Nell’attesa di conoscerli tutti, spazio a una piccola anticipazione: il capoluogo sarà così definito “San Vìt/Un bocul flurìt” (un bocciolo fiorito in lingua friulana). I versi sono dedicati anche a Gleris, Savorgnano, Ligugnana, Rosa, Madonna di Rosa, Braida, Santa Sabina, Favria, Fontanis, Prodolone e Carbona.
“La scelta di utilizzare la lingua friulana – spiega l’assessore alla vitalità Andrea Bruscia – e di dedicare ogni calice a una frazione diversa serve a preservare e valorizzare le radici culturali che ci definiscono: in un’epoca di inesorabile globalizzazione, riteniamo fondamentale mantenere viva la nostra identità locale, riconoscendo in essa una risorsa preziosa e un punto di forza. Questi calici rappresentano molto più di semplici contenitori per il vino: sono simboli tangibili dell’unità nella diversità che caratterizza San Vito al Tagliamento. Questi aforismi, epigrammi e monostici non sono solo un omaggio alla nostra cultura, ma un ponte che unisce le diverse anime del nostro Comune”.