Diamo il benvenuto a Frasso Telesino

06/03/2019

L’Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Frasso Telesino (BN). Il suo nome deriva da terra frassorum o castrum fracti, probabilmente originato da fraxinus, l’albero raffigurato nello stemma civico. Con l’Unità d’Italia vi fu aggiunto l’appellativo di “Telesino” per distinguerlo dagli altri centri omonimi. Secondo la tradizione popolare il paese fu fondato da coloro che si salvarono alla distruzione di Telesia del 1349. Il comune è però ricordato secoli prima, in un documento del X secolo. Ai tempi di Carlo I d’Angiò era possedimento dei conti di Caserta. Nel 1317 passò a Diego de la Rath. Una sua discendente, Caterina de la Rath (italianizzata Della Ratta), fu spogliata del feudo alla fine del Quattrocento ma lo riconquistò nel 1509. Nel 1496 Frasso ospitò re Federico I di Napoli che firmò alcuni decreti in Terra Frassorum. La figlia di Caterina Della Ratta ebbe in dote il feudo che passò ai Gambacorta e quindi ai Pignatelli. Successivamente fu venduto ai de Ponte per poi tornare ai Gambacorta. Nel 1647, durante una sommossa popolare, fu ucciso il figlio del principe Gambacorta, implicato nella rivolta di Masaniello. Nel XVIII secolo passò ai Dentice e poi agli Spinelli che lo tennero sino all’abolizione del feudalesimo (1806). Da visitare: la Chiesa della Madonna di Campanile o della Madonna del Soccorso (XVIII sec.),  luogo sacro costruito dalla principessa Giulia Gambacorta in onore di una immagine mariana in legno scolpito (XII sec.) rinvenuta tra le rovine di una cappella medievale, la Grotta di San Michele probabilmente aperta al culto dai longobardi, la Chiesa Rupestre dell’Immacolata, la Chiesa di Santa Giuliana, la Chiesa di San Vito, la Chiesa del Carmine, il Palazzo Gambacorta residenza dei feudatari di Frasso e il Palazzo Mosiello del 1675, caratteristica residenza a corte della omonima famiglia nobile, originaria di Verona (Muselli). E naturalmente il Parco Naturale Regionale Taburno-Camposauro, che offre pregevoli risorse naturali e paesaggistiche in un contesto di notevole interesse storico, culturale e di tradizioni. Il massiccio, che culmina nelle vette del Taburno (m. 1394), Camposauro (m. 1388) e Pentime (m. 1170), si erge con versanti molto scoscesi dalla Valle del Calore, o Valle Telesina, a nord, che lo separa dal Matese, e dalla Valle Caudina a Sud, che lo separa dal Partenio, mentre a levante e a ponente digrada più dolcemente verso due corsi d’acqua minori, lo Jenga e l’Isclero. Visto dal lato est il profilo del massiccio ricorda quello di una donna sdraiata: è questo il motivo per cui è chiamato anche la Dormiente del Sannio. Tra i tanti eventi in calendario, ricordiamo la Festa del Crocifisso del Brancone nella prima metà di agosto (un crocifisso ligneo, donato nel ’600 dal notaio Marco Brancone di Frasso, viene portato in processione ogni cinque anni o in occasione di particolari calamità natural), la Festa di San Michele (il 7 Maggio si porta in processione la statua del santo in montagna, nella cappella rupestre; il 29 Settembre la statua ritorna in paese, nella Chiesa di Santa Giuliana),‘O Maio di San Michele quando è tradizione accendere un falò nelle piazze principali del paese per onorare il santo e per fugare gli spiriti dell’inferno, il Carnevale frassese, la Fiera d’agosto  e Chiamalabionda (Festa della Birra). (di Alessandra Calzecchi Onesti)

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