Chi percorre la ferrovia Bergamo-Brescia, alla stazione di Grumello non vede quasi nulla del paese, nascosto com’è dalla collina quasi tutta a vigneti, che, partendo da nord, là dove ha origine la “Valle del Fico”, si protende a sud, poi si ripiega leggermente ad est, con un percorso di tre chilometri, e va a confondersi nel piano là dove giganteggia il colosso della bella chiesa parrocchiale. Pertanto non si vede che il versante esteriore, quello prospiciente Chiuduno-Telgate.
Nell’interno di questa linea è un vasto semicerchio, che a guisa di immenso anfiteatro abbraccia il paese; nel suo punto più alto si inerpica sui colli dietro cui siede Gandosso e prosegue ad oriente sulle colline che si affacciano ancora a mezzogiorno quasi a spiare la pianura dellaglio per ripiegare subito indietro verso Tagliuno.
Nella catena montana che da Tavernola si stende fino a Ponti da, difficilmente si potrà trovare un’insenatura così vasta e così bene esposta come quella di Grumello.
È un’estensione collinare di seimila pertiche bergamasche, di cui tremila fittamente coperte di vigneti a coltura intensiva che guardano per la maggior parte a mezzodì e godono pertanto tutto il giorno, “il calor del sol che si fa vino, giunto a l’omor che de la vite cola”.