Lambrusco Mio, la storia in un calice di rosso spumeggiante

10/05/2017

Lambrusco Mio, la storia in un calice: il 13 e 14 maggio Modena celebra il vino più antico al mondo""

 
"LambruscoUn Museo Civico apre le porte a un vino: dall’antenato del Lambrusco ad oggi, il 13 e 14 maggio viene proposto un percorso sulle tracce di questa secolare tradizione tra degustazioni, incontri con esperti, visite guidate a tema fra le raccolte dei Musei Civici, dell’Archivio Storico e della Galleria Estense di Modena. Oltre 20 tra le migliori cantine emiliane presentano le loro produzioni per accompagnare il pubblico alla riscoperta delle bollicine rosse DOP: “Lambrusco Mio” è l’unica manifestazione che proclama questo vino prodotto della cultura di un territorio

Il vino rosso più bevuto in Italia? E’ il Lambrusco. Il più esportato nel mondo? Sempre il Lambrusco, con 400 milioni di bottiglie all’anno e un ricavo di 500 milioni di euro. Sarà perché è uno dei vini più antichi ma è “nato moderno”, sarà perché non è troppo alcolico, è dotato di personalità ma non impegnativo, sarà perché è ricco per natura di fragranze e di bollicine, o perché ora i produttori sono molto più attenti alla qualità: in questi anni il Lambrusco ha conosciuto una vera e propria rinascita.

       La città di Modena – nell’anniversario dei 2.200 anni dalla sua fondazione, celebrati dalle iniziative di “Mutina Splendidissima”  – dedica al “suo” vino un intero weekend e accoglie “Lambrusco Mio” nel cuore storico e culturale metropolitano: sabato 13 e domenica 14 maggio il Palazzo dei Musei e le sue raccolte offrono l’occasione di conoscere le testimonianze della produzione del consumo del vino nel territorio modenese in età romana, ma anche di percorrere la storia di questa secolare tradizione dalle origini preistoriche fino alle soglie della contemporaneità.

       Qui vengono allestiti oltre 20 punti di degustazione, dove le principali cantine modenesi e reggiane produttrici di Lambrusco propongono al pubblico assaggi delle loro bollicine. E’ sul territorio modenese, infatti, che avvengono tutte le fasi di produzione di quattro tipologie di Lambrusco DOP: il "Lambrusco di Sorbara", noto anche come Lambrusco della viola per il suo caratteristico sentore floreale, il "Lambrusco Salamino di Santa Croce", i cui vitigni sono i più coltivati del modenese e il cui succo dà vita a un vino fresco in bocca, armonico e ideale per ogni pasto, il "Lambrusco Grasparossa di Castelvetro", elegante ed armonico, di corpo più sostenuto rispetto alle altre tipologie e il Lambrusco di Modena, prodotto utilizzando un uvaggio, ovvero una mescolanza di diversi tipi di uve. La proposta di degustazione culturale di Lambrusco sarà completata dal Reggiano Lambrusco DOP, dal Lambrusco dei Colli di Scandiano e di Canossa DOP, dal Lambrusco Mantovano DOP, e dal Lambrusco dell’Emilia IGP.
      
      “Era il maggio 2001 quando debuttava la prima edizione di “Lambrusco Mio”, al Foro Boario: allora la manifestazione era rivolta principalmente agli operatori del settore a livello nazionale e internazionale per favorirne una maggiore conoscenza. Oggi è un evento per tutti, perché tutti devono conoscere meglio questo vino e il fortissimo legame con la sua terra – spiega Claudio Biondi, neopresidente del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena e del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi ModenesiIl nostro obiettivo è quello di valorizzare un vitigno importante che dopo il riscatto degli ultimi anni continua ad essere sempre più apprezzato. Inoltre vogliamo proporre il Lambrusco come vino a tutto tondo, non più solo da pasto, e questo oggi è possibile grazie all’elevata qualità dei prodotti sul mercato: è un vino che ha le caratteristiche giuste per affermarsi anche come valida alternativa per aperitivi, rispondendo alla voglia di novità dei giovani e non solo”.
      
       Al pubblico che varca la soglia del Palazzo dei Musei viene consegnato un calice firmato Riedel per degustare il Lambrusco, creato appositamente per le DOP modenesi: si accede poi  al percorso con le tappe di assaggio, arricchite dai prodotti tipici del territorio come  Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Modena, crescentine, a cura del Consorzio Modena a Tavola. Sono previste anche degustazioni guidate a cura dell’AIS, Associazione Italiana Somellier, e con lo stesso biglietto i visitatori possono visitare l’itinerario storico “Dall’uva perusinia al Lambrusco” che si snoda tra i Musei Civici, l’Archivio Storico e la Galleria Estense.
      
