Dalla viva voce di Carlo Volpi, il suo diario di bordo di questa vendemmia 2017 davvero speciale.
Ad inizio aprile tutto procedeva per il meglio. Era il mese di aprile e, a causa di una calda primavera, nessuno ricordava di aver mai visto le vigne cosi verdi con tralci già così lunghi per quella stagione. Bellissime giornate calde più del solito. Andava tutto bene …
La gelata inattesa. Poi quelle tre notti poco dopo la metà di aprile. Una dietro l’altra, il termometro che scende fino ad arrivare in alcune vallate a – 5. Ci è voluto poco per capire cosa era successo. Una gelata cosi non perdona. Decine e decine di ettari completamente bruciati dal gelo. Le nostre vigne, un po’ per l’esposizione, un po’ per fortuna, non erano state colpite. Tutto sembrava andare bene.
Siccità prolungata: per la prima volta non abbiamo effettuato “la sfogliatura” delle viti. Il caldo, la siccità, temperature altissime … Tutti i giorni a guardare impietose previsioni del tempo che non promettevano pioggia. Qualche nuvola di tanto in tanto, ma niente acqua. Una rincorsa continua a cercare di bagnare le Viti nuove per evitare che seccassero. E ancora caldo e sole. Temperature altissime. Non abbiamo “sfogliato” le viti per evitare che i grappoli bruciassero. Abbiamo bagnato le foglie di sera per cercare di rinfrescare le Viti. Quasi nessun trattamento. Un anno così non si era mai visto.
Mai una notte di rugiada. Poi una sera le uniche nuvole di tutta l‘estate hanno portato poca acqua e un po’ di grandine. Anche qui siamo stati fortunati, ma quanta apprensione.
29 agosto 2017 – Vendemmia anticipata di 20-25 giorni. Nessuno, a memoria d’uomo, si ricorda un anticipo dell’inizio della vendemmia di circa 3 settimane. È quello che abbiamo dovuto fare con il nostro Timorasso e Dolcetto, anticipando di circa 20 giorni la raccolta delle loro uve.
Calo della resa dal 30% al 50%. A seconda delle zone, abbiamo riscontrato un generale calo della resa in quantità, da un minimo del 30% fino a sfiorare il 50% rispetto alla vendemmia dell’anno scorso.
I grappoli raccolti: un “frutto prezioso”, sopravvissuto. Abbiamo raccolto pochissimi grappoli, piccoli, leggeri, con alti livelli di concentrazione, sani e dolcissimi. Li considero un “frutto prezioso”, sopravvissuto. Mai come quest’anno l’uva assume un valore così alto, da trattare con grande rispetto.
Il lavoro in cantina sarà ancora più attento. A partire dall’utilizzo del “freddo” (abbiamo raccolto le uve con temperature esterne di oltre 30°). E dall’immediato avvio del processo di pigiatura. Forse, dovremo anche ridurre il tempo di permanenza delle uve rosse per evitare il rischio di vini troppo tannici. Ma una cosa è certa: faremo vini importanti, concentrati, di grande struttura.