Enoregioni italiane: Alto Monferrato, Terre del Gavi e Terre del Moscato

21/06/2017

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregionii italiane.

Nella Regione Piemonte è possibile individuare tre macro aree, a loro volte suddivise in sette enoregioni: ALTO PIEMONTE (Colline novaresi, Canavese, Pinerolese e Val di Susa), MONFERRATO (Basso Monferrato e Colline Torinesi; Alto Monferrato, Terre del Gavi e Terre del Moscato; Tortonese), LANGHE (Langhe e Roero). 

ALTO MONFERRATO, TERRE DEL GAVI E TERRE DEL MOSCATO

Terra collinare e montana nel sud della provincia di Alessandria ai confini con la Liguria e con la provincia di Asti, con una fitta geometria di vigneti che si alternano a villaggi isolati, edifici fortificati e luoghi di culto. Particolarmente nota per le industrie dolciarie e tessili e l’artigianato del ferro battuto, è attraversata dalla Strada del Vino dell’Alto Monferrato che tocca tre distinte aree geografiche. Esultante “di castella e vigne", l’Alto Monferrato presenta una straordinaria varietà di paesaggi, dalle dolci alture ondulate ai panorami più aspri e severi dove le vigne lasciano sempre più spazio al bosco. Con l’esperienza maturata nei secoli gli agricoltori hanno variato coltivazioni e vitigni: le terre bianche calcareo-marnose sono l’ideale per produrre vini forti ricchi di corpo e di colore, le terre rosse (limo e argilla che s’impastano come la creta sotto la pioggia) sono adatte a cereali e vini bianchi, le terre sabbiose che non riescono a trattenere l’acqua danno vita a rossi delicati e quelle grasse alluvionali di fondo valle ospitano piccoli prati verdissimi e qualche canneto. Le Terre del Gavi comprendono l’Acquese, famoso per le terme d’epoca romana, l’Ovadese, dalle alte colline coperte di castagneti e castelli medioevali, e l’area di Novi e Gavi, da terreni assai più dolci e superfici terrazzate rese uniche dalla presenza dei vigneti di cortese. Le Terre del Moscato, infine, si estendono su colline più alte, tra Canelli e Nizza Monferrato.

Vini locali. Il moscato bianco offre allo Spumante ed al Moscato dell’Asti docg profumi inimitabili e intensi che ricordano il glicine e il tiglio, la pesca e l’albicocca, con sentori di salvia, limone e fiori d’arancio. Il Brachetto d’Acqui docg, dalle tinte rosso tenue, spesso spumantizzato, ha un caratteristico e delicato aroma di rosa. Molto apprezzati anche i vini color rubino ottenuti dal dolcetto, il cui nome derivato dal francese “duset” fa riferimento ai luoghi di coltivazione del vitigno: il Dolcetto d’Acqui doc leggermente amaro nel finale, il Dolcetto d’Alba doc morbido e piacevole, il Dolcetto d’Asti doc più vellutato al palato e il Dolcetto di Ovada Superiore docg prodotto in purezza, che bene si accompagna agli andarini e ai biscotti della salute. Il cortese, vitigno indigeno della provincia di Alessandria e in passato comunemente chiamato courteisa o courteis, ha qui trovato ideale collocazione a partire dalla metà dell’800, grazie al microclima temperato e alla perenne esposizione al sole. La doc Cortese di Gavi che se ne ricava è un vino semplice, dai delicati profumi di frutta fresca come albicocca e agrumi, di biancospino ed erbe aromatiche, ideale da aperitivo e in abbinamento con antipasti di mare. Sempre qui la ricca tradizione di distillazione delle vinacce, mantenuta nel tempo, permette di trovare grappe importanti, che bene si accompagnano ai biscotti secchi della stessa zona. Il Grignolino d’Asti doc ha profumo delicato ma persistente di ciliegia e sapore asciutto, leggermente tannico con gradevole retrogusto amarognolo e mandorlato: tra i pochi rossi suggeriti con piatti a base di pesce, è ottimo con salumi, antipasti, minestre e carni bianche.

Piatti e prodotti tipici. Molto ricco anche il patrimonio gastronomico, dai prodotti spontanei della terra (funghi, tartufi e castagne) al salame cotto, il filetto baciato di Ponzone (salame stagionato, che rivela al suo interno un filetto di prosciutto crudo), il batzoa (zampino di maiale in aceto), la preziosa robiola di Roccaverano dop fresca o stagionata, lardo, bovino piemontese, gallina bionda piemontese, cardo gobbo di Nizza Monferrato (Presidio Slow Food), cardo avorio d’Isola d’Asti (una varietà più pregiata di quelle comuni, immancabile abbinamento sia crudo che cotto della bagna cauda), mela di San Marzano Oliveto, peperone quadrato d’Asti de.co., cipolla astigiana, patata piemontese, tartufo bianco, gli antichi biscotti tirulen e i celebri amaretti: quello di Strevi tutelato dalla de.co. e quelli (secchi o morbidi) di Mombaruzzo, ancora oggi confezionati dai biscottifici locali secondo l’antica ricetta a base di zucchero, albume d’uovo, mandorle e armelline, cioè i semi contenuti nel nocciolo delle albicocche. Tra le specialità della gastronomia, molto influenzata dalla tradizione genovese nella zona al confine con la Liguria, ricordiamo gli agnolotti, i ravioli con il plìn, gli andarini (un tipo di pasta simile a delle piccole trofie) in brodo di carne, la farinata, la gustosa e fragrante focaccia novese in attesa del riconoscimento di tipicità, la tirà (tipico pane dolce cotto in forno a legna e condito con uva passa), le bruschette alla aja’, la trippa in umido e la carne di razza bovina piemontese particolarmente adatta alla preparazione di piatti di carne cruda, bolliti misti alla piemontese e stracotti al vino, i peperoni sotto vinaccia, la minestra di cardi, i caponet ripieni e i dolci: dai canestrelletti di pasta frolla al pandolce, dal bonet ai biscotti della salute, che ricordano i biscotti del Lagaccio genovesi.

DENOMINAZIONI

DOCG: Alta Langa, Asti, Barbera d’Asti, Barbera del Monferrato Superiore, Brachetto d’Acqui o Acqui, Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada, Gavi o Cortese di Gavi 

DOC: Barbera del Monferrato, Calosso, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Acqui, Dolcetto d’Alba, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Monferrato, Piemonte, Strevi, Terre Alfieri