La civiltà ha fatto la sua comparsa a Follina già in epoca preistorica (alcuni reperti risalgono a 120.000 anni fa), mentre dell’epoca romana sono i resti di un percorso che qualcuno ha identificato con la via Claudia Augusta Altinate.
Verso la metà del XII secolo si insediano a Follina i monaci cistercensi, ai quali si attribuisce l’introduzione dell’arte laniera nella Val Mareno, oltre alla costruzione dell’abbazia di Santa Maria, il cui chiostro fu completato nel 1268 dai monaci costruttori Arnaldo e Andrea e dai capomastri Zardino e Armano. Il toponimo del paese, “Follina”, è appunto connesso alla follatura, ovvero alla lavorazione della lana, derivando etimologicamente dal verbo latino medievale *fullare.
Attorno al 1680 Follina compie un salto di qualità dal punto di vista economico dovuto alla fondazione della manifattura del bresciano Francesco Fadda, che fu una delle prime in Italia a cimentarsi nell’imitazione dei tessuti inglesi e olandesi più fini e leggeri. Sull’esperienza pilota del Fadda si innestano poi – verso il 1740 – i lanifici Tron e Stahl e più tardi quello del Col(l)es.
Nel 1797 cade la Repubblica di Venezia e Follina segue le sorti del Veneto, passando sotto il controllo dell’Arciducato d’Austria in virtù degli accordi previsti dal trattato di Campoformio.
Verso la seconda metà del 1800 l’industria tessile di Follina viene colpita da una crisi irreversibile e nel 1891 nessun lanificio sarà più operante.
Il 9 novembre 1917 inizia l’anno di invasione nemica durante la grande guerra; il paese sarà liberato solo il 29 ottobre 1918.
Tra gli anni Novanta e gli anni duemila vengono costruiti la casa di riposo, l’auditorium e la biblioteca. Inoltre, viene avviata un’intensa opera di riqualificazione urbana e infrastrutturale. Lo sviluppo produttivo è consistente e crea un numero elevato di posti di lavoro.