Capriva è un piccolo comune del Collio adagiato sulle rive del torrente Versa. Sulle sue colline si producono, dai tempi dei Romani, alcuni tra i migliori vini bianchi d’Italia. I “tre bicchieri” del Gambero Rosso sono di casa tra le aziende vitivinicole del nostro territorio.
Ma l’accoglienza di Capriva non si limita al vino: la cucina raffinata e tradizionale accoglie il turista con tutti i sapori ideali per gustare i suoi vini; il soggiorno può avvenire in comodi appartamenti agrituristici, in moderne camere dotate di ogni comfort o, per i più esigenti, in lussuose suite all’interno di un castello ottocentesco.
Anche il relax è garantito: un campo da golf accessibile anche ai neofiti, un campo di calcio a cinque in erba sintetica, quattro campi da bocce, un laghetto per la pesca sportiva, innumerevoli itinerari tra i boschi e le vigne da percorrere a piedi o in bicicletta, offrono mille motivi per una vacanza piacevole e rilassante. Per chi ama la storia e le sue testimonianze, Capriva offre una chiesetta del 1500, due castelli dell’800, una chiesa parrocchiale con alcune interessanti opere pittoriche del secolo scorso, oltre alla vicinanza con i luoghi ed i musei della Grande Guerra, il Castello di Gorizia, le città di Trieste e Venezia con le loro bellezze architettoniche.
Capriva del Friuli, la cui denominazione, fino a tempi a noi vicini, era Capriva di Cormons, fu zona abitata già in epoca romana, come testimoniano i numerosi reperti archeologici; quasi certamente vi aveva sede una fornace. È invece incerto un insediamento longobardo.
Nel 1001 fu donata dall’imperatore Ottone III al patriarca Giovanni. In seguito venne ceduta ai conti di Gorizia, e subì le devastazioni di numerose guerriglie signorili. Veneziana dal 1420, nel 1528 passò definitivamente ai domini austriaci, e fu più volte devastata nelle guerre tra Imperiali e Veneziani.
Nei secoli XVI e XVII fu sottoposta alla giurisdizione dei Tassis e poi dei Cobenzl. Nel 1807, in seguito alla convenzione addizionale di Fontainbleau (10 ottobre 1807), entrò a far parte del Regno d’Italia napoleonico, nel Dipartimento di Passariano. Caduto Napoleone, ritornò all’Austria (Litorale Austriaco) fino alla conclusione della prima guerra mondiale, quando fu annessa al Regno d’Italia. Dal 1928 al 1955 le furono accorpati i comuni di Mossa, Moraro e San Lorenzo.