1967-2017: auguri al Verdicchio di Matelica

30/03/2017

Quest’anno si celebra l’anniversario di quattordici DOC italiane, molte delle quali ricadono nei territori delle Città del Vino. L’Associazione vuole festeggiare l’importante ricorrenza (“Cinquanta candeline per le DOC del 1967”) con una carrellata sulla storia, le caratteristiche e gli abbinamenti di questi pregiati vini, accostandoli a prodotti e piatti tipici della cultura gastronomica regionale (i testi sono tratti dal volume “50 Doc – 50 anni di denominazioni d’origine a tutela del vino italiano in vendita presso CI.VIN. s.r.l., info@cittadelvino.com).

 

VERDICCHIO DI MATELICA

Disciplinare: Approvato DOC con DPR 21.07.67 (G.U. 211 – 23.08.67), poi il tipo Riserva Approvato DOCG con DM 18.02.2010 (G.U. 49 – 01.03.2010)

Regione:  Marche

Provincia/e:  Macerata, Ancona

Tipologie: Verdicchio di Matelica, Verdicchio di Matelica Spumante, Verdicchio di Matelica Passito.

Vitigni: Verdicchio 85-100%, Altri vitigni a bacca bianca 0-15%.

Cenni storici e/o geografici:  Che i Piceni conoscessero l’uva e il vino è dimostrato dal ritrovamento a Matelica di circa 200 vinaccioli di Vitis Vinifera in una tomba del VII sec. a.C.. Il passaggio dall’Impero allo Stato della Chiesa nel 1578 creò un risveglio dell’attività agricola dovuto ai monaci ed agli insediamenti monastici nel territorio e proprio in questo periodo un contratto notarile, in quel di Matelica, cita la parola “Verdicchio”. Le caratteristiche climatiche (microclima di tipo continentale) e dei suoli (terreni calcarei) dell’area di produzione di questa denominazione inducono differenze notevoli rispetto al Verdicchio dei Castelli di Jesi, conferendo al vino una maggiore acidità, profumi persistenti e possibilità di un più lungo invecchiamento.

Descrizione: Colore giallo paglierino tenue (Verdicchio di Matelica), dal giallo paglierino all’ambrato (Passito), giallo paglierino più o meno intenso con riflessi verdolini (Spumante). Odore delicato, caratteristico (Verdicchio di Matelica), caratteristico, etereo, intenso (Passito), caratteristico, delicato, fine ampio e composito (Spumante). Sapore asciutto, armonico, con retrogusto gradevolmente amarognolo (Verdicchio di Matelica), da amabile a dolce, armonico, vellutato con retrogusto amarognolo caratteristico (Passito), da extrabrut a secco, sapido, fresco, fine e armonico (Spumante). Spuma fine e persistente (Spumante). Titolo alcol. minimo 11,5% (Verdicchio di Matelica anche Spumante), 15% (Passito). Abbinamenti: piatti di pesce molluschi e crostacei (Verdicchio di Matelica), carni bianche e prosciutto (Riserva), dessert (Passito).

 

OLIO CARTOCETO DOP

Disciplinare:  Reg. CE n. 1897 del 29.10.04 (GUCE L 328 del 30.10.04)

Cenni storici e/o geografici: Già nel XIV sec. i territori posti sotto la giurisdizione di Fano costituivano una importante risorsa olearia. L’antica Cartoceto, “terra culta et olivata” che alcuni storici fanno risalire ai Cartaginesi, primeggiava con le sue produzioni, vendute in piazza nei giorni di mercato e da sempre apprezzate anche fuori regione. L’olio marchigiano, fino a poco tempo fa fruttato e poco serbevole a causa di una raccolta delle olive tradizionalmente tardiva, ha recentemente compiuto un notevole salto di qualità sviluppando differenti tipologie per diversità d’ambienti e di cultivar. La produzione della DOP  Cartoceto interessa oggi alcune aree della provincia di Pesaro-Urbino, dove i metodi di raccolta delle drupe sono di tipo tradizionale e la molitura delle olive avviene non oltre 48 ore dalla raccolta.

Descrizione:  Ricavato dalle varietà di olivo Raggiola, Frantoio e Leccino in percentuale non inferiore al 70% e altre minori (Raggia e/o Moraiolo e/o Pendolino e/o Maurino e/o Carboncella e/o Nebbia e/o Rosciola) in misura massima del 30%. L’acidità massima totale non supera lo 0,5%. Il colore verde con riflessi giallo oro per gli oli ancora molto freschi, diventa giallo oro con riflessi verdognoli per quelli più maturi. L’odore è fruttato di oliva verde, da leggero a medio, con lieve sentore di erbaceo. Il gusto risulta armonico, con sensazioni tra il fruttato verde, dolce, amaro e piccante fusi. Consigliato l’utilizzo in cottura con arrosti e fritture e a crudo su minestre di legumi, verdure fresche e cotte, pesce, crostini di pane tostato, carni rosse alla brace.

 

AGNELLO IN POTACCHIO

Cenni storici e/o geografici:  Metodo di cottura in umido tipica delle Marche, dove in potacchio ci si cuoce anche il coniglio, la lepre e il pollo, ma anche alcuni pesci come la coda di rospo e lo stoccafisso. Si trova con numerose varianti:  sostituzione del pepe con il peperoncino e del vino bianco con il vino rosso, aggiunta di filetti di acciughe dissalati, pomodori, lardo tritato, salvia e finocchio selvatico. 

DescrizioneIngredienti (per 6 persone): 1,2 kg di polpa di agnello tagliata a pezzi, 200 ml di vino bianco secco (meglio se Verdicchio), 50 ml di olio evo, 5 pomodori maturi a pezzetti, 3 spicchi di aglio sbucciati, 1 rametto di rosmarino, maggiorana, sale e pepe. Preparazione: In una padella rosolate con l’olio, a fuoco vivace, i pezzi di agnello. Abbassate il fuoco, salate e pepate e aggiungete aglio, rosmarino e maggiorana. Fate cuocere per 20 minuti, prima di alzare di nuovo la fiamma e sfumare con il vino. Aggiungete poca acqua, coprite e portate a termine la cottura aggiungendo il pomodoro un quarto d’ora prima di togliere dal fuoco.