1967-2017: auguri all'Asti DOCG

20/02/2017

Quest’anno si celebra l’anniversario di quattordici DOC italiane, molte delle quali ricadono nei territori delle Città del Vino. L’Associazione vuole festeggiare l’importante ricorrenza (“Cinquanta candeline per le DOC del 1967) con una carrellata sulla storia, le caratteristiche e gli abbinamenti di questi pregiati vini, accostandoli a prodotti e piatti tipici della cultura gastronomica regionale (i testi sono tratti dal volume “50 Doc – 50 anni di denominazioni d’origine a tutela del vino italiano in vendita presso CI.VIN. s.r.l., info@cittadelvino.com).

 

ASTI

Disciplinare: Approvato DOC con DPR 09.07.67 (GU 199 – 09.09.1967), poi Approvato DOCG con DM29.11.93 (GU 287 – 07.12.1993)

Regione: Piemonte

Provincia/e: Alessandria, Asti, Cuneo

Città del Vino: Asti, Alice Bel Colle, Alba, Serralunga d’Alba,Verduno, Treiso, Strevi, Quaranti, Nizza Monferrato, Neviglie, Mombaruzzo, Moasca, Costigliole d’Asti, Castagnole delle Lanze, Canelli, Calamandrana, Dogliani

Tipologie: Asti o Asti Spumante anche Metodo Classico, Moscato d’Asti anche Vendemmia Tardiva. Per Moscato d’Asti e V.T. è consentito l’uso del termine “vigna” accompagnato dal relativo toponimo o nome tradizionale.

Vitigni: Moscato bianco 100%

Cenni storici e/o geografici: Arriva dal Mediterraneo orientale questo vitigno chiamato Apianae dai Romani per la sua particolare dolcezza, prediletta dalle api. A partire dal Medio Evo accompagnò la tavola dei principi con il nome di Moscatello o Greco. Nel ‘500 venne messa a punto la tecnica di preparazione del vino dolce e aromatico, un secolo dopo quella per il mantenimento della spuma nel vetro robusto, mentre fu Carlo Gancia nella seconda metà dell’800 a portare dalla Francia la rifermentazione in bottiglia. I terreni a prevalenza calcarea, argillosa o sabbiosa della zona di produzione garantiscono alle uve la migliore espressione qualitativa, soprattutto aromatica.

Descrizione: Spuma fine, persistente (Spumante anche M. C.). Colore da giallo paglierino a dorato assai tenue (Spumante, anche M.C.) o più o meno intenso (Moscato), giallo dorato (V.T.). Odore caratteristico, delicato (Spumante) e spiccato (M.C.), caratteristico e fragrante di Moscato (Moscato), fruttato, molto intenso, caratteristico dell’uva appassita con note speziate (Vendemmia Tardiva). Sapore aromatico, caratteristico, dolce e equilibrato (Spumante, anche M.C.) o talvolta vivace (Moscato d’Asti), dolce, armonico, vellutato con sentori di uva Moscato che ricorda il favo del miele (V.T.). Titolo alcol. minimo: 9% (Spumante), 11% (M.C.), 10% (Moscato), 12% (V.T.). Abbinamenti: dolci lievitati e alla crema, panettone, crostata di frutta bianca.

 

TINCA GOBBA DORATA DEL PIANALTO DI POIRINO DOP

Disciplinare: Reg. CE n. 160 del 21.02.08 (GUCE L 48 del 22.02.08)

Cenni storici e/o geografici: La presenza di questa razza, conosciuta ed apprezzata per il suo valore alimentare ed economico, è comprovata da documenti risalenti al XIII sec. che attestano come tra le tante tasse che affliggevano la popolazione rurale di Ceresole d’Alba una imponesse la consegna di quantitativi variabili di tinche. In passato gli invasi dell’Altopiano di Poirino venivano utilizzati contemporaneamente come cave d’argilla, per l’abbeveraggio del bestiame e per l’irrigazione. Il paesaggio rurale era ed è ancora contraddistinto da un gran numero di piccole e grandi peschiere nelle vicinanze di abitazioni e borgate, dove da sempre si allevano le tinche, il pesce che meglio si adatta a forti variazioni di livello, di tenore d’ossigeno e di temperatura dell’acqua stagnante. Solo recentemente l’allevamento e la vendita di questa razza (oggi tutelata dal Presidio Slow Food) si sono trasformate da attività a tempo pieno ad attività accessorie a quella agricola.

Descrizione: Pesce dalla forma gibbosa e dalla livrea dorata, parente della carpa, del barbo, del cavedano e dell’arborella. Le carni sono tenere, morbide, abbastanza compatte e dal sapore tenue e delicato, non deciso come il pesce di mare. L’odore, fragrante di acqua dolce, è privo di aromi sgradevoli quali fango, limo o erba grazie al tipo di gestione delle peschiere. La tinca si alleva sia negli stagni esistenti sia in nuovi bacini in argilla, purché realizzati entro i limiti della zona di produzione (Torino, Asti e Cuneo) con approvvigionamento idrico effettuato da acque meteoriche, superficiali o profonde.

 

POLENTINA ASTIGIANA

Cenni storici e/o geografici: La polentina astigiana è la più antica specialità originale di Asti, creata nel lontano 1928 da un noto maestro pasticcere di Asti e riprodotta in casa con varianti legate alle diverse ricette di famiglia. Si presenta come una tortina morbida di piccole dimensioni, simile al pan di spagna ma con l’aspetto di una polentina gialla appena sformata. 

Descrizione: Ingredienti:125 gr burro, 150 gr di zucchero, 3 uova intere + 3 tuorli e 3 albumi, 125 gr di farina di mais, 80 gr di fecola di patate, 2 cucchiai di farina, scorza grattugiata di un limone, 50 gr uvetta sultanina bagnata in 1 bicchiere di maraschino, farina di mandorle o pan di spagna. Preparazione: Sbattete le uova intere e i 3 tuorli con lo zucchero e quando sono molto ben montate aggiungete le farine setacciate insieme, la scorza del limone e il burro fuso. Unite l’uvetta strizzata ed infarinata e, mescolando dal basso verso l’alto per non farli smontare, i 3 albumi montati a neve ferma. Versate in una teglia di 24 cm di diametro, imburrata ed infarinata, o negli stampini monodose. Cuocete in forno caldo (150°) per un’ora circa, controllando con la stecchino se la cottura è al termine. Sformate la torta su un piatto da portata e lasciatela raffreddare prima di cospargerla con una bagna preparata sciogliendo in un pentolino 1 bicchiere d’acqua, zucchero a piacere e il maraschino scolato dall’uvetta. Cospargete con la farina di mandorle o con il pan di spagna finemente sbriciolato.