Un paese in Appennino, la storia di un territorio straordinariamente vocato per il Sangiovese e la tradizionale festa, “E zoc ed Nadel”, che raccoglie tutta la comunità attorno a un fuoco acceso in piazza. Sono gli ingredienti della serata che giovedì 4 gennaio alle ore 18.30 vedrà i produttori di vino di Modigliana (FC) in piazza a raccontare dal vivo i loro Sangiovese. Per quella che a tutti gli effetti è la prima degustazione del nuovo anno. Un’occasione unica per conoscerli e capire cosa abbiano di così speciale queste valli che si arrampicano in alto, tra boschi e rocce. Parteciperanno le aziende: Lu.Va., Mutiliana, Il Teatro, Torre San Martino, Il Pratello, Villa Papiano. Abbinati ai vini vi saranno i prodotti dell’azienda agricola Fratelli Lecca.
«Vogliamo coinvolgere questo paese in un’avventura nuova, quella di un racconto che porta queste valli in giro per il mondo», a parlare è Luca Monduzzi, titolare insieme alla moglie Stefania Montanari dell’azienda agricola Il Teatro. «Il vino è un’opportunità nuova per Modigliana, la possibilità di un futuro che qualche anno fa neanche si poteva immaginare. Oggi le nostre valli sono conosciute un po’ dappertutto e per me è una soddisfazione enorme, un motivo d’orgoglio e uno stimolo». Luciano Leoni, dell’azienda Luva, modiglianese doc, parla del vino con il senso di appartenenza di chi è nato fra questi monti. Modigliana si candida così a diventare la Stella dell’Appennino, il territorio di riferimento di tutta la Romagna del vino. Lo fa con i vini sottili, eleganti e freschi che nascono da suoli, unici in Romagna, di marne e arenarie. «Siamo convinti che la comunità vada coinvolta, i vini di Modigliana devono essere i vini di tutti e tutti ne devono comprendere la finezza. Scendere in piazza a parlarne tra la gente ci sembra il modo migliore per raccontarli», così Tommaso Bindi, dell’azienda Torre San Martino, rimarca l’anima militante di questa serata di strada.
«Il carattere del sangiovese di Modigliana è elegante, austero, con un frutto garbato che indugia sui richiami minerali e con una bocca sapida e tagliente. Sono vini da attendere nel tempo, sempre sottili e vibranti, figli dei terreni poveri di questo territorio che si articola su tre valli che salgono in Appennino: Ibola restituisce i vini più sottili e salati, verticali e chiusi; Tramazzo è una valle che consegna i vini più eleganti e delicati, finissimi; Acerreta è invece la valle con i suoli più ricchi e i vini si esprimono su una trama tannica più fitta e sono materici e carnosi». A raccontare in questo modo il territorio è Giorgio Melandri, wine writer ed esperto, da sempre impegnato in una lettura territoriale del vino, oggi coinvolto in questa terra con una sua piccola produzione firmata Mutiliana. «È una identità originale, lontana da quella classica romagnola di vini prodotti sulle argille e noi su questa diversità stiamo costruendo un racconto nuovo, che mette il territorio (e non il marchio) al primo posto e “viaggia” in Appennino fino ai 600-700 metri di quota». A parlare è Francesco Bordini, agronomo, wine maker e titolare di Villa Papiano, che prosegue: «La storia della qualità, già dagli anni ’70 con la incredibile storia dei Ronchi di Castelluccio firmati da Gian Vittorio e Gian Matteo Baldi, è passata di qui. Oggi la stiamo rilanciando, complice una rinnovata sensibilità del mercato per i vini eleganti e freschi, sottili eppure complessi».
«Quando ho piantato le mie vigne a 500 mslm, negli anni ’90, mi hanno preso per matto e invece oggi quella è stata semplicemente una scommessa vinta. Aprire le bottiglie di quelle prime vendemmie oggi è emozionante, sono ancora vini perfetti», conclude Emilio Placci, dell’azienda Il Pratello.
La serata è promossa da BCC Credito Cooperativo Ravennate Forlivese & Imolese, in collaborazione con Az. Agr. F.lli Lecca e Coldiretti di Forlì. La degustazione è gratuita, previo acquisto del calice a € 2.
Info: Pro Loco Modigliana – cell. 338.2827099 – www.prolocomodigliana.it