Comune di Barengo

Sede amministrativa

Via Vittorio Emanuele, n.39 28010 Barengo (Novara)

Enti e aziende del territorio

Identikit

Il nome, di origine longobarda, significa probabilmente “villa” o “vicus” del Barone. L’ipotesi è sorretta dal fatto che, fra gli attuali centri di Barengo e Vaprio d’Agogna, sorgeva un villaggio, ancora documentato negli anni in cui il vescovo Amidano resse la diocesi novarese (1343-1355), detto “guado del Barone”, con la rettoria di Santa Maria.
Il villaggio fu poi distrutto, per cause belliche o per cause naturali, e di esso non rimasero che pochi ruderi. Le terre furono confiscate da Enrico I e donate al vescovo di Novara e ai canonici della Cattedrale che le affittarono ad alcune importanti famiglie novaresi: i Brusati, i Boniperti, i Tettoni. Fu solo con l’atto datato 1 agosto 1201 che i Cattaneo da Momo vennero creati signori di Barengo, ma la loro signoria fu di breve durata perchè il centro fu presto incorporato nel “contado” e sottoposto al Comune di Novara, del quale seguì le vicende.
Nel 1449 venne investito del feudo Giovanni Zanardo Tornielli. Fu questa famiglia che dominò il borgo fino al 1731. L’Ottocento e il Novecento videro i natali del Beato Pagano Tornielli e del Beato Francesco Tornielli che nel 1519, a 29 anni, divenne frate francescano dell’Ordine dei Minori Riformati e che morì in concetto di santità nel 1589 a Treviglio. Le profonde trasformazioni che si susseguirono incessantemente durante questi due secoli sul piano sociale, economico, politico e territoriale interessarono, senza comunque dar luogo a notevoli episodi caratterizzanti di modernizzazione, anche questo piccolo abitato. Pur trattandosi di un arco temporale piuttosto breve, con le travagliate e dolorose parentesi dei conflitti mondiali e l’incendio doloso che nel 1922 distrusse la sede del municipio, sono andate perdute per sempre tutte le sue più importanti fonti documentarie.
Senza dubbio nell’Ottocento si vide mutare progressivamente l’assetto del territorio di Barengo, la cui vocazione agricola produsse una sostanziale riorganizzazione nel sistema di distribuzione e bonifica delle acque, nella costruzione dei campi e delle vie di trasporto e comunicazione.
Nello spazio di questo secolo, in pianura la coltivazione del riso assunse via via una forte rilevanza economica e i grandi proprietari delle terre costruirono e ampliarono cascine come Solarolo, Bischiavino, Quincia, Rinalda per potervi ospitare la manodopera, il bestiame ed i raccolti; in collina si andò invece rapidamente diffondendo la coltura della vite, con la quale, in seguito all’affrancamento degli usi civici, l’estesa e rigogliosa piana collinare denominata “Pianone”, venne riorganizzata secondo una regolare frammentazione a scacchiera di strade e appezzamenti.

da non perdere

Castello di Barengo (XIV sec.)
Oratorio di San Rocco (XV sec.)
Chiesa di Santa Maria Assunta (XIV sec.)
Monumento ai Caduti

News collegate

denominazioni

Aziende collegate