Il prof. Ettore Varricchio – professore associato dell’Università degli Studi del Sannio, dipartimento Scienze e Tecnologie – ha esposto i risultati degli studi, effettuati dal Dipartimento, sulle uve nelle diverse zone individuate.
L’Università degli Studi del Sannio, col Dipartimento di Biotecnologie, è partner tecnico scientifico del progetto assieme al Centro Ricerca Viticoltura ed Enologia di Arezzo.
Il prof. Varricchio ha relazionato in merito ai risultati delle analisi di laboratorio, confrontati con quelli delle mappe di vigoria. In particolare le catechine – composti fenologici da cui dipende la stabilità delle uve nel tempo – nel vigneto oggetto di studio, hanno avuto valori differenziati in correlazione alle mappe di vigoria. “Le catechine – spiega il Prof Varricchio – hanno effetti benefici antiossidanti anche sulla salute umana. Pertanto una vinificazione diversificata, ottenuta con il monitoraggio del processo V.In.Te.S., può portare le aziende vitivinicole del Sannio a prodotti altamente qualificati e a nuove fette di mercato più remunerative”.
Infine l’intervento del Prof. Giovanni Morone, dell’omonima Cantina di Guardia Sanframondi, azienda partner del progetto, ha portato l’esempio concreto di quanto fatto presso la sua azienda e di quanto il progetto è applicabile presso aziende vitivinicole medio-piccole. Ha sottolineato le qualità della tecnologia del progetto V.In.Te.S., elogiando in particolare la traslazionalità e l’usabilità delle applicazioni messe in campo. “Il termine traslazionale – ha spiegato il prof Morone – sta acquisendo rilevanza non solo in campo medico-scientifico. È un approccio interdisciplinare che trasforma le scoperte scientifiche provenienti dagli studi di laboratorio in nuovi strumenti e applicazioni tecnologiche che migliorano la qualità del prodotto, fino alla qualità dello stile di vita. V.In.Te.S. possiede tutte le caratteristiche di traslazionalità e con la sua tecnologia può essere di supporto alle decisioni per la pianificazione delle pratiche di campo; supporto decisionale per gli interventi di difesa in campo, riducendo in maniera considerevole il numero ed il quantitativo di fitofarmaci impiegati, e quindi avere dei benefici a lungo termine sulla collettività.
Il workshop, moderato da Antonio Donato, ha visto la partecipazione attiva della platea che ha colto l’occasione per porre domande e chiedere informazioni specifiche sulla tecnologia V.In.Te.S.
C’è stata, inoltre, l’opportunità di vedere il kit hardware montato su una trattrice che il capofila Agrodigit ha collocato nei giardini del complesso di Palazzo Aldi, per consentire di vedere da vicino la tecnologia con i sensori multispettrali prossimali attivi ed un computer sviluppato specificamente per il progetto, attraverso il quale si impostano e gestiscono i sensori e vengono memorizzati i dati puntuali misurati.
Un momento di confronto particolarmente interessante seguito dalla degustazione e dal percorso di conoscenza del mondo vitivinicolo proposto dalla rassegna Vinili di Vini con degustazioni accompagnate dall’AIS, Associazione Italiana Sommelier.
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