A seguito dei Forum nazionali e internazionali curati in questi anni, l’Associazione Nazionale Città del Vino ha recentemente organizzato a Torgiano (PG) un “Simposio Europeo sull’Enoturismo: Marketing e redditività d’impresa” incentrato sull’approfondimento degli aspetti tecnici imprescindibili allo sviluppo dei territori del vino italiani e non, all’internazionalizzazione dell’offerta, alla qualificazione degli standard, alla brand reputation. Sono stati quindi chiamati a confrontarsi alcuni prestigiosi protagonisti del mercato del turismo del vino (docenti, responsabili di progetti nazionali e internazionali per la promozione del turismo enogastronomico, esperti di internazionalizzazione, giornalisti del settore ed esperti di comunicazione on line). Dei loro interventi vogliamo da oggi iniziare a darvi nota, anche alla luce della rilevanza e delle opportunità che sempre più possono svilupparsi dall’enoturismo e dal marketing territoriale.
“Comuni e Strade del Vino nello sviluppo dell’enoturismo in Italia. Organizzazione dei servizi, promozione del territorio e strategia d’insieme tra prospettive e criticità”
Il Professor Giuseppe Festa, Direttore del Corso di Perfezionamento Universitario e Aggiornamento Culturale in “Wine Business” (Università degli Studi di Salerno), ha illustrato i risultati definitivi del XIII rapporto sull’Osservatorio Nazionale del Turismo del Vino. L’impostazione metodologica, in continuità con le innovazioni sulla raccolta dei dati introdotte nel precedente Rapporto, prevedeva una prima parte dell’indagine dedicata ai Comuni associati a Città del Vino in quanto principali soggetti promotori, se non altro per identificazione, dei territori del turismo del vino, ed una seconda parte indirizzata alle Strade del Vino censite dall’Associazione delle Città del Vino in quanto oggetto di specifica menzione nell’ambito enoturistico all’art. 87 del Testo Unico della Vite e del Vino. Tra i risultati emersi dall’indagine:
– Quasi 3 Comuni su 4 non prevedono tassa di soggiorno.
– Secondo i Comuni il livello medio dei servizi offerti cantine, ristoratori, albergatori, ecc. (più di 6 Comuni su 10 negli ultimi 5 anni hanno realizzato progetti per migliorare i servizi offerti agli enoturisti) è giudicato sufficiente/discreto (6,76 in media), con più del 30% che si spinge a riconoscere un voto pari a 8.
– Il 44% delle Strade ha direttamente organizzato nel 2016 più di 3 eventi.
– La qualità delle infrastrutture di collegamento della singola zona d’interesse è giudicata insufficiente (5,85 in media) dai Comuni e scadente dalle Strade (4,83 in media).
– Il 96% delle Strade ha un sito web e il 24% è già fornito di App, mentre quasi la metà dei Comuni non ha un Ufficio Turistico.
– 3 Comuni su 4 sono inseriti e/o hanno rapporti con la Strada del Vino e/o dei Sapori del territorio ed il funzionamento di questo organismo è giudicato più che sufficiente. Ma per le Strade l’interazione tra gli operatori del settore, i Comuni della Strada del Vino e gli altri soggetti pubblici (provinciali, regionali e nazionali) coinvolti nella promozione del territorio è giudicata insufficiente (5,48 in media).
– La Strada del Vino sembra essere percepita dagli operatori enoturistici e dai cittadini come un organismo importante per il buon funzionamento dell’enoturismo sul territorio rispettivamente nell’84% e nel 68% dei casi.
A fronte di una mancata organizzazione dei sistemi di osservazione dei servizi enoturistici, diventa sempre più urgente istituire una cabina di regia a livello nazionale e almeno regionale per studiare con sistematicità il fenomeno dell’enoturismo in Italia.
La formazione del personale, sia dell’operatore privato direttamente coinvolto nella filiera enoturistica sia dell’operatore pubblico coinvolto nella governance del territorio a fini enoturistici, è un passaggio fondamentale per il miglioramento della progettazione, dell’organizzazione e della conduzione dei sistemi di servizio del territorio.
Il focus sulle Strade del Vino fa emergere ombre e luci che rendono doveroso un “esame di coscienza” per capire se e come riprendere e rilanciare questo veicolo enoturistico, che al momento presenta troppe contraddizioni di funzionamento da un territorio all’altro e più in generale da una regione all’altra.