Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.
Nella Regione Toscana è possibile individuare nove enoregioni: Apuane, Lunigiana e Lucchesia, Bolgheri e Costa degli Etruschi, Colline Fiorentine e Carmignano, Maremma Toscana, Colline Aretini e Valdichiana, Montalcino e Terre di Siena, Terre di Montepulciano e Orcia, Chianti Classico, Toscana Centrale e San Gimignano.
MAREMMA TOSCANA
Sono ben tre le Strade del Vino e dei Sapori (Colli di Maremma, Monteregio di Massa Marittima, Montecucco e Amiata) che s’incrociano in una terra ricca di aree naturalistiche (13 riserve e 1 parco provinciale) e paesaggi: a nord ovest le Colline Metallifere, a nord est l’Amiata (importante stazione sciistica), a sud ovest il mare da Follonica all’Argentario e nel mezzo i verdeggianti pendii lungo le valli dei fiumi Ombrone, Albegna e Fiora. I suoli variano dai depositi vulcanici dei Monti Volsini vocati alle uve a bacca bianca alle formazioni marnose dei rilievi collinari tra il Fiora e l’Ombrone favorevoli ai vitigni a bacca nera, fino alle argille dell’Alta Maremma e dei rilievi costieri dell’Albegna. La vite silvestris, ancora presente nei boschi, e i reperti etruschi testimoniano una cultura enologica millenaria e traffici commerciali in cui il vino rappresentava il prodotto più richiesto. Un cenno a parte merita la preziosa viticoltura dell’Isola del Giglio, con le sue rocce di origine granitica a picco sul mare e i vigneti terrazzati costellati da palmenti a capannello: ancora fino agli anni ’60 le operazioni di spremitura dell’ansonica venivano condotte nelle vasche in pietra costruite o scavate nella roccia, singole o comunicanti. Il mosto ricavato da una prima fermentazione veniva raccolto in contenitori di terracotta o legno e trasportato nel paese, per essere poi trasformato nell’omonima doc dal colore paglierino e note di frutta fresca e lievemente erbacee.
Vini locali. L’influenza mitigatrice del mare e la buona insolazione estiva dell’area di produzione permettono un ottima e costante maturazione al Morellino di Scansano docg, ricavato per l’85% da uve di sangiovese (chiamato qui morellino), un vino dal colore rosso rubino carico, profumi di frutti rossi intensi e sapore caldo, che se ben vinificato acquista facilmente buon grado alcolico e notevole complessità aromatica, anche senza un lungo affinamento in legno. Nasce sulle pendici delle alture sulla destra del fiume Ombrone la doc Montecucco (e la successiva docg Montecucco Sangiovese), che veniva un tempo chiamato brunellino per la vicinanza con il più celebre Brunello di cui richiama le caratteristiche di tannicità, sapidità e struttura; i profumi fruttati e vinosi e il sapore equilibrato e di corpo lo rendono perfetto da bere con arrosti e formaggi stagionati. E’ da consumare giovane il Bianco di Pitigliano doc simile all’Orvieto, a base di trebbiano e vari altri vitigni a bacca bianca, buon abbinamento per carciofi fritti e torte di verdure. Le diverse tipologie della denominazione Capalbio, provenienti dai vigneti situati in collina nella parte meridionale della provincia di Grosseto, comprendono Rosso, Rosato, Bianco e Vin Santo, oltre ai monovitigno Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Vermentino. Il Rosso, dai profumi vinosi e fruttati, sapore giustamente tannico e di corpo, si abbina bene con i saporiti piatti locali come pappardelle al cinghiale e, la Riserva, con il cinghiale alla cacciatora. Il Monteregio di Massa Marittima doc è il vino tipico della Maremma settentrionale, soprattutto il Rosso, ottenuto principalmente da sangiovese, fruttato ed elegante e di buona struttura, da tutto pasto. Ai piatti di mare si adattano bene il Bianco e il Vermentino, due vini leggeri e dai profumi delicati, e a fine pasto i Vin Santi, uno da uve bianche e l’altro da uve nere (Occhio di Pernice).
Piatti e prodotti tipici. Da una natura così varia e rigogliosa non poteva che scaturire un ricchissimo paniere di prodotti: le castagne del Monte Amiata igp, il marrone scarlinese, l’olio extravergine d’oliva Seggiano dop e quello d’olivastra scarlinese, lo zafferano di Maremma, i funghi dell’Amiata, la carne di razza maremmana (di colore rosso intenso, magra e molto saporita), la ricotta di pecora grossetana, i formaggi caprini di Maremma, le coppiette (carne magra a listarelle, speziata e affumicata), l’aglio rosso maremmano, il cece di Grosseto, il fagiolo borlotto di Maremma … . Qui i boschi sono autentici paradisi per i fungaioli; tra le molte specie ricercate ci sono i cimbali, dal profumo intenso tra la nocciola e la lavanda, fedelissimi ogni anno al luogo di crescita tanto che la posizione della cimballaia è spesso un segreto di famiglia. Nel territorio collinare di Scansano le vigne si alternano a boschi famosi per la qualità dei porcini, ma a fine autunno si riempiono di un altro fungo eccellente sottolio con aglio, alloro, origano e peperoncino: il lardaiolo rosso, anche da friggere o trifolare per crostini e pastasciutte. La ricca offerta gastronomica si completa con crostini di milza, acquacotta, panzanella, bruschetta con i cimbali, zuppa di san giuglielmo (con funghi, foglie di ortica e pecorino della Maremma stagionato), tortellini alla maremmana, pici, pappardelle con la lepre, buglione (spezzatino di agnello da servire su fette di pane casareccio tostate), scottiglia, fegatelli di maiale, chiocciole alla nepitella (menta), cinghiale alla cacciatora o con le olive, tagliata di razza chianina, castagnaccio, brigoli, melatelli, schiaccia dei morti. (di Alessandra Calzecchi Onesti)
DENOMINAZIONI
DOCG: Montecucco Sangiovese, Morellino di Scansano
DOC: Ansonica Costa dell’Argentario, Bianco di Pitigliano, Capalbio, Maremma Toscana, Montecucco, Monteregio di Massa Marittima, Parrina, Sovana
IGT: Costa Toscana, Toscano o Toscana