“Pressoi litici in Sardegna tra preistoria e tarda antichità”, opera vincitrice della quinta edizione del concorso "Fecit te", è un viaggio nel cuore della Sardegna, alla scoperta del ricco patrimonio storico e archeologico relativo alla produzione del vino e dell’olio. L’autrice del libro Cinzia Loi – Dottore in archeologia presso l’Università degli Studi di Sassari (Scuola di dottorato “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo” XXVIII Ciclo) con un progetto di ricerca dal titolo “I pressoi litici fra classificazione tipologica e indagine sperimentale” – ha partecipato a numerose campagne di scavo in Italia e all’estero in collaborazione con Università ed Enti preposti alla tutela del patrimonio culturale. Alcuni suoi interessanti interventi sono statai riportati sul nostro sito, come “SOS LACOS DE CATZIGARE: I PALMENTI DELLA SARDEGNA CENTRALE”.
I pressoi litici costituiscono una parte fondamentale della filiera produttiva e un documento di estremo interesse da un punto di vista storico-archeologico. Considerati reperti meno nobili di altri, questi manufatti hanno goduto fino ad oggi nell’isola di scarso interesse presso gli studiosi. Inoltre gli esemplari giunti fino a noi, il più delle volte lacunosi e scollegati dal contesto di provenienza, pongono notevoli difficoltà di interpretazione tipologica e di datazione. Per tentare di fare chiarezza su questo argomento, è nata l’idea di allestire questo progetto di ricerca volto principalmente alla definizione di un repertorio tipologico-funzionale dei pressoi litici attraverso i metodi di indagine quali l’archeologia sperimentale, l’etnoarcheologia e l’archeologia della produzione in linea con l’approccio multidisciplinare proprio dell’Archeologia dei Paesaggi. Per quanto concerne i manufatti correlati alla produzione del vino, i cosiddetti palmenti, ne sono stati censiti 103 impianti rupestri fissi così ripartiti: 12 all’interno del territorio del Guilcer e 91 nel territorio del Barigadu; a ciò si aggiungano 53 vasche mobili pertinenti ad almeno altri 30 impianti. Per quanto riguarda la produzione dell’olio, i risultati della presente indagine ampliano notevolmente il panorama delle conoscenze sui metodi di produzione dell’olio nell’antichità. Tali metodologie sono testimoniate soprattutto dalla presenza delle cosiddette arae, basi in pietra per torchi del tipo a leva. Il rinvenimento di oltre 50 arae testimonia un’intensa attività produttiva destinata al mercato locale. Per quanto concerne la cronologia, è opportuno segnalare come gli indicatori della produzione siano molto diffusi in quei siti con frequentazione di lunga durata, dall’epoca nuragica all’età tardo-medievale.
INDICE
RINGRAZIAMENTI
TABULA GRATULATORIA
ATTUALITÀ ED IMPORTANZA DELLO STUDIO DEI PALMENTI IN ITALIA: IL CASO DEI LACOS DI ARDAULI di Attilio Scienza
PRESENTAZIONE di Attilio Mastino
PRESENTAZIONE di Piero Pruneti
INTRODUZIONE
PARTE PRIMA
I. IL PROGETTO – METODOLOGIE DI RICERCA
Premessa
1.1. Metodo e strategia applicati
1.2. La raccolta dei dati
II. IL TERRITORIO DI INDAGINE
2.1. I settori paesaggistici: Barigadu e Guilcer. Inquadramento geo-morfologico e ambientale
I settori paesaggistici o habitat
2.2. Le testimonianze archeologiche
Settore I
Analisi territoriale
Settore II
Analisi territoriale
III. GLI IMPIANTI DI PRODUZIONE DEL VINO
3.1. Viticoltura nell’antichità
3.2. Le tecniche di vinificazione nell’antichità
3.3. Il vino in Sardegna nell’antichità
3.4. Gli impianti di produzione
3.5. Impianti rupestri nella Sardegna centro-occidentale: i dati del censimento
3.6. Analisi strutturale degli impianti
Aree di deposito temporaneo
L’area di pigiatura
Area di spremitura e sistemi utilizzati
Le vasche di raccolta
Sulla base dei dati raccolti si è giunti a classificare 5 tipi diversi di impianti rupestri fissi:
TIPO I
TIPO II
TIPO III
TIPO IV
TIPO V
Rapporto fra geologia, pedologia, altimetria, idrografia e impianti fissi
Analisi dei palmenti in rapporto al sito archeologico di pertinenza
Analisi dei palmenti in rapporto al tipo cui appartengono
Impianti mobili
Conclusioni
IV. ORIGINI DELL’OLIVICOLTURA E PRIMI IMPIANTI DI PRODUZIONE DELL’OLIO
4.1. Olivicoltura nell’antichità
4.2. La coltivazione in Sardegna
4.3. Il processo produttivo dell’olio
4.4. Impianti produttivi nella Sardegna centro-occidentale: i dati del censimento
4.5. Analisi strutturale degli impianti
TIPO I
TIPO II
Rapporto fra geologia, pedologia, altimetria, idrografia e arae
Analisi delle arae in rapporto al sito archeologico di pertinenza
Analisi delle arae in rapporto al tipo cui appartengono
Conclusioni
V. LA SPERIMENTAZIONE ARCHEOLOGICA
Premessa
5.1. I palmenti rupestri: il processo sperimentale
La lavorazione del lino
La concia naturale delle pelli
L’olio di lentisco
Metodi di produzione
5.2. Le arae. Proposte di metodologie di studio
Le tracce d’uso
Sui meccanismi tribologici delle abrasioni
Tracce adesive
Tracce da affaticamento
Tracce da abrasione
Tracce da usura tribochimica
Descrizione delle tracce d’uso
Osservazione a basso ingrandimento
Tracce lineari
Politura (Polish) o lucentezza
Livellamento
Cavità (pits) ed estrazione di grani
Fratture
Arrotondamento degli spigoli dei grani
Osservazioni ad alto ingrandimento
Tecniche per la documentazione fotografica a basso ingrandimento
Osservazioni sulle tracce d’uso a basso ingrandimento prodotte sperimentalmente
Sistemi di forza applicati alle tre diverse superfici d’uso
Conclusioni
BIBLIOGRAFIA
PARTE SECONDA
SEZIONE I – I palmenti
SEZIONE II – Le arae
L’AUTRICE
Il suo principale interesse è legato allo studio della cultura materiale e all’etnografia. Dal 2005 si occupa di archeologia sperimentale sia con progetti di ricerca sia di divulgazione attraverso percorsi di didattica per le scuole. È autrice di numerose pubblicazioni relative alla regione storica del Barigadu (Sardegna centrale) ricca di importanti testimonianze di epoca preistorica e protostorica. Tira con l’arco preistorico ed è presidente dell’associazione Paleoworking Sardegna (www.paleoworkingsargdegna.org).
PRESSOI LITICI IN SARDEGNA TRA PREISTORIA E TARDA ANTICHITÀ
F.to 17×24, Brossura filorefe, pp. 352, Ill. a colori – www.scienzeelettere.it/book/49643.html