L’Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Bonea (BN). Secondo alcuni storici, Bonea, trae le sue origini ed il nome da un Duca "Buono" o "Bono", le cui spoglie riposano nella Chiesa di S. Maria a Piazza a Napoli. Molti ritengono, però, che il luogo fosse abitato già in epoca sannita. Sul territorio sono state rinvenute alcune tombe di età sannita, però, i reperti più rilevanti, appartengono all’epoca romana. Numerosi, dagli anni ’50, sono gli scavi che hanno portato alla luce testimonianze di un complesso residenziale proprio di età romana. Di notevole importanza archeologica sono i resti della "Villa di Cocceio", citata da Orazio (L. I. Satira V) nella descrizione del suo viaggio da Roma a Brindisi. Il carattere fastoso della dimora patrizia è ben dimostrato, oltre che dalla monumentalità delle strutture, dal ritrovamento di una statua di Satiro con pantera in marmo, conservata al Museo Nazionale di Napoli. Attesta infine l’importanza archeologica del territorio di Bonea la presenza di un mausoleo funerario di epoca romana, la cosiddetta Torre del Vessillo, monumento emblematico per la città. Bonea è stata sempre un casale di Montesarchio. Nell’anno 833, nella guerra che contrappose i Longobardi ai Duchi di Napoli, fu distrutta dal Duca napoletano Buono o Bono. Personaggi importanti da ricordare: Marcello Cecere, insigne matematico e professore nella Regia Università di Napoli, l’Abate Giovanni Carlo Davola, storico e antiquario, l’Arciprete Tridente, teologo e storico.
Ad un’altitudine di 350 mt s.l.m., con poco più di 1500 abitanti e a pochi chilometri da Montesarchio sorge questo piccolo borgo agricolo situato sul culmine di una collina alle pendici del Massiccio del Taburno. Il territorio di Bonea si estende fino alla vetta del Monte Taburno, raggiungendo, con il Massiccio, un’altitudine di 1394 metri. Oltre alle testimonianze archeologiche, il patrimonio artistico di Bonea è racchiuso nel piccolo ma interessante centro storico. Sono meritevoli di considerazione la Chiesa di San Biagio; la Chiesa di San Sebastiano; la Chiesa di San Pietro; la Chiesa di San Nicola di Mira del sec XVI; il Palazzo Perone Pacifico con l’annessa chiesetta sconsacrata di S. Sebastiano; il Mausoleo "Pizzillo", monumento funerario e le cisterne di epoca romana; il Monte Taburno, di cui parlava già Virgilio nella II Georgica "iuvat ismata baccho consere atque olea magnun vestre taburnum" e il poeta Orazio Flacco, che nel poema Cynegestrion (ovvero "la caccia con i cani") lo chiama sassoso con e le seguenti parole "veniat caudini saxa taburn"; la villa di Cocceio, in località San Biagio dove sono visibili resti e mura in opus incertum ed opus reticolatum facente parte dell’immensa struttura.
In montagna sono molti i sentieri segnalati dalle associazioni ambientaliste, e tutti attraversano luoghi di grande interesse naturalistico e paesaggistico. L’agricoltura è sempre stata la principale risorsa di Bonea. La coltura più importante è quella della vite, da cui si produce la Falanghina, un ottimo vino bianco DOC. Altri prodotti tipici sono l’olio extra vergine d’oliva, la mela "Annurca" della varietà "rossa del sud" ed inoltre le cipolle, celebri fin dall’antichità.
Numerose le occasioni per una visita. Il 3 febbraio, ricorre la festività di San Biagio, protettore della gola. Nella chiesa omonima, alla periferia di Bonea, viene praticata l’unzione della gola ai fedeli con olio d’oliva locale benedetto. Questa devozione è molto sentita anche dagli abitanti dei paesi vicini che partecipano con fede alla cerimonia religiosa. La domenica delle Palme, durante la funzione della benedizione, viene cantata una canzone in dialetto locale, particolarmente caratteristica. L’11 giugno 1899 si verificò una grandinata particolarmente abbondante e dannosa per le coltivazioni dei boneani e da allora, ogni anno, si svolge una processione penitenziale della Madonna Addolorata per le strade cittadine. Ad agosto viene organizzata la "Sagra della Falanghina doc" prodotto dalle aziende agricole locali. Il 13 dicembre, ricorrenza di Santa Lucia, le contrade di Bonea vengono rallegrate dai ragazzi che accendono falò in onore della Santa. (di Alessandra Calzecchi Onesti)