       “Sono molti i riferimenti iconografici e le storie collegate al tema del vino nelle opere d’arte e nei reperti archeologici esposti nei diversi istituti che fanno parte di questo polo culturale cittadino ed il collegamento tra mondo economico e cultura ci sembra assolutamente da favorire – sottolinea Francesca Piccinini, direttrice dei Musei Civici di ModenaIn questo caso, poi,  collaborare all’organizzazione dell’evento che ha come teatro il Palazzo ci è parso particolarmente importante perché il tema si collega, come spiega il sottotitolo "dall’uva perusinia al lambrusco", alle lontane origini romane di questa eccellenza enogastronomica locale ed il Comune di Modena  soprattutto attraverso i Musei Civici, sta investendo molto quest’anno per ricordare e valorizzare le origini della colonia romana di Mutina, fondata nel 183 a.C., cioè esattamente 2.200 anni fa ma sempre vive nella memoria dei modenensi attraverso i secoli, come evidenzierà la mostra "Mutina splendidissima" prevista al Foro boario per la fine dell’anno”.
      
Non mancano, poi, gli appuntamenti per gli addetti ai lavori, come l’incontro “Lambrusco, un giacimento naturale” (sabato 13 maggio alle 11.00), dedicato alla filiera vitivinicola del Lambrusco e alle 6.500 aziende che la compongono. E’ rivolto ai produttori anche il talk show “Il Lambrusco piace tanto anche a noi” (sabato alle 16.00), moderato da  Fede e Tinto della trasmissione “Decanter” di Radio 2.

      Ermi Bagni, direttore del Consorzio Marchio Storico Lambruschi Modenesi, evidenzia proprio l’impegno delle cantine e alle aziende del territorio: “Mi piace definire questa manifestazione come “degustazione culturale”, e non solo per la location museale: dietro a un calice di Lambrusco, c’è storia, duro lavoro e valorizzazione del prodotto a livello mondiale. Il Lambrusco rappresenta un esempio davvero unico se pensiamo che si tratta di una famiglia di vitigni selvatici che nel corso dei secoli sono stati addomesticati nel nostro territorio; questo fin dalla metà dell’800 ha consentito l’insediamento di un distretto manifatturiero di assoluta eccellenza”.

       “Lambrusco Mio” è un’iniziativa a cura del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena e Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi, in collaborazione con i Musei Civici, la Galleria Estense e l’Archivio Storico Comunale.

Dove, come, quando:
Date e orari: sabato 13 e domenica 14 maggio dalle 10 alle 20
Luogo: Palazzo dei Musei di Modena, Largo Porta Sant’Agostino 337
Info: Vision Up, tel. 059.4924794
Ingresso: intero 10 €, ridotto 8 €

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La frizzante storia di una celebrità: due giornate e 22 cantine tra degustazioni, talk show, visite guidate""
"LaDue giorni di “degustazione culturale”, interamente dedicati alle bollicine rosse e alla loro storia: i visitatori che accedono a Palazzo dei Musei possono assaggiare decine di Lambruschi di cantine diverse e partecipare a visite guidate a tema fra le raccolte dei Musei Civici, dell’Archivio Storico e della Galleria Estense. Numerosi i momenti di approfonadimento: si comincia sabato 13 maggio con un convegno per i produttori e un talk show con i conduttori di “Decanter” di Radio2 e la presentazione del libro “Tutti lo chiamano Lambrusco”; si prosegue domenica 14 maggio con la presentazione di Bubble’s, il magazine sulle bollicine e il buon vivere italiano

Due giornate, sabato 13 e domenica 14 maggio, per rendere omaggio al territorio modenese ed emiliano e al “nostro” vino. “Lambrusco Mio” è un’occasione per poter davvero scoprire cosa c’è dietro a un calice di bollicine rosse: cultura, tradizione, arte, lavoro. Un appuntamento all’interno di una cornice d’eccezione, che sottolinea il forte legame con il territorio e la sua storia: il Palazzo dei Musei di Modena. L’evento vede coinvolte 22 cantine di Modena e Reggio Emilia, con decine di etichette in degustazione e da acquistare.
      
       “Lambrusco Mio” prende ufficialmente il via sabato alle 11, con l’apertura delle antiche anfore storiche di terracotta – riproduzione fedele di quelle conservate nei Musei – da cui verrà versato Lambrusco in abbondanza per un primo brindisi inaugurale. In occasione dell’evento, infatti, il Lapidario Romano dei Musei Civici ospita l’emblema della produzione del vino in età romana: l’anfora. Tre anfore originali, provenienti dagli scavi urbani, sono accostate e tre copie di esemplari fabbricati ai tempi della fondazione di Mutina. Da queste ultime, per evocare l’”uva perusinia” modenese citata da Plinio, viene versato il vino del brindisi d’apertura.
      
