Vinitaly ha rappresentato l’ideale scenario per la presentazione di alcune importanti novità nel programma di sviluppo messo in atto da Federvini. La kermesse veronese si conferma un tassello importante nella strategia di sviluppo della filiera vino italiana che, per articolazione e complessità, richiede risposte di sistema idonee a far fronte a sfide vieppiù complesse, sul fronte produttivo e sui mercati. Federvini è in prima linea con i propri associati sui temi più caldi di settore, legati alle fasi attuative del nuovo Testo Unico sul vino, che vanno dalla concretizzazione del principio del controllo unico aziendale, punto di partenza necessario a garantire chiarezza di interlocutori e semplificazione burocratica; all’annoso dibattito sui consorzi di tutela e sul loro funzionamento in relazione alle reali esigenze delle imprese; al principio della terzietà dei controlli, sancito ma attuato in modo non sempre efficace; al multiforme modello di sviluppo delle denominazioni, in certi casi poco comprensibile agli occhi del consumatore. Per finire, un cenno alla imbarazzante questione dell’OCM per la promozione nei paesi terzi. La scarsa chiarezza in fase di produzione e applicazione delle norme sta producendo delle mostruosità che invocano soluzioni immediate. L’atteggiamento sostanzialmente attendista del MIPAAF sul tema dei fondi per la promozione lascia le imprese italiane prive di un sostegno finanziario che i competitor di altri paesi stanno invece utilizzando ormai da mesi.
L’accordo di programma sottoscritto durante il Vinitaly con il Ministro dell’Ambiente Galletti per la valorizzazione del progetto VIVA sulla viticoltura sostenibile è la testimonianza concreta dell’impegno di FederVini sui temi ambientali.
Venendo ai programmi di sviluppo di Federvini, l’alleanza con Assoenologi, annunciata proprio nelle ultime ore, va nella direzione di una sinergia a tutto tondo, che ponga al centro temi quali sostenibilità, ricerca&sviluppo, monitoraggio analitico qualitativo a livello aziendale, sia di prodotto che di processo, tre punti qualificanti per la creazione di valore, che integrano le qualità organolettiche del prodotto.
Da sottolineare altresì la collaborazione con il CENSIS, che fornirà una base di conoscenza aggiuntiva agli operatori del settore. In occasione dell’assemblea annuale in programma a Roma il prossimo 17 maggio sarà presentato il primo rapporto di ricerca.
Grazie a questa attività di collaborazione inter-organizzativa FederVini, nella affollata riunione che il Gruppo Vini ha tenuto durante Vinitaly, ha rinnovato il proprio impegno in alcuni pilastri del posizionamento di successo del vino italiano per gli anni a venire: la diffusione della cultura d’impresa nella filiera vino, l’esigenza di crescita di competenze manageriali nella gestione delle aziende anche di più piccola dimensione, la valorizzazione delle marche familiari in uno con le marche territoriali, i grandi temi della responsabilità sociale delle imprese e della sostenibilità.
“Al fine di attuare tale disegno strategico Federvini ha messo in campo un programma di rafforzamento della propria struttura idoneo a far fronte alle direttrici di sviluppo tracciate dal proprio Consiglio per i prossimi anni. In primo luogo, la creazione e la messa a regime di una gamma di servizi ad alto valore aggiunto in grado di impattare sulla qualità della filiera, che si estendono dagli ambiti tecnici a quelli di ricerca, informazione e comunicazione. A noi tocca impegnarci con professionalità e dedizione a seguire lo sviluppo degli aspetti normativi e di funzionamento della filiera vino, ma è un percorso che non si può affrontare da soli. E’ necessario scegliere dei compagni di viaggio competenti e complementari, in grado di integrare le diverse attitudini e professionalità al fine di garantire la migliore assistenza agli associati”, ha dichiarato Piero Mastroberardino, presidente del Gruppo Vini di Federvini.