Le prime stime sulla produzione vitivinicola 2018

13/09/2018

Arrivano i primi dati ufficiali elaborati dall’Associazione Enologi Enotecnici Italiani,  validi sino a fine ottobre quando l’Assoenologi presenterà quelli definitivi. Se l’annata 2017 è stata tra le più scarse degli ultimi cinquant’anni, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un’inusuale ed eccezionale portata, quest’anno siamo tornati ai valori medi riferiti ad annate di piena produzione. Anche il periodo della raccolta risulta nella norma, con circa 7/15 giorni di ritardo rispetto allo scorso anno. Ciò che però ha caratterizzato questa inusuale annata sono state le punte di caldo alternate a forti precipitazioni che hanno creato un’elevata umidità.

In generale in tutt’Italia, dopo un mese di gennaio mite e poco piovoso, a partire da febbraio si sono registrare precipitazioni anche di molto superiori alla norma che hanno contribuito a riequilibrare le riserve idriche del terreno, dopo la siccità dello scorso anno. L’inizio di marzo è stato caratterizzato da aria gelida che ha portato abbondati nevicate anche in pianura. Aprile invece è risultato siccitoso e molto caldo con temperature massime tra le più elevate degli ultimi decenni. Anche nei mesi di maggio e giugno i valori termici e le precipitazioni sono state superiori alla media del periodo. Tutto ciò ha creato una notevole umidità che ha favorito, in particolare, gli attacchi di peronospora e di oidio che hanno impegnato seriamente i viticoltori con diversi trattamenti. I mesi di luglio e agosto sono stati caratterizzati da tempo instabile con picchi di temperature al di sopra della media, interrotte da perturbazioni temporalesche e qualche grandinata. Eventi comunque circoscritti a specifiche aree, dove si rilevano abbattimenti quantitativi. Il ciclo vegetativo della vite, che inizialmente registrava un ritardo di alcuni giorni, è rientrato nella norma grazie al caldo di aprile, tanto che le fasi fenologiche (germogliamento, fioritura e allegagione) hanno avuto un andamento regolare, producendo pertanto un elevato numero di grappoli con un peso decisamente superiore rispetto allo scorso anno, dovuto all’ingrossamento degli acini.

In alcune aree del Centro Sud la situazione nel mese di agosto è stata caratterizzata da precipitazioni abbondanti e continue. In diversi areali violenti temporali e bombe d’acqua hanno provocato defogliazioni e lacerazioni sviluppando marciume acido e botrite. Da rilevare, in particolare nel sud della Puglia e nella Sicilia occidentale, l’assenza di venti caldi e la presenza di precipitazioni continue, che ha determinato un notevole ristagno di umidità, con conseguente incremento delle malattie fungine. Fortunatamente, come detto, la situazione è circoscritta e, nel complesso, molte zone sono state favorite da migliori condizioni meteo e quindi possono ottenere ottimi prodotti.

Al 31 agosto era stato raccolto circa il 15% dell’uva. La prima regione a staccare i grappoli è stata la Sicilia nell’ultima settimana di luglio, seguita dalla Puglia e dalla Lombardia (Franciacorta) nella prima decade di agosto, mese in cui, nella maggior parte delle regioni italiane, sono avvenute le operazioni di raccolta per le varietà precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon). In tutta la penisola si riscontra un ritardo dell’inizio delle operazioni vendemmiali che varia dai 7 ai 10 giorni rispetto allo scorso anno, ma in linea rispetto ad un’annata normale. Il pieno della raccolta, in tutt’Italia, avverrà tra la seconda decade di settembre e la prima di ottobre, per concludersi verso la fine dello stesso mese con i conferimenti degli ultimi grappoli di

Nebbiolo in Valtellina, di Cabernet in Alto Adige, di Aglianico del Taurasi in Campania e dei vitigni autoctoni sulle pendici dell’Etna.

Info: www.assoenologi.it

 

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