Il Vino Kosher In Italia

22/02/2021

Una ricca gamma di aromi e sapori genuini sta conquistando una fetta crescente di consumatori italiani

 

Le 21 comunità ebraiche riunite nell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), che oggi nel nostro Paese contano circa 29.000 (secondo alcuni 35.000) componenti, rappresentano un mercato molto ampio, per non parlare delle enormi potenzialità dell’export, che negli ultimi decenni ha attirato vignaioli italiani. Dedicarsi a questo tipo di produzione ha costi elevati, ma aumentano anche gli acquisti di persone non di religione ebraica che vogliono assaggiare il vino kasher per curiosità o perché, pur non essendo sinonimo di biologico o di biodinamico, ne apprezzano la genuinità garantita dalla certificazione. Va infatti sottolineato come i vini kosher possano facilmente superare gli standard qualitativi dei vini non kosher proprio grazie al loro restrittivo disciplinare, alla manodopera specializzata e all’impegno dedicato per la realizzazione.Non è un caso che in Italia sia in continuo aumento il numero delle cantine che si affacciano in questo mondo e che ottengono la relativa certificazione, con una produzione in grado di offrire ad appassionati ed estimatori una ricca gamma di aromi e sapori dal Gavi all’Amarone, dal Chianti al Frascati. Oggi in tutto il mondo sono operativi 1074 enti di certificazione kosher di prodotti alimentari. Tra questi segnaliamo: Orthodox Union (OU) (info@ou.org), OK Kosher (OK) (info@ok.org), Kedassia (kedassia@kedassia.org.uk), C.I.O.P.-Rav Rottenberg (ciopharedi@gmail.com), Badatz Bet Yosef (16@badatz.biz). E’ importante, infine, sottolineare che nella scelta della Certificazione influisce il Paese e la tipologia di vini e di clientela verso i quali il produttore che intenda intraprendere questa strada vuole rivolgere i propri sforzi. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

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