Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.
Nella Regione Puglia è possibile individuare quattro enoregioni: Tavoliere, Terra di Bari, Messapia e Valle D’Itria, Salento.
TERRA DI BARI
Questa vasta enoregione copre buona parte delle province di Barletta-Andria-Trani e di Bari con un paesaggio vario e austero che passa dalle forme carsiche più ondulate e alte dell’entroterra (massimo 450 metri s.l.m.) ai suoli sabbiosi e calcarei dei versanti a bassa pendenza e pianeggianti che arrivano all’Adriatico. Coincide con l’altopiano collinare delle Murge, la cui forma quadrangolare si estende ad occidente fin dentro il Materano e verso sud nei territori di Taranto e Brindisi. I vigneti si alternano a ulivi, frutteti e campi seminati, con coltivazioni viticole specializzate anche sui fondovalle di origine alluvionale dell’Ofanto. Alla base del Rosso della doc Castel del Monte c’è il nero di troia, qui chiamato anche uva della marina perché coltivato con successo sui litorali a nord di Bari; la coltura del pampanuto, destinato al Bianco, è limitata alle zone di Corato e Ruvo di Puglia (un tempo anche a Terlizi), mentre per il Rosato si utilizza il bombino nero, dalla particolare forma piramidale che ricorda un bambino dalle braccia distese. Molte le attrazioni valorizzate dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia e dalla Strada dei Vini Doc Castel del Monte: dalle architetture romaniche, sveve, normanne e angioine ai villaggi preistorici, siti greci e romani, insediamenti rupestri e centri medioevali, dal Pulo di Altamura con la più grande dolina del territorio e la valle dei dinosauri alle profonde erosioni delle Gravine fino ai 3000 ettari del Bosco Difesa Grande.
Vini locali. Il Rosso della doc Castel del Monte è un vino di grande struttura, con aroma di frutta rossa e lievi sentori erbacei, gusto secco e morbido che ben accompagna carni nobili brasate o arrosto e formaggi saporiti a pasta dura; il Bianco è indicato per antipasti magri, sughi leggeri o a base di pesce, fritti e latticini freschi; il Rosato con salumi piccanti, maiale o agnello e formaggi ovini stagionati. Le tre versioni Castel del Monte Bombino Nero, Nero di Troia Riserva e Rosso Riserva hanno recentemente acquisito la denominazione di origine controllata. Il primitivo è il vitigno più rappresentativo dei rossi e dei rosati della doc Gioia del Colle, dove è presente al 50-60%, accompagnato da montepulciano, sangiovese, negroamaro e malvasia nera: il Primitivo, di elevato grado alcolico ed aroma caratteristico (ribes, ciliegia, prugne cotte e spezie), ha un sapore pieno e armonico, tendente al vellutato con l’invecchiamento, a volte leggermente amabile. Dalla forte gradazione alcolica e colore granato più o meno intenso, con riflessi violacei tendenti all’arancione con l’invecchiamento, è anche l’Aleatico Dolce e Liquoroso Dolce, ottenuto dalle uve dell’omonimo vitigno per almeno l’85% e per il restante 15% da negroamaro, malvasia nera e primitivo: il primo tipo è ideale con la frutta secca, il secondo con formaggi a pasta dura. Il Moscato di Trani doc è forse il vino più antico della Puglia, sicuramente tra i più conosciuti e molto apprezzato in abbinamento ai dolci tipici della Regione: pasticceria secca, torte alla crema e cioccolato il tipo Dolce, dolci a pasta non lievitata, pasta di mandorle, crostate con confettura di albicocche e macedonie di frutta il tipo Liquoroso Dolce. Sono vini caldi e vellutati e dal colore giallo dorato, con i profumi di fiori bianchi e agrumi tipici del moscato bianco (in Puglia noto anche come m. di trani o m. reale) e le note odorose di confettura, fichi secchi e frutta candita caratteristiche dell’appassimento delle uve lasciate maturare sulla pianta o sulle stuoie.
Piatti e prodotti tipici. La regina dei latticini è qui la burrata, nata ad Andria nel ‘900 e composta da un sottile fagottino di pasta filata riempito con pezzetti sfilacciati di pasta filata e panna fresca. Seguono, tra le eccellenze della gastronomia locale, caciocavallo silano dop e canestrato pugliese dop, l’olio extravergine d’oliva Terra di Bari dop, pane di Altamura dop (preparato con semola di grano duro rimacinata dell’Alta Murgia barese e lievito naturale a pasta acida), uva di Puglia igp, i piccoli e saporitissimi funghi cardoncelli, la salsiccia tagliata a punta di coltello dell’Alta Murgia (impastata con semi di finocchio selvatico, peperoncino, sale marino e malvasia). Chiamati erroneamente cipollacci selvatici pur non avendo nulla a che vedere con la cipolla, i lampascioni (o pampasciuni) sono piante dai bellissimi fiori blu e bulbi commestibili dal gusto amarognolo, ottimi sottolio o nelle tielle di verdure e agnello. L’offerta prosegue con tutti i piatti tipici pugliesi, tra i quali ricordiamo le orecchiette con le verdure (cime di rapa, cavolfiori, broccoli baresi) o con il ragù rosso, la carne di cavallo al sugo o alla brace, in salsicce o in braciole (involtini), ragù di carne d’asino, agnello con cardoncelli e canestrato grattugiato, gnumarelle (animelle di agnello cotte alla griglia), calzone di cipolle dolci, focaccia barese, i taralli variamente aromatizzati e i dolci delle feste tradizionali: i confetti dei ricevimenti nuziali, la colva dei morti (grano cotto, uva, fichi secchi, noci e mandorle), a Natale i mostaccioli e le cartellate (spolverizzate con zucchero a velo e cannella o bagnate nel vincotto di fichi), a Carnevale le chiacchiere e a Pasqua le scarcelle ricoperte di glassa. (di Alessandra Calzecchi Onesti)
DENOMINAZIONI:
DOCG: Castel del Monte Bombino Nero, Castel del Monte Nero di Troia Riserva, Castel del Monte Rosso Riserva
DOC: Aleatico di Puglia, Barletta, Castel del Monte, Gioia del Colle, Gravina, Moscato di Trani, Tavoliere delle Puglie o Tavoliere
IGT: Murgia, Puglia