La Cantina di Solopaca, fondata nel 1966, è una cooperativa agricola di 600 viticoltori, ubicata a Solopaca, in provincia di Benevento, nel cuore dell’antico Sannio, zona da sempre vocata alla viticoltura. Con i suoi quasi 60 anni di storia è una delle aziende più longeve e rappresentative della Campania.
L’azienda ha una lunga tradizione spumantistica che parte nel 1985, quando prende
vita lo spumante di Falanghina Maria Cristina. L’ultimo nato è invece di qualche mese fa e si chiama Bublì, spumante di Falanghina Extra Dry, un vino ideato per soddisfare il gusto dei consumatori giovani e meno giovani, ovvero di tutti colori che vedono il vino come un’occasione di socialità.
Bublì ha l’ambizione di diventare un vero e proprio strumento di aggregazione sociale, un vino che parla alle nuove generazioni con l’obiettivo di avvicinarle ad un bere consapevole, inteso non solo come moderazione nel consumo di alcolici ma anche come conoscenza di ciò che si consuma/ordina al winebar. Bere Bublì ha, quindi, anche una valenza sociale.
Consumare una bollicina sannita (Campana) significa sostenere il proprio territorio, sostenere i tanti viticoltori che con passione coltivano tra le colline del Sannio le uve Falanghina. Bublì è la bollicina per l’aperitivo che premia il territorio. Del resto le bollicine sono sinonimo di vivacità, di freschezza, di gioia; tutti elementi che contraddistinguono Bublì, una bollicina che si allontana dal linguaggio tradizionale del vino si avvicina al modo di comunicare dei giovani.
Il fenomeno dei Social Network, in primis Instagram e Tik Tok, ha portato alla nascita di un nuovo linguaggio: lo slang giovanile. Per slang si intende un insieme di parole ed espressioni che non appartengono al lessico standard di un dialetto o di una lingua parlata. Quest’ultimo nasce e si sviluppa proprio come esigenza da parte dei ragazzi di appartenere ad un gruppo dove i boomer sono esclusi. Per parlare direttamente ai giovani, l’azienda ha puntato su una campagna di comunicazione che, attraverso l’uso dei canali digitali, usa tutti quei termini dello slang giovanile. Ma questo linguaggio permette anche alle generazioni più adulte di comprendere il modo di comunicare della generazione Z e dei i Millennials, favorendo così un avvicinamento delle diverse generazioni. Si capisce ora perché con Bublì parliamo tutti la stessa lingua.