Comune di Belmonte Calabro

Sede amministrativa

Viale Michele Bianchi 7 87033 Belmonte Calabro (Cosenza)

Enti e aziende del territorio

Identikit

Il toponimo Belmonte deriva secondo l’ipotesi più accreditata dal nome del maresciallo del Regno di Napoli Drogone di Beaumont che nel 1270 fondò il castello. Altre fonti invece lo farebbero derivare dal sito su cui sorge l’abitato, appunto un “monte”, “bello” per via della posizione dominante sia sul mar Tirreno che sulla vallata del fiume Verre.
L’attributo Calabro venne aggiunto prima con delibera del Consiglio comunale del 1º novembre 1862 e successivamente con Regio Decreto 4 gennaio 1863, per la necessità di distinguere il paese da altre località italiane omonime.

Al tempo dei Normanni, nel secolo IX, Belmonte non esisteva, nel suo territorio si erano formati piccoli villaggi dipendenti dall’antica città di Amantea. Nell’anno 827 le incursioni Saracene distrussero i villaggi e gli abitanti si rifugiarono neo boschi e sulle montagne. La città di Amantea fu occupata e divenne sede di un emiro e luogo di rifornimento dei corsari. Con il ritirarsi dei Saraceni, gli abitanti pensarono di stabilirsi in luoghi da cui potessero vedere il mare e tenere sotto controllo eventuali sbarchi di Saraceni. Ma poiché per tutto il secolo XI si verificarono ripetute incursioni, gli abitanti pensarono di fortificare la loro posizione edificando così sulla collina rocciosa una torre rotonda, cui aggiunsero nel XII secolo altre due torri. Le torri furono unite tra loro alla fine del secolo successivo e trasformate in cittadella. La prima costruzione che sorse sulla collina di Belmonte fu il castello, questo avvenne più o meno verso il 1270, per ordine del Maresciallo del Regno Dragone de Beaumont, che lasciò il suo nome alla nuova fortificazione.
Attorno al castello sorsero delle abitazioni che andarono a costituire nel 1280 un vero e proprio villaggio chiamato San Bonaventura in onore di Bonaventura di Bagnorea, scelto come protettore del nuovo villaggio. Altri, quali Tingia e Santa Barbara, divennero confeudi con il feudo di Belmonte sotto i Tarsia e suffeudi sotto i Ravaschieri, Pinelli e Pignatelli, principi di Belmonte e baroni di Tingia e Santa Barbara.
Il villaggio sorse sotto il regno di Carlo I d’Angiò e per i primi anni fu un casale di Amantea. Ma solo fino a quando Re Carlo I non cedette il castello in feudo ad un certo Pietro Salvacossa o Salvacoscia, nobiluomo dell’isola di Ischia, che ottenne il titolo di conte di Belmonte. Il villaggio di San Bonaventura si distaccò per sempre da Amantea. Il nome del Castello prevalse su quello del villaggio e fu detto Belmonte. Secondo gli antichi storici, il nome di Belmonte sta ad indicare l’amentità del colle su cui fu edificato il paese.
Nello stemma del paese è rappresentata una torre sul mare, che rivela l’esigenza di difendersi dalle minacce provenienti dal mare e spiega perchè Belmonte fu costruita su una altura ed interamente sulla roccia. Solo due porte facevano da ingresso a Belmonte, una dalla parte del mare detta della Torre e l’altra dalla parte della montagna detta del Castello.
Il centro storico di Belmonte Calabro è un piccolo gioiello architettonico incastonato sul dorso di una collina rocciosa, a schiena d’asino, ed ha la forma di nave con la prora protesa verso il mar Tirreno. Sorto attorno al castello, le antiche abitazioni, in gran parte rimaste immutate nel tempo, ed i tortuosi e stretti vicoletti a gradini, incassati tra esse, fanno di questo centro storico un testimone autentico, muto ed eloquente nello stesso tempo dei secoli passati.
I suoi rioni sono ancora ricordati con le denominazioni date loro dalle trascorse generazioni di belmontesi: “Mpedu u Castiellu” , “u Burgu”, “u Mancu”, “u Diestru”, “a Chiazza”, “u Muragliu”, “a Turra”, “a Citatella”.
Ovunque aleggia un’aria di vita semplice e laboriosa, ordinata e pulita.
Le case antiche sono caratterizzate dai davanzali, dagli architravi e dalle cornici delle finestre e dei balconi e dai frontali dei portoni, in tufo, materiale ricavato in loco e lavorato da scalpellini locali. Attualmente sei sono le abitazioni fornite di feritopie, prerogativa delle famiglie più cospicue di Belmonte. Sono fornite di feritoie, infatti, oltre al Palazzo della Torre dei principi Ravaschieri, le abitazioni degli Ossèo, dei Bassarèo, dei Cuvelli, dei Bossio, dei Giuliani e dei Barone.
Il centro storico è racchiuso dalle mura di cinta, che ancora in buona parte si conservano. Si accedeva all’abitato ed al castello attraverso tre porte: la porta di mare, che era affiancata da una torre, da cui la denominazione del rione, la porta di terra, che era posta ai piedi del Castello e guardava verso i monti, ed una porta laterale, ancora visibile, che si apre a nord, verso il vallone, che da essa prende nome “Vallone della Porta”.

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