Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.
Nella Regione Sardegna è possibile individuare sei enoregioni: Gallura, Costa Nord Occidentale, Costa Centro Occidentale, Sulcis e Campidano, Cagliaritano, Sardegna Centrale.
GALLURA
Coincide con la provincia di Olbia-Tempio questa enoregione caratterizzata da un paesaggio molto vario di rocce scolpite dal vento, dolci colline a pascolo, nuraghi e chiese medievali, splendide spiagge e sugherete, boschi di lecci e piante profumate come il mirto, le ginestre, i ginepri, i corbezzoli, i lentischi e l’erica. Grazie alla matrice granitica – che impedisce di avere produzioni elevate ma permette di ottenere vini con buona gradazione alcolica e acidità e ottima presenza di frutto – e alle peculiarità climatiche che la distinguono dalle altre zone confinanti – lunghe estati calde, forti escursioni termiche tra il giorno e la notte e presenza del Maestrale che limita l’insorgere delle muffe – ha qui trovato il suo habitat di elezione il vermentino, tra le quattro varietà di uva maggiormente prodotte nell’Isola. Contrariamente ad altre colture vitivinicole locali, il sa fermentino ha una tradizione recente: passando probabilmente dalla Spagna e poi attraverso Francia, Liguria e Corsica, solo a metà Ottocento sarebbe comparso nella Sardegna settentrionale, dove ha dato origini a due celebri vini, il Vermentino di Sardegna doc (prodotto in tutta la Regione) e il Vermentino di Gallura, unica denominazione di origine controllata e garantita sarda, oggi valorizzata dall’omonima strada del vino.
Vini locali. Di colore giallo paglierino con leggeri riflessi verdognoli, il Vermentino di Gallura docg (anche Superiore) ha profumi intensi e fini di fiori, agrumi e piante aromatiche e un sapore alcolico e morbido con retrogusto leggermente amarognolo. E’ un vino da bere giovane, entro il terzo anno dalla vendemmia, consigliato come aperitivo o in abbinamento a minestre vellutate di pollo o funghi, risotti e paste con sughi marinari, pesce arrosto, crostacei, molluschi e frutti di mare, frittate, pecorino sardo dolce. Il Vermentino di Sardegna doc, con una resa maggiore per ettaro, ha eleganti aromi floreali (che si esaltano dopo un breve periodo di affinamento) e gusto fresco che accompagna zuppe di pesce e cucina di mare. Si producono in Gallura le due denominazioni geografiche tradizionali "Tempio Pausania" o "Tempio" e "Gallura" di un’altra doc regionale, il Moscato di Sardegna, ottenuto per il 90% da uve di moscato bianco, uno dei vitigni più anticamente coltivati in Sardegna e apprezzato fin dai tempi dei Romani per la dolcezza dei suoi acini. E’ disponibile nelle tipologie Bianco, Passito, Da uve stramature e Spumante: si presenta dal giallo dorato all’ambrato, con una discreta persistenza aromatica e un sapore dolce e vellutato che con la spumantizzazione acquista note fruttate. Ideale con gli amaretti sardi e piccola pasticceria secca, ma anche frutta, torte di pandispagna con la panna e dolci a pasta non lievitata con uva passa e canditi.
Piatti e Prodotti tipici. Qui si trovano i prodotti più noti della tradizione sarda, dall’agnello igp al carciofo spinoso dop. L’elenco dei piatti tipici è lunghissimo: li pulicioni gadduresi (ravioli di semola di grano duro, farciti con ricotta di pecora, uova, un pizzico di zucchero e scorza di limone), sùppa cuata (“lasagne” di pane, provola chiamata panedda, pecorino grattugiato, erbe aromatiche e pomodoro secco), cartocci di pesce fritto, trippa di vitello con i fagioli o al pomodoro. Per fare i maccarones furriados l’impasto di semola, uova, olio e zafferano viene avvolto intorno ad un ferro da calza piuttosto grande (su ferritu) e poi condito con olio e pecorino fuso. Piatto tipico delle feste che tra aprile e luglio si celebrano sul sagrato delle chiesette campestri del ‘600 è la zuppa berchiddese, preparata versando su una spianata di pane sardo duro (tipo Ozieri) del brodo di pecora bollente, pecorino fresco a pezzi e grattugiato, prezzemolo e pepe e mescolando per qualche minuto, sino a quando la massa degli ingredienti ha completamente assorbito il brodo; si serve ben calda con un ragù di carne di pecora. Per dessert: la ricotta con abbamele (budino tipico ottenuto da una particolare lavorazione del miele residuo nella cera dei favi, bollito più volte in acqua e impastato con la ricotta), li acciuliddi (treccine fritte di pasta con lo strutto) e i brugnolus del Carnevale: palline di farina di grano duro e bianca, formaggio grezzo finemente macinato, uova, buccia di limone grattugiata, lievito e miele oppure più semplicemente di patate lessate e ridotte a purea, farina, uova e limone, fritte nell’olio bollente e avvolte nel miele o nello zucchero. La zona è famosa anche per le tiliccas (sfoglie di farina e strutto, con i bordi rialzati, ripiene di miele, mandorle, noci e sapa) e per la produzione di frutta candita, torroni, sospiri, confetture (di pesca, more, mandaranci, mirto e ribes), marroni canditi e pasticceria secca. E come digestivo il liquore di mirto, fatto in casa lasciando le bacche mature in infusione nell’alcol puro, diluendo il liquido filtrato con sciroppo fatto con zucchero e acqua di fonte e lasciandolo invecchiare per almeno un anno. (di Alessandra Calzecchi Onesti)
DENOMINAZIONI:
DOCG: Vermentino di Gallura
DOC: Cannonau di Sardegna, Monica di Sardegna, Moscato di Sardegna, Sardegna Semidano, Vermentino di Sardegna
IGT: Colli del Limbara, Isola dei Nuraghi