Cocconato denominato anche Riviera del Monferrato.
L’origine della parola Cocconato è latina. L’abitato di Marcellina testimonia la passata presenza romana e ad essa è legata la leggenda della Pietra Cagnola, un simulacro d’oro massiccio a forma di cane, che veniva messo sull’erpice, ritenendo che avesse il potere di rendere fertile la terra. All’epoca delle invasioni barbariche, mentre la popolazione si rifugiava sulla cima della collina, sotto le fortificazioni dei Radicati, la Pietra e un busto aureo dell’imperatore vennero gettati in un profondo pozzo, dove potrebbero ancora oggi essere nascosti. Ma certamente la storia di Cocconato si lega in modo indissolubile a quella dei suoi Conti, la casata dei Radicati tra cui si annovera Ottobono e la moglie Mafalda. Ottenuto il feudo fin dal X secolo, essi furono capaci di renderlo uno stato autonomo che, con abili alleanze, ebbe poteri di giurisdizione, compreso quello di battere moneta, su vasti territori circostanti per ben 400 anni. Due i Conti da ricordare: Annibale, detto di Coconat o Coconas, giacché fuggì a Parigi, a metà del Cinquecento, al servizio dei re di Francia; Alberto, scrittore politico che, in virtù della sua fede protestante e democratica, scelse la via dell’esilio volontario e non fu più riammesso in patria. D’interesse artistico sono la Chiesa della S.S. Trinità, che ospita una tela del Moncalvo, la Chiesa di Santa Caterina, con la facciata barocco – piemontese, il Palazzo Comunale con facciata in cotto del XV secolo e porticato trecentesco ed il Palazzo Martelletti (1200 – 1400) residenza di nobili dell’epoca; infine la torre medievale del Castello medievale, costruito alla sommità della collina agli inizi del X secolo e parzialmente distrutto nel XIV e XV secolo, a seguito delle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Venne ricostruito alla fine del XV secolo, ma nel 1556 il maniero, disputato tra tedeschi e francesi, venne da questi ultimi definitivamente distrutto con le mine e vi rimase solo la torre merlata. Nel 1836 fu abbattuta e riedificata a poca distanza di analoga foggia e adibita a mulino a vento, uno dei pochissimi realizzati in Piemonte. Tuttavia, per difetti meccanici intrinseci e la scarsità di vento, dopo pochi anni il mulino cessò di funzionare e anche le pale vennero smontate. Questa è in sintesi la curiosa storia di un edificio, dal quale nelle giornate limpide è possibile ammirare la catena delle Alpi e l’Appennino ligure, nonché molte città fra cui Novara, Vercelli, Saluzzo, Cuneo e, con un buon cannocchiale, perfino Milano, distante in linea d’aria 100 km.
La più importante manifestazione de Comune è il Palio degli asini, nacque nel 1970 quale sfida tra i borghi del paese e sulle ali di vecchie leggende legate alla storia medievale del luogo, quando i Conti Radicati giocavano un ruolo di notevole importanza tra le contese dei Marchesi del Monferrato, Asti e i Savoia. Narrano infatti le cronache del tempo che un incendio divampò nel castello; per spegnere le fiamme i Cocconatesi iniziarono una generosa colonna verso la valle ove scorreva il ruscello e, caricando botti d’acqua sui basti degli asini contribuirono a salvare la roccaforte. I Conti Radicati indissero quindi un torneo al centro del quale vi era una corsa d’asini, con in premio il vessillo del Casato. Con il passare del tempo, la manifestazione è venuta assumendo un carattere di decisa rievocazione storica. La manifestazione del Palio è iscritta dal 2002 alla Federazione Nazionale Giochi Storici ed alla Federazione Europea Giochi Storici, un rappresentante dell’Associazione Palio di Cocconato è membro effettivo del Consiglio della Federazione Nazionale.