Arielli è un Comune della Provincia di Chieti situato a 298 metri sul livello del mare. Esso sorge su un’amena collina dell’entroterra ortonese, ubicata tra la Majella e il mare Adriatico, che vede scorrere al di sotto della parte alta del paese l’omonimo fiume.
Le prime casupole sorte sulla collina pare risalgano al periodo della II guerra punica, quando le truppe romane dirette in Puglia attraverso la strada più agevole, il tratturo, dovettero qui fermarsi per svernare. Dal nome del loro comandante Argellano o Asgellio prese il nome di Argello. Questa ipotesi sembra confermata dal ritrovamento nelle campagne, specie in zona Carloni, di monete romane dell’epoca. Ma fu nel periodo Carolingio, quando in Italia si fece strada il feudalesimo, che Arielli fu racchiuso entro delle mura più sicure dalla costruzione di un maestoso castello che per stile, architettura ed uso si può riferire al periodo fra IX e XI sec. d.C.
Sono meritevoli di ricordo due date particolarmente importanti: l’11 luglio 1442 quando si accampò in Arielli re Alfonso V d’Aragona nella sua marcia verso Napoli che conquistò nel novembre dello stesso anno, acquisendo il nome di Alfonso I di Napoli, ed il 1496 quando Arielli ed il suo castello furono saccheggiati ed incendiati per aver resistito alla soldatesca degli Orsini e dei Vitelleschi che passavano da queste parti diretti verso la Puglia. Quest’ultimo episodio fu particolarmente sanguinoso e doloroso.
Nel 1799 e nel 1814 Arielli partecipò ai movimenti antifrancesi e nel 1860 fu un punto di forza del movimento restauratore della monarchia borbonica, attraverso un suo cittadino, Nunziato di Mecola che, autoproclamatosi Generale dell’esercito borbonico, dal 1° dicembre 1860 al 6 gennaio 1861 imperversò nella zona dando scacco alle truppe piemontesi che solo alla fine riuscirono ad avere la meglio sui reazionari. Nel 1870, da una ripartizione del territorio del Comune di Arielli, fu creato il Comune di Villarielli, oggi denominato Poggiofiorito. Nel 1904 il castello di Arielli, dopo circa due secoli di totale abbandono (l’ultima che lo aveva stabilmente abitato era stata la duchessa Angelica Monte, morta nel 1720) crollò e, passata la proprietà al Comune cui era stato donato dagli eredi dei Crognali, ultimi proprietari, ne furono rimossi i ruderi con la realizzazione dell’odierna Piazza Crognali e del palazzo municipale. Durante la II guerra mondiale, Arielli fu ridotta quasi completamente ad un cumulo di macerie, ma la laboriosità degli ariellesi ebbe la meglio su tutte le disgrazie e la ricostruzione è stata un miracolo dell’alacre lavoro di tutti i concittadini che ora con soddisfazione possono ammirare e vivere in una cittadina moderna ed attiva, dedita oltre che al mondo agricolo, attraverso la produzione di vini ed oli pregiati, anche al settore artigianale ed industriale, attraverso una imponente zona produttiva sviluppata lungo la strada provinciale “Marrucina”.