Enoregioni italiane: Alto Frusinate

20/11/2017

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.

Nella Regione Lazio è possibile individuare sei enoregioni: Etruria Viterbese, Tevere Settentrionale, Castelli Romani, Costa Tirrenica del Basso Lazio, Terre del Cesanese e Ciociaria, Alto Frusinate.

 

ALTO FRUSINATE

E’ nella parte più meridionale del Lazio, tra Campania e Abruzzo, percorsa da La Strada del vino, dell’olio e dei prodotti tipici della Terra di San Benedetto che attraversa l’intera Ciociaria fino ai borghi sabaudi. Il territorio, occupato da rilievi appenninici di media e alta collina e bassa e alta montagna, è caratterizzato da formazioni calcaree e forme carsiche, con depositi alluvionali nei fondovalle. Il clima temperato con inferni freddi e piovosi ed estati calde e afose trova un’eccezione nella Val di Comino, protetta dalle correnti fredde dalla sua particolare conformazione a conca. Analogamente al resto della Regione, la rete delle abbazie benedettine sparse su tutto il territorio contribuì non poco allo sviluppo dell’agricoltura in generale e della viticoltura in particolare, come testimoniano i documenti conservati negli archivi dei monasteri che sorgono ancora oggi numerosi nella zona. Il Castrucci, nel 1632, così descriveva alcuni dei Comuni che ne fanno parte: “coi colli, e valli adornati d’arboreti, e vigne, e da quando in quando, in parte, e parte da bellissimi arbori di frutti d’ogni sorte singolari, ed in particolare de’ suavissimi vini” (Alvito), “ha i territorii in piano, valli, monti e boschi, fecondi di frumento, di vini suavissimi” (Picinisco), “e vi sono anco assai colli ornati tutti d’arboreti, e vigne, e piante, che portano vini, e frutti soavissimi d’ogni sorte” (Gallinaro).

Vini locali. Ancora oggi, in un paesaggio poco contaminato, prati, colture foraggere e pascoli si alternano alle viti coltivate solo alle quote più basse di poche aree. Oltre ai bordolesi presenti nella Valle di Comino dal lontano 1860, un altro vitigno tipico della zona è la passerina (o campolese) da cui si producono ottimi vini bianchi come la Passerina del Frusinate igt, delicato e asciutto con sentori di mela. Sono poi oggetto di attuale riscoperta e vinificazione altri autoctoni tra i quali maturano, olivella nera di esperia, lecinaro, tendòla, pampanaro, capolongo, uva micella e altri ancora. La doc Atina, di recente istituzione, prevede l’impiego di cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, syrah e semillon. I rossi (anche Riserva), di colore più o meno intenso tendente al granato con l’invecchiamento, hanno odore fruttato, caratteristico del vitigno base (cabernet) e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo. Accompagnano salumi, formaggi duri, salsicce, fettuccine ciociare, stinco di maiale e coda alla vaccinara. Il bianco (Atina Semillon) è un vino giallo paglierino più o meno intenso, delicato con note floreali e fruttate e gusto secco, sapido, morbido e persistente, ideale con antipasti leggeri, insalata di mare e piatti con sughi di pesce in bianco.

Piatti e prodotti tipici. Molte le specialità da gustare: la salsiccia di Monte San Biagio (piccante e profumata al coriandolo), la marzolina di capra tutelata anche dal Presidio Slow Food, la ricotta di pecora di Picinisco, il pregiato tartufo bianco e nero di Campoli Appennino apprezzato in questi luoghi fin dal ‘500, le castagne pizzutelle di Terelle, i fagioli nelle due varietà cannellino di Atina dop e confettino di Terelle, l’olio extravergine di oliva di Arpino (città natale di Cicerone, dal quale prende il nome), il miele biologico. I fagioli bianchi di Atina dalla buccia sottile crescono da sempre senza un particolare bisogno di aiuto chimico grazie al particolare terreno sabbioso e al metodo della rotazione che ne alterna la coltura con quella cerealicola. Il loro sapore nella ricetta più classica, pasta e fagioli, qui non viene coperto da pieducci o cotenne ma semplicemente esaltato da un filo di olio, cipolla, pasta fatta in casa solo con acqua e semola (una specie di corte tagliatelle), poco pomodoro e un pezzetto di peperoncino. Oltre a tutti i piatti della tradizione ciociara, segnaliamo l’abbuoto (involtini di fegato e budelline di agnello, condite con aglio e prezzemolo e cotte lentamente alla brace) e la pizza “ionna” impastata con farina di mais e condita con cicoria selvatica e cannellini di Atina. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

DENOMINAZIONI

DOC: Atina 

IGT: Anagni, Frusinate o del Frusinate, Lazio