       Al pubblico che varca la soglia del Palazzo dei Musei sabato e domenica dalle 10 alle 20, viene consegnato un calice firmato Riedel per degustare il Lambrusco, creato appositamente per le DOP modenesi; si accede poi  al percorso con 22 tappe di assaggio, quante le cantine presenti, arricchite dai prodotti tipici del territorio come  Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Modena, crescentine, a cura del Consorzio Modena a Tavola e Piacere Modena. Sono previste anche degustazioni guidate a cura dell’AIS, Associazione Italiana Somellier, e nel corso degli incontri si analizzano caratteristiche, diversità e particolarità del Lambrusco proveniente dalle province di Modena e Reggio Emilia (si tratta di tre appuntamenti previsti per le ore 11.30, 17.30 e 18.30).
      
       Con lo stesso biglietto i visitatori possono visitare l’itinerario storico “Dall’uva perusinia al Lambrusco” che si snoda tra i Musei Civici e la Galleria Estense. “Mutina va fiera dell’uva perusinia, d’acino nero, il cui vino sbianca nel giro di 4 anni”, scriveva Plinio nel I secolo d.C.: dall’antenato del Lambrusco a oggi, è possibile ripercorrere le tracce di una secolare tradizione di eccellenza attraverso visite guidate a tema fra le raccolte dei Musei Civici, dell’Archivio Storico e della Galleria Estense (in entrambe le giornate le visite seguiranno questi orari: Musei Civici 10.15 e 16; Archivio Storico 12.15 e 17, Galleria Estense 12.30 e 18).
       Il Lambrusco ha una storia antichissima, che già i letterati dell’epoca romana come Catone, Virgilio e Varrone descrissero nelle loro opere. Diversi autori classici portano la testimonianza dell’esistenza, nel territorio emiliano, di un vitigno selvatico denominato “Labrusca vitis”, che cresceva negli ambienti più marginali delle campagne coltivate e che aveva la particolarità di produrre un’uva dal gusto spiccatamente aspro.
       E proprio i disciplinari di produzione delle Denominazioni d’Origine Protetta sottolineano una curiosità e un primato che forse in pochi conoscono: “il Lambrusco è considerato uno dei vitigni più autoctoni del mondo in quanto deriva dall’evoluzione genetica diretta della vitis vinifera silvestris occidentalis, la cui domesticazione ha avuto luogo nel territorio modenese”.
      
L’evento sarà anche un’occasione di incontro e confronto per gli addetti ai lavori: sabato 13 maggio alle 11.00 prende il via il incontro/intervista “Lambrusco, un giacimento naturale”, con l’agronomo Eraldo Antonini, l’enologo Mauro Catena. Conduce l’appuntamento Ettore Tazzioli, direttore di TRC. Va ricordato, infatti, che la filiera vitivinicola del Lambrusco che pulsa nel cuore del territorio emiliano è supportata da una molteplicità di imprese: 6.500 aziende viticole, 20 cantine cooperative, 48 aziende vinicole, tutte caratterizzate da un’ampia base di operatori specializzati, un distretto manifatturiero in grado di sviluppare e diffondere commercialmente una produzione apprezzata sui mercati nazionali ed esteri, in quanto il Lambrusco DOP e IGP da oltre 40 anni è il vino italiano più esportato nel mondo.
      
       Il sabato pomeriggio alle 15.30 il protagonista è “Tutti lo chiamano Lambrusco”, il libro di Antonio Previdi che l’autore presenta insieme ai suoi motivatori ed ispiratori Filippo Marchi si tratta di un libro che descrive tre vitigni e tre territori, con 20 interviste ad altrettanti vignaioli per scoprire le affascinanti terre del Sorbara, del Grasparossa e del Salamino. Un viaggio a fianco dei vignaioli modenesi, scavando attraverso le loro tradizioni e la loro cultura, immancabilmente accompagnate da una bottiglia di lambrusco.
      
           Alle 15.30 la parola passa a due esperti: Fede e Tinto nel corso del talk show “Il Lambrusco piace tanto anche a noi” incontrano i produttori fra il pubblico della zona degustazione. «Fede&Tinto», ovvero Federico Quaranta, genovese, e Nicola Prudente, pistoiese, conducono da tredici  anni “Decanter”, il programma cult di Rai Radio2 dedicato al mondo dell’agricoltura e dell’enogastronomia.
      
           Domenica 14 maggio l’appuntamento è alle 10.30 con la presentazione di Bubble’s Magazine, una rivista su carta che parla di vini italiani spumeggianti e di tutto quel quel mondo che gravita intorno alle bollicine; l’editore è Andrea Zanfi, il direttore è Giampietro Comolli, noto “uomo delle bollicine” italiane e non solo. In epoca digitale e virtuale, dove blogger e app la fanno da padrone, dove 140 caratteri già sono tanti per esprimere un pensiero è confortante sapere che c’è chi punta sulla carta stampata di qualità: Bubble’s è patinato e da collezione, un libro leggero, circa 150 pagine, quadrimestrale, assolutamente in italiano.
      
   

 

I Lambruschi DOP di Modena: i numeri e le caratteristiche""
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Il Lambrusco ancor prima di essere il nome di una famiglia di vitigni e di un vino identifica un territorio esclusivo dal quale ha avuto origine. Diversi sono gli elementi dai quali si coglie l’importanza che ha la vitivinicoltura a Modena: i 7.690 ettari di superficie vitata dei quali 6.207 coltivati con i vitigni Lambrusco, l’azienda vinicola piu? antica della regione Emilia-Romagna, la presenza della cantina sociale piu? antica d’Italia in attivita?, tre cantine sociali che hanno festeggiato il centenario dalla loro fondazione, ma soprattutto il fatto che la vitivinicoltura a Modena significa “Lambruschi DOP”, ovvero vini a Denominazione di Origine Protetta, ovvero:
– Lambrusco di Sorbara;
– Lambrusco Salamino di Santa Croce;
– Lambrusco Grasparossa di Castelvetro;
– Lambrusco di Modena.
Con una produzione media annua di 35,5 milioni di bottiglie i Lambruschi DOC modenesi generano un valore economico al consumo di 110 milioni di euro.
      

Gli elementi che caratterizzano il Lambrusco DOP:
      
Base ampelografica:
Per produrre un lambrusco DOP si devono utilizzare i vitigni della famiglia Lambrusco: Lambrusco Grasparossa, Lambrusco Salamino, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Marani, Lambrusco Maestri, Lambrusco Montericco, Lambrusco Oliva, Lambrusco a foglia frastagliata, da soli o congiuntamente, nella misura minima dell’85%. Possono concorrere, da sole o congiuntamente, le uve provenienti dai vitigni Ancellotta, Malbo gentile, Fortana, fino a un massimo del 15%;       
Lambrusco di Sorbara: Lambrusco di Sorbara 60% (minimo) e lambrusco Salamino di Santa Croce 40% (massimo), altri Lambruschi e uva d’oro max 15%.    
Lambrusco Salamino di Santa Croce: lambrusco salamino 85% (minimo) altri lambruschi, Ancellotta , Fortana, 15%      
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro: lambrusco Grasparossa 85% (minimo) altri lambruschi e Malbo Gentile 15%
Lambrusco di Modena: deve essere prodotto con uve Lambrusco nella misura minima dell’85%. Possono concorrere, da sole o congiuntamente, le uve provenienti dai vitigni Ancellotta, Malbo gentile, Fortana, fino a un massimo del 15%
      
Zona di produzione:
La zona di produzione, ovvero l’area di coltivazione delle uve destinate alla trasformazione dei vini designati con la denominazione di origine controllata comprende territori con suoli omogenei.
I terreni della pianura caratterizzati da energia dirompente e da una ricchezza di sali minerali che ritroviamo nel profumo netto, pulito, persistente del Lambrusco di Sorbara e nel sapore asciutto del Lambrusco Salamino di Santa Croce.
I terreni della zona collinare e subcollinare a sud della via Emilia sono posati, riflessivi, e si esprimono nel profumo vinoso e nella spuma compatta del Lambrusco Grasparossa di Castelvetro.

Le 22 cantine che saranno presenti a “Lambrusco Mio”:

Az. Agr. La Battagliola – Bologna
Cantina Formigine Pedemontana – Modena
Cantina di S. Croce – Modena
Cleto Chiarli Tenute Agricole – Modena
Cantina Settecani-Castelvetro – Modena
Cantina di Carpi e Sorbara – Modena
Cavicchioli U. & Figli – Modena
Soc. Agr. Paltrinieri Gianfranco s.s. – Modena
Poderi Fiorini – Modena
Az. Agr. Pezzuoli s.s. – Modena
Az. Vitivinicola Fattoria Moretto di Altariva Fausto & C. – Modena
Soc. Agr. Zucchi s.s. – Modena
Az. Agr. Cantina Barbolini – Modena
Zanasi Soc. Agr. S.s. – Modena
Soc Agr. Garuti Dante, Elio e Romeo s.s. – Modena
Francesco Bellei & C. – Modena
Cantine Riunite & Civ Soc. Agr. – Reggio Emilia
Cantina Sociale di San Martino in Rio S.c.a. – Reggio Emilia
Casali Viticultori S.r.l. – Reggio Emilia
Soc. Agr. Venturini Baldini – Reggio Emilia
Cantina Sociale Masone-Campogalliano S.c.a – Reggio Emilia
Gavioli Antica Cantina – Reggio Emilia