A Sirmione sono state rinvenute tracce di antropizzazione risalenti al neolitico. La città fu centro urbano rilevante in epoca romana e la via Gallica seguiva la sponda meridionale del lago tagliando poi per l’istmo della penisola sirmionese.
Nel 1158 è attestato un dominio (almeno nominale) del Sacro Romano Impero, poiché Federico Barbarossa amava concedere in comodato i possessi imperiali della corona e i suoi domini: il Barbarossa concesse quindi ampia autonomia, per la fedeltà all’impero, nell’ambito di una soggezione diretta al potere dell’Imperatore.
Sotto la Serenissima, Sirmione rimase legata al distretto veronese.
Nel corso del 1797, Sirmione fu dapprima occupata dalle forze francesi e, in seguito alla caduta della Repubblica di Venezia, il 16 maggio, fu sottoposta al controllo formale della Municipalità provvisoria veneta.
Il trattato di Campoformio stabilì che tutta la sponda meridionale del Garda passasse alla Repubblica cisalpina. Il 3 novembre fu istituito il dipartimento del Benaco comprendente anche Sirmione. Solo il 1º marzo dell’anno seguente fu creato il distretto, suddivisione amministrativa intermedia fra comuni e dipartimento della penisola di Catullo all’interno del quale fu inclusa anche la municipalità sirmionese.
Dopo la soppressione del dipartimento benacense, 1º settembre 1798, seguirono diverse riorganizzazioni amministrative che coinvolsero il comune di Sirmione.
Nel giugno 1805, con l’istituzione del napoleonico Regno d’Italia, si procedette ad un nuovo riassetto amministrativo.
L’esito della seconda guerra di indipendenza conseguì il passaggio del comune sirmionese, come buona parte del territorio della Lombardia e della riva destra del Mincio, al Regno di Sardegna. Con il Decreto Rattazzi fu assegnato al mandamento X di Lonato appartenente al circondario I di Brescia della nuova provincia di Brescia[20]. Fino al 1866, in cui a seguito della terza guerra di indipendenza italiana il Veneto fu annesso all’Italia, il confine con il territorio sotto il dominio asburgico correva da Rovizza fino a Lugana, nei pressi del quale si trovava la dogana.
Sul finire del XIX secolo si svolsero i lavori di intubazione delle acque termali. La sorgente termale era nota già nel Cinquecento ma la profondità dalla quale sgorgava, 19 metri sotto il livello del lago, ne aveva impedito un qualsiasi uso fino a quel momento. Grazie alla tubazione fu possibile attivare il primo stabilimento termale e procedere alle prime analisi sulle qualità dell’acqua.
Con regio decreto del 20 gennaio 1930, n. 53, il comune assunse la denominazione di Sirmione, dato che in precedenza era noto come Sermione.
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