali dà vita ad un vino secco o mosso dal profumo leggermente vinoso e spiccatamente fruttato e sapore corposo con caratteristica vena amarognola. Dalle le uve più pregiate del Convento nascono la DOCG Prosecco Superiore di Valdobbiadene Millesimato Extra Dry e Millesimato Brut Colle del Santo e la DOC Prosecco Treviso Millesimato Extra Dry Colle dell’ Eremo. Di questa straordinaria storia hanno fatto tesoro i frati che da oltre cento anni hanno scelto di abitare questi luoghi e di devolvere parte del ricavato delle vendite al Progetto Caritas Antoniana a favore della costruzione di pozzi d’acqua in Malawi (Africa). 

L’Abbazia di Praglia (www.praglia.it) fu fondata negli anni tra l’XI e il XII secolo ai piedi dei colli Euganei, a circa 12 km da Padova, lungo l’antichissima strada che conduceva ad Este. Così come viene tracciato dalla Regola di San Benedetto, il cammino quotidiano della comunità monastica viene articolato fondamentalmente nella preghiera, nella Lectio Divina, nel lavoro e nella vita fraterna. Il lavoro manuale è stato in passato soprattutto quello dei campi, dove i monaci hanno investito risorse ed inventiva, sia nelle opere di bonifica in generale, sia nell’introdurre ed intensificare nel paesaggio agrario dei Colli Euganei colture specifiche come la vite. Oggi sono attivi anche un Laboratorio di restauro del libro, un’Aula Magna per convegni, piccole mostre ed esposizioni, un patrimonio librario di 130.000 volumi (di cui alcune centinaia provenienti dall’antica biblioteca), una foresteria, una sala ristorante ed una sala ristoro. Si vendono inoltre prodotti di cosmesi naturale, tisane, miele, dolci, libri e vini. La memoria di un interesse peculiare per vigne e vini è custodita in documenti millenari e ancora oggi è alla radice di un prodotto di qualità, che al contempo racconta una storia di vita. Nella cantina si respira questa storia, in cui l’antica arte del fare bene le cose s’incontra con esigenze e tecniche nuove, nella ricerca costante di risultati di valore. In Abbazia si coltivano circa 10 ettari di vigneto interamente a denominazione di origine controllata, dove trovano posto i tradizionali vitigni Garganega, Friularo e Moscato Fiordarancio, accanto ad alcune varietà più note. I vini che se ne ricavano sono certificati dalla DOC Colli Euganei e dalla IGT Veneto e hanno nomi suggestivi come il “Domus Abbas” (Chardonnay-Garganega- Raboso), il Rosso “Decanus”, il Raboso “Rùbidus”, il “Pràtalea” (Chardonnay- Garganega-Moscato), l’”Hora Prima” (Chardonnay-Garganega), il “Sollemnis” (Moscato Fior d’Arancio vinificato in versione secca), il “Torculus” (passito da uve Raboso) il “Claustrum” (passito da uve Moscato) e il “Vino da Messa” (Moscato Dolce). 

A Venezia, in un antico brolo di 1.800 mq di terra che ospitano 950 viti, alberi da frutto, alcuni olivi, un orto, piante aromatiche e fiori, i frati del Convento di San Francesco della Vigna e un guppo di volontari della Valpolicella da qualche anno hanno ridato vita alla terra preziosamente protetta dalle mura del convento. Il giardino segreto di questa chiesa di clausura, dove si produceva vino già nel 1200, si è infatti rivelato terra buona per coltivare Teroldego – da cui nasce l’”Harmonia Mundi”, imbottigliato dalla Cantina Zyme di San Pietro in Catiano (VR) (www.zyme.it) – e più recentemente anche Refosco dal Peduncolo rosso. I proventi della vendita del vino contribuiscono a creare borse di studio da destinare a ragazzi che frequentano l’Istituto di Studi Ecumenici e mantenere in vita l’Istituto stesso. TO BE CONTINUED (di Alessandra Calzecchi Onesti) 

VINO E CHIESA, TRA SACRO E PROFANO

ORA ET LABORA NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE E DELLA BIODIVERSITÀ

IL RECUPERO DELLE VIGNE MONASTICHE

IL VINO DA MESSA

LE ABBAZIE DEL VINO IN EUROPA

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