L’Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di San Lorenzello, in provincia di Benevento. In passato il paese veniva chiamato "San Lorenzo Minore" per distinguerlo dal vicino centro di "San Lorenzo Maggiore". Da qui il dolce nome San Lorenzello. La leggenda narra che nell’864 d.C. il giovane Filippo Lavorgna, salvatosi dalla distruzione di Telesia ad opera degli invasori saraceni, si rifugiò con la sua famiglia su monte Erbano, nella grotta di Futa. Un giorno Filippo scese dalla grotta per cercare del cibo per la sua famiglia quando a valle, in località la Cupa, incontrò una zingara, che sentenziò: «Nobili sono i tuoi natali, belli i tuoi lineamenti, forte il tuo braccio e generoso il tuo cuore; hai fuggito la patria e ti sanguina l’anima; i tuoi dolori non sono finiti… però risplenderà su te la stella, due stelle, due occhi di profuga sventurata come te, ma dolce come il miele e bella come il sole. Sarai con lei il fondatore di una città e il tuo nome rimarrà immortale». Diversi eventi storici si intrecciano con la leggenda di Filippo Lavorgna anche se il racconto è da ritenersi solo un mito. A Filippo Lavorgna sono intitolati alcuni ruderi di antiche mura (le "mura Filippo") ed ancora oggi il cognome Lavorgna è il più diffuso nel comune. Secondo altre tesi San Lorenzello fu fondata da alcuni profughi scampati alla distruzione saracena di Telesia nel IX secolo che si radunarono alle falde di monte Erbano dove edificarono delle mura e due torri difensive. Il paese venne citato per la prima volta nel 1151 quando Guglielmo I Sanframondo, figlio del normanno Raone, dichiarò di possedere diversi feudi fra i quali Cerreto Sannita con i casali (centri minori o frazioni) di San Lorenzello e di Civitella Licinio. Da allora sino al XIX secolo il casale di San Lorenzello seguì le vicende di Cerreto Sannita e nel 1483 divenne possedimento dei Carafa che governarono queste terre sino alla abolizione del feudalesimo avvenuta nel 1806. Nel 1541 vennero concessi dai feudatari gli Statuti con i quali veniva riconosciuta l’Universitas, l’amministrazione comunale dell’epoca. L’Universitas era governata da tre "Eletti" e da un Consiglio rinnovato per metà ogni anno. Nel 1596 contava circa 1.600 abitanti che diminuirono dopo la peste del 1656. Il terremoto del 5 giugno 1688 distrusse il paese uccidendo 600 persone su 1.000 abitanti. Altri danni furono provocati dalla carestia del 1764, dal terremoto del 1805 e dal colera del 1837.
Città di antiche tradizioni dove nulla è mutato nel paesaggio antico, è nota anche per la sua rinomata ceramica, riconosciuta insieme a quella di Cerreto Sannita come artistica e tradizionale’. ha antiche origini anche se il periodo più florido e di maggiore produzione fu quello successivo il terremoto del 5 giugno 1688. La ricostruzione delle due cittadine attirò diverse maestranze forestiere, in particolare napoletane. Molti ‘faenzari’ /ceramisti napoletani si stabilirono nei due paesi contribuendo, con la loro opera, alla nascita di un nuovo repertorio decorativo più vicino al periodo artistico di quell’epoca. Le cave di argilla e la presenza del torrente Titerno favorirono l’insediamento di numerose botteghe. I Festa e i Marchitto (ceramisti locali) e i Giustiniani venuti da Napoli, agli inizi del 18° secolo fecero del centro sannita un luogo di raffinata produzione artistica. Acquasantiere, zuppiere, albarelli da farmacia, erano e restano i simboli di una tradizione popolare-barocca caratterizzata dal giallo intenso, al verde ramina, al bleu turchino; lo smalto è stannifero leggermente sporcato su un argilla ricca di ossido di ferro. La tradizione si rinnova attraverso la nascita dell’Istituto d’Arte nel 1958 ed il rifiorire delle botteghe a partire dal Maestro Guido Barbieri antesignano ceramista, che riprende con la sua tenacia la lavorazione della ceramica a San Lorenzello. Oggi a San Lorenzello vi sono 8 botteghe quasi tutte a conduzione familiare che mantengono in vita la grande tradizione che un tempo fu di Nicola Giustiniani. Dal 2001 la produzione ceramica di Cerreto Sannita e di San Lorenzello è regolata da un disciplinare approvato dal Consiglio nazionale ceramico in data 21 novembre 2001. San Lorenzello è uno dei 37 centri di antica tradizione ceramica ai sensi della legge ministeriale 188/90 e fa parte dell’AICC (Associazione Italiana Città della Ceramica).
Tanti i monumenti e luoghi d’interesse: dalle architetture religiose al parco didattico Città dei Dinosauri, dalle testimonianze di archeologia industriale alle aree naturali dell’alto Monte Erbano, così chiamato perché ricco di erbe officinali e aromatiche. Tra i prodotti tipici, oltre al Sannio Doc, troviamo ottimi prodotti da forno e in particolare i tarallucci (m’scuott): semplici (acqua e farina consigliati dai medici per cure dietetiche), all’olio, alla sugna, al pepe, allo zucchero, lisci o ritorti. Se ne celebra la Sagra in estate.