La situazione politica italiana è ancora fluida e proprio per questo motivo, Federvini mette in luce alcuni temi che considera prioritari nell’azione del nuovo esecutivo.
Il primo riguarda l’approvazione dei decreti attuativi al Testo Unico del Vino che ancora mancano all’appello e che riguardano, schedario, analisi e controlli, contrassegni. Autentici snodi per garantire trasparenza, qualità e semplificazione burocratica.
Sempre in questo ambito non può ulteriormente tardare la nomina dei membri del Comitato Vini, ente preposto all’approvazione delle modifiche dei disciplinari delle denominazioni. Attualmente oltre 50 richieste di modifica di disciplinari sono in fase di stallo: gli operatori hanno bisogno delle modifiche o della adozione dei disciplinari, l’azione del Comitato non può essere ulteriormente ritardata.
“È ancora in agenda il tema annoso della promozione nei Paesi terzi con il contributo dei fondi previsti dall’OCM: la riduzione dei fondi 2016 e l’enorme ritardo del bando 2017, proprio quando lo slancio del nostro export doveva essere accompagnato da un’azione di promozione più attenta e attiva, pesano enormemente” – ha dichiarato Sandro Boscaini, Presidente di Federvini – “Nonostante ciò il settore ha saputo dimostrare una grande forza, continuando a investire e a crescere all’estero”. Occorre tornare a sedersi intorno ad un tavolo, anche con le Regioni, per poter gestire con la maggiore efficacia ed efficienza possibile questo ambito.
Tema dazi e protezionismo: Federvini appoggia tutte le iniziative che mirano a salvaguardare un mercato libero, senza balzelli o latri ostacoli che incidano sui normali flussi commerciali. Il Governo italiano dovrà essere quindi in prima linea per salvaguardare la libera circolazione, difendendo altresì le denominazioni italiane a livello di accordi internazionali.
“Il settore vitivinicolo è tra i principali contribuenti della bilancia commerciale Italiana, è un anche un faro per la scelta dell’Italia come meta turistica. – ha concluso Boscaini – “Questo rende molto orgogliose le nostre aziende. Proprio per questo motivo il riassetto dei conti pubblici che renderà ancora più forte il nostro Paese dovrà essere realizzato con manovre fiscali ponderate che non vadano a penalizzare settori ed ambiti così trainanti